Care Mamme datevi tempo…

 

Mammechefatica consiglia: datevi Tempo. un tempo per far accettare e metabolizzare dentro di sè il cambiamento. Un tempo necessario per il vostro bambino che sta vivendo la nuova avventura dell’asilo. Un tempo per piangere e uno per iniziare a partecipare e condividere momenti significativi. Un tempo per le Maestre che devono conoscere, capire e gestire i bisogni e le aspettative dei piccoli.

Concedersi  e saper accettare i tempi degli altri ci sembra già una buona conquista.

Mammechefatica e l’inserimento “italiano” infinito….

 

Oggi parliamo non tanto dell’inserimento in sè piuttosto cerchiamo di capire se è veramente necessario un tempo così lungo e infinito…per inserire i bambini di già 3 anni… e come mai in Italia si è così rigidi da questo punto di vista? Considerando che, secondo Mammechefatica, la fase dell’inserimento dipende da ogni singolo bambino,dal rapporto con la madre e da tutto un insieme di dinamiche interne, sarebbe più opportuno adeguarsi al ritmo e al tempo di ciascun bambino.

Quindi dare e concedere tempo a chi ne ha bisogno (bambino e madre) ma anche aiutare i genitori lavoratori che in queste settimane non fanno altro che prendere permessi in orari assurdi!!

Mammechefatica concepisce la scuola in generale, fin dalle sue prime forme (l’asilo nido ad esempio) come un sostegno concreto alle famiglie e non come un ostacolo.

Anche perchè, essendo sempre di corsa e in affanno contro il tempo, come si fa ad avere il giusto spazio mentale per affrontare l’inserimento in modo sereno?

Se il vostro bambino sta reagendo bene,accetta di partecipare alle attività proposte, anche se siete ‘obbligati’ a stare in classe, cercate di osservare il vostro bambino, il gruppo, le insegnanti, capire le loro scelte, e se necessario sarete pronte a consolare e nutrire il vostro piccolo incoraggiandolo pian piano. Fate in modo che la vostra presenza sia sempre meno invadente e ‘delegate’ alle Maestre poichè saranno loro i nuovi preziosi riferimenti dei vostri piccoli.

Bon Courage!

Le preoccupazioni dell’inserimento al nido…

 

Perchè il momento dell’inserimento ci dà così tante preoccupazioni?

Perchè è così difficile e complesso lasciare i propri bambini al nido e alla scuola dell’infanzia?

Perchè è difficile darvi delle risposte? Perchè quando si ha che fare con le emozioni e si è coinvolti in prima persona…tutto sembra essere più difficile da gestire…

Mammechefatica consiglia alle figure genitoriali impegnate nelle dinamiche dell’inserimento di mantenere qualche accorgimento:

– mostrarsi calmi e sereni, anche quando il piccolo inizia a dare segni di resistenza o forte preoccupazione (davanti all’ingresso della struttura, in classe…)

– cercare di mantenere un comportamento coerente, senza illudere il piccolo con regalini o promesse inutili.

– Tenere ben presente che il bambino in difficoltà ha bisogno solo ed esclusivamente della nostra FIDUCIA. Se ‘sente’ che la propria mamma o papà non è convinta/o  e assume un atteggiamento ambiguo, il piccolo solitamente assorbe questa sensazione manifestandola mediante il pianto o malesseri di varia natura.

L’inserimento al nido, il punto di vista dell’educatrice…

 

Intervista a Lavinia Bau, educatrice di lunga esperienza e atelierista, che lavora presso un nido a Verona.

  1. Cara Lavinia, sulla base della tua esperienza nei nidi, quali suggerimenti daresti ai neo genitori per far in modo che si verifichi un buon inserimento?

Una grande disponibilità di tempo, anche mentale, lasciare che le cose accadano e coltivare una buona dose di curiosità verso questo mondo particolare.

  1. Qual è, invece, un errore frequente da parte dei genitori?

Uno sbaglio frequente è dire, ad esempio: “Se stai buono, poi ti porto le caramelle”. Questo ricatto dà un’immagine negativa del posto in cui il bambino si deve inserire, lo svaluta. Ma anche la fretta di dire che va tutto bene non facilita questo momento.

  1. Perché, secondo te, le mamme hanno così paura del momento dell’inserimento? Come possiamo aiutarle?

Hanno paura perché non hanno idea del significato di certe situazioni. Trovo che le spiegazioni scritte servano fino ad un certo punto. Quello che invece può servire è la comunicazione orale, il contatto può servire oltre al tempo. Il tempo di provare ad ascoltare tutte le dinamiche che avvengono. Ci vuole un colloquio approfondito all’inizio per conoscersi meglio con le educatrici e la referente del nido. La mamma deve sentirsi tranquilla e sapere cosa succederà. Inoltre bisogna preparare per tempo il bambino con le parole giuste e prepararsi.

Ringraziamo Lavinia per aver risposto a queste domande. Buon lavoro!

Rientro all’asilo e pipì a letto….

 

Il rientro all’asilo, specie alla scuola materna, rappresenta per il bambino un piccolo ‘stress’ che si esprime in modo inconscio solitamente anche con episodi di enuresi.

Solitamente questi episodi tendono a scomparire nel giro di una settimana, e cioè dopo essersi ri-ambientati, e aver ripreso la solita routine. L’importante è non colpevolizzare il piccolo, che già avverte il disagio.

Tornare all’asilo, ritrovare le maestre e i compagni di gioco è un’esperienza piacevole ma comunque emotivamente complessa da gestire, ed è tipico ‘scaricarla’ attraverso la classica ‘pipì a letto’ o comunque dei brutti sogni….ma si tratta di un fenomeno passeggero che sparisce velocemente.

Come fare a consolare le mamme che piangono…

 

Come fare a consolare le mamme che piangono per i loro pargoli che fanno fatica ad inserirsi al nido o alla scuola materna? perchè, secondo voi, gli adulti vanno subito in crisi  e si angosciano per il pianto del loro piccolo?

Cosa scatena dentro ognuno di noi, il pianto dei bambini?

Esserne consapevoli significa già essere a metà strada…porsi delle domande, ipotizzare delle risposte, andare a cercare con la nostra mente i ricordi infantili e i distacchi con la figura materna, sono esercizi utili e fondamentali per affrontare i distacchi da un punto di vista nuovo e affrontare il delicato passaggio da figlia a madre.

Riuscire a tollerare il pianto del nostro piccolo nel doverlo ‘lasciare’ è un’arte davvero dura, che tormenta e sconvolge tutti.

E’ una prova di forza quasi necessaria. Però poi col tempo potrete osservare le conquiste fatte dai vostri bambini e solo allora direte ‘ne è valsa la pena’.

S’impara da tutto e tanto anche dal pianto….

Come scrive bene Judith Viorst in  “Distacchi” (ed. Frassinelli)  “Analizzare la perdita significa accorgersi di quanto essa sia inestricabilmente legata alla crescita. E cominciare a rendersi conto di come le risposte alla perdita abbiano forgiato la nostra vita può essere l’inizio della saggezza e di un cambiamento ricco di promesse.”

 

 

 

Piange e si dispera al nido. Come fare?

 

Mammechefatica affronta il tema ‘spinoso’ ma nel contempo affascinante del pianto…

Già perchè non si parla solo del pianto del ‘nostro’ bambino ma anche del pianto che ogni donna-madre si porta con sè….Perchè se siamo oneste, dobbiamo ammettere che è veramente difficile lasciare,’la nostra cosa più preziosa’ in lacrime a delle altre persone e in un contesto extra-familiare.

Però è giusto relativizzare,osservare se vi sono dei piccoli cambiamenti, capire se questo pianto disperato nel corso dei giorni assume altre forme oppure rimane invariato. Mammechefatica, con la lunga esperienza di nidi alle spalle, vi garantisce che è sempre faticoso e difficile per il bambino e la sua mamma salutarsi e doversi lasciare anche solo per un po’ e sappiamo bene che nelle menti delle madri s’innescano meccanismi automatici che riportano al Senso di Colpa e al chiedersi sul perchè la scelta del nido.

Però è anche importante in questa fase, parlarne tanto, farsi affiancare dalla preziosa figura paterna,e riuscire a vivere la situzione senza troppi pensieri o angosce, avendo una grande fiducia nel tempo.

Forza Mamme, dobbiamo incoraggiare voi e di conseguenza incoraggerete i vostri bambini! Tenete duro,e in caso di pianti ostinati e crisi non esitate a contattarci.

Come fare un buon inserimento al nido o alla scuola materna

 

Mammechefatica si occupa oggi di capire come fare un buon inserimento al nido o alla scuola materna.

Tenendo in considerazione che è tutto molto soggettivo,

poichè l’ambientamento del bambino e dei suoi genitori

dipende da un insieme di fattori socioemotivi e culturali, se l’adulto dispone di un atteggiamento di fiducia e serenità dentro di sè, verso la nuova scuola e le nuove maestre, sicuramente l’impatto del proprio bambino sarà un atteggiamento curioso e comunque positivo.

Durante la fase di ambientamento lasciate al vostro bambino il tempo necessario per esplorare, osservare e capire.

Non preoccupatevi, se al contrario, preferisce rifugiarsi tra le vostre braccia.

Accoglietelo, e osservate insieme la classe, i giochi, i colori,gli stimoli nuovi che avete a disposizione.

Cercate di seguire le preziose indicazioni delle vostre Maestre.

Quando si avvicina il momento del saluto,inspirate, e salutate bene il vostro piccolo.

Al rientro, riabbracciate forte il vostro bambino, spiegando bene che anche ‘la mamma si è sentita sola, e non vedeva l’ora di rivedere il suo bambino, ma che questa nuova esperienza diventerà preziosa e fondamentale per crescere’.

Importante: salutare sempre la classe,i compagni,i giochi e le Maestre, a maggior ragione se si è trattato di una giornata intensa e faticosa.

 

 

A tutte le bambine e i bambini:un buon inizio!

 

Mammechefatica augura a tutte le bambine e i bambini e

ai loro genitori un buon primo giorno di scuola /nido ricco

di emozioni, idee e amicizie nuove.

I pianti (dei bambini e delle loro mamme), le ansie da distacco

e gli altri mille pensieri li affronteremo nel post di domani.

“Sostenete quelli che cercano di farvi sentire qualcosa di diverso e considerate i loro pensieri.

Riponeteli in cassapanca, come le mele cotogne, come i vostri panni. Odoreranno intelligenza tutto l’anno”.

Aristofane, Le Vespe