Il lato serio di un comico…

 

Mammechefatica ha incontrato e conosciuto Giacomo Poretti, del trio ‘Aldo,Giovanni & Giacomo’ il quale ha da poco pubblicato il suo primo libro: “Alto come un vaso di gerani” ( ed. Mondadori, 135 pag., euro 16).

Di cosa parla: L’autore si racconta, partendo dalla sua infanzia, dalle sue origini, rievocando i colori e i sapori del suo mondo, quello di Villa Cortese, paese alle porte di Milano.Giacomo ci narra delle sue giornate trascorse all’oratorio a giocare all’aria aperta  e guardare film, della vita di paese, che forse ora un po’ gli manca e che sente di voler raccontare a suo figlio. I capitoli del libro sono suddivisi in stagioni, come per sottolineare la nostalgia di un tempo scandito da ritmi precisi e da certe tradizioni di paese che probabilemente al giorno d’oggi si sentono meno.

Perchè ne parliamo: Mammechefatica ne parla poichè  tratta del tema della propria infanzia,di un modo di giocare all’aria aperta ,a contatto con la natura, forse più sano e spartano rispettto a quello cittadino. L’idea del libro gli e è venuta in mente guardando lo sguardo di suo figlio appena nato. “Il Libro nasce da un ‘esigenza intima di raccontare la mia vita a mio figlio”  e riuscire a restituirgli uno sguardo rassicurante e ricco di fiducia di fronte alle insidie della vita.

A Mammechefatica è piaciuta la lettera al figlio che troverete nel libro.

A chi è consigliato: Ai genitori, e a coloro che apprezzano il lato serio di un comico…

Imparare a leggere e a scrivere prima del dovuto..

..non sempre è qualcosa di utile al bambino. Ragioniamo onestamente: non fa forse più piacere ai genitori poter inorgoglirsi delle doti precoci dei propri bambini? Tuttavia al figlio cambia qualcosa saper contare fino a 50 già a 4 anni? No, se non a distanziarsi dagli altri amici erigendosi a “bambino super intelligente”, proprio come lo fanno sentire il papà e la mamma. E’ chiaro che non bisogna vergognarsi del QI alto dei propri figli, ma neanche puntare solo su quello, per non rischiare di investire eccessivamente su aspetti cognitivi e dimenticarsi quelli emotivi, altrettanto importanti. Ci penseranno le insegnanti della Scuola d’Infanzia ad introdurre gradualmente e al momento opportuno i primi concetti basilari utili ai fini dell’apprendimento scolastico..noi pensiamo a farli stare sereni e a dar loro tanto affetto!!

Sentite che belle parole…Il tempo..dei giovani..

Mammechefatica ieri pomeriggio era alla conferenza organizzata dalla Fondazione Vidas sul ciclo di Seminari sul “Tempo”.

Si è parlato del Tempo, del tempo dei giovani e del loro significato. Un tempo denso di incognite, ma anche di potenzialità.

C’è un tempo dell’attesa di cui ci parla Silvia Vegetti Finzi (docente di Psicologia,autrice di numerosi libri,collabora col Corriere della Sera) “si nasce tutti sotto il segno dell’attesa” afferma, infatti anche nel linguaggio corrente si usa dire ‘aspettare un figlio’.Ancora prima di nascere il bambino è carico di aspettative… non solo nel grembo materno ma soprattutto nella mente di quest’ultima. Il futuro neonato è fonte di una serie di proiezioni (non solo positive, poichè vi possono essere anche preoccupazioni e paure).Entrambi i genitori fanno proiezioni e desideri sul piccolo ma da un punto di vista differente. La mamma, come afferma S.V.Finzi, lo considera come un ‘passerottino implume’ che ha bisogno di essere nutrito e protetto mentre il papà lo identifica già come un ‘bambino con le scarpe’ ossia già grande e in grado di fare le cose.

Questa attesa accompagna ogni bambino, ciascuno con la sua storia. Poi il figlio cresce…finchè non inizia il periodo dell’adolescenza, quella che in psicanalisi viene definita una seconda nascita. Ma agli adolescenti di oggi non manca forse il Tempo?

Come afferma la Dott.sa S.V.Finzi, “per gareggiare nell’arena della vita, i genitori si impegnano ad avere figli cosmopoliti, espropriati della loro attesa, e ciò impedisce ai figli stessi di crescere” di sperimentare e di assumersi delle responsabilità. “E’ giusto amarli, volere loro del bene, ma non usare la testa al posto loro..anche se la libertà ha sempre un costo”.

Fulvio Scaparro (psicoterapeuta,autore di numerosi libri, collabora col Corriere della Sera) interviene sul concetto di Tempo rubato, sul tempo che fugge,scorre e se ne va…e ci spiega con passione che “crescere è un percorso difficile, ma vivere per scorciatoie significa rinunciare a vivere. Non pretendiamo che i giovani capiscano tutto ciò che noi abbiamo capito dopo tanto tempo, ci vogliono persone innamorate della vita, persone speciali che ci aiutino a capire ciò”.

E poi ancora, Scaparro sottolinea un concetto giustissimo affermando che: “se vogliamo farci capire chiediamoci sempre ciò che avremmo voluto sentirci dire quando eravamo adolescenti” per far in modo che il dialogo sia sempre vivo e autentico.

Il tempo come conquista quindi, non come un regalo. Il Tempo come espressione di crescita e di tanta tanta fatica, ma nel contempo anche di memoria, che è ciò che gli conferisce valore.

Custodiamo bene queste sagge parole e rileggiamole all’occorrenza…

Grazie!

 

 

Mammechefatica presenta…

 

Ladies and Gentleman, MammeCheFatica presents...Ladies and Gentlemen, Mammechefatica è lieta di presentare… Movie for kids !!!

Che cos’è Movie for kids: si tratta di un sito dedicato al cinema per bambini. Uno strumento utile per il genitore che vuole conoscere meglio il film, attraverso recensioni fatte ad hoc, che tengono conto il punto di vista del bambino. Viene fatta una valutazione a seconda dell’età del bambino, quindi troverete film consigliati e da vedere in tutta tranquillità coi vostri pargoli, per offrire loro una cultura cinematografica fin dalla prima infanzia. Da guardare anche la tabella che contiene anche il livello di violenza & di paura (es. fisica,psicologica,diretta…) che il film può contenere.
Ecco questa ci sembra proprio un’idea intelligente da divulgare.

I kid writers cresciuti a ‘pane & cinema’ che ci forniscono dettagli e suggerimenti per una buona visione del film insieme ai nostri piccoli sono: Luca Maragno, Chiara Fornari ,Denis Biscaro, Karin Ebnet e Paolo Paglianti.

Se poi sbirciate sul link L’Opinione dell’Esperto troverete una sorpresa….eh eh…

 

Le aspettative dei grandi…

 

Quanto incidono sullo sviluppo armonioso di un bambino le aspettative dei genitori? Molto; per questo motivo noi adulti (madri, padri, tate, educatrici ed insegnanti) dobbiamo sempre ridimensionare i desideri che abbiamo sul bambino. Innanzitutto ricordandoci che lui/lei è una persona autonoma e diversa da noi, con una storia diversa, con esigenze e volontà diverse. Lasciamo che possa esprimere la sua personalità liberamente, senza paura di essere sbagliato o diverso. Inoltre non pretendiamo troppo da lui/le:, ognuno ha bisogno del suo tempo per crescere, imparare e maturare. Spesso poi al giorno d’oggi si punta molto sul successo,sulla prestazione infallibile, sulla capacità multitasking..tutte cose impegnative per un adulto, figuriamoci per un bambino! Non sovraccarichiamolo di impegni ogni giorno (musica, danza, teatro, basket, nuoto, calcio, catechismo ecc..), ma lasciamogli il tempo anche di inventare giochi, leggere o imparare a tollerare la noia!

Mammechefatica e il raviolo colorato… al Food Coaching di Nestlè…

 

Novembre 2012 - Milano - MammeCheFatica al Food Coaching!Mammechefatica ha partecipato sabato scorso 10 Novembre, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, ad una sessione del progetto/laboratorio Food Coaching, una iniziativa del colosso Nestlè volta ad approfondire in modo pratico e interattivo tematiche legate alla nutrizione, allo scopo di promuovere una corretta alimentazione.

A chi è rivolto: ai bambini dagli 8-9 anni in su, poichè bisogna saper leggere, scrivere e fare degli esperimenti di chimica applicata…

Perchè ne parliamo: Ne parliamo con piacere, poichè rappresenta una buona iniziativa, che può coinvolgere tutta la famiglia. Inoltre tratta una tematica interessante in modo attivo e coinvolgente. In fondo mangiamo e ci nutriamo senza sapere come e quanto co dovremmo alimentare quotidianamente in maniera efficace. Questa potrebbe essere anche una buona occasione di riflessione anche per i più piccoli.

In che cosa consiste: I partecipanti (adulti e bambini) vengono accolti in un’ area del Museo e della Scienza Tecnologica  di Milano dove iniziereranno il loro percorso sul cibo. Dopo essersi suddivisi in squadre i partecipanti devono scegliere e individuare 4 prodotti che comprerebbero come se stessero facendo la spesa…quindi improvvisamente tutti si alzano e vanno a caccia di prodotti: nel frigorifero,in dispensa,nel carrello della spesa…tornati alla base li posizionano sui tavoli.

MammeCheFatica e...i ravioli colorati!!!Ogni squadra successivamente, individuerà un prodotto da analizzare in modo dettagliato: Mammechefatica & LaFemmeduChef hanno scelto i ravioli.. (tutti i prodotti ovviamente erano del gruppo Nestlè). Abbiamo scoperto che vivisezionando il povero raviolo insieme a delle soluzioni come acetone e altri intrugli da vero chimico il raviolo cambiava colore…e lasciava andare i grassi e l’amido…

Al termine degli esperimenti ci è stata mostrata una tabella che faceva capire la giusta quantità e rapporto tra carboidrati, proteine e grassi…la nostra squadra non ha vinto, il nostro raviolo non ce l’ha fatta!!!!

Alla fine…han vinto le magnifiche patate dei nostri vicini blogger Spylong e MyTodaySpecial !!! A loro e alla patatosa scelta vanno i nostri complimenti!!

Giochiamo insieme? Sì ma a patto che..

Giochiamo insieme? Sì ma a patto che..

  • nessuno si faccia male
  • non si rompano gli oggetti
  • non si giochi “per dovere” (il bello è proprio condividere la gioia di questi momenti: se si è troppo stanchi o nervosi, meglio rimandare!)
  • non si insista nel rendere ogni attività esclusivamente “didattica” sottolineando continuamente le regole
  • non si imponga al bambino un modo di giocare, ma seguirli nelle loro idee, anche se a noi sembrano senza senso
  • non si tenga la tv accesa durante il gioco

Quando si parla di gioco, non ci si riferisce solo ad un’esperienza ma come scrive Bateson, “è un modo di fare le cose e una cornice (frame) dentro cui leggiamo gli eventi” quindi non è tanto l’azione in sè che definisce che cosa sia gioco e che cosa non lo sia, ma il segnale che i giocatori si scambiano.

Idee per trasformare un pomeriggio piovoso in un momento di gioco:

Idee per trasformare un pomeriggio piovoso in un momento di gioco:

  • Travestirsi con abiti vecchi di mamma e papà
  • Cucinare biscotti, torte e impastare pizze
  • Creare una casetta delle bambole con una scatola di cartone
  • Fare un collage con foto ritagliate da riviste vecchie
  • Giocare con la farina come fosse sabbia
  • Guardare l’album delle foto di fronte ad una bella tazza di cioccolata calda fumante preparata insieme

In fondo basta un pizzico di creatività per divertirsi e stare insieme serenamente..Ricordiamoci che ai bambini interessa di più un gioco artigianale, ma “costruito” con amore, piuttosto che un anonimo oggetto costoso..

Il punto sta non tanto nel diventare giocatori potenziali, ma nel saper giocare, ossia nel sapersi trasformare, inventare nuovi ruoli e immaginare altre realtà, come scrive Manuzzi in Pedagogia del gioco e dell’animazione (ed. Guerrini Studio,2002).

 

Giochiamo e sperimentiamo formule sane col cibo…Nestlè vi aspetta…

 

Dedicato a tutte le famiglie con bambini a partire dagli 8 anni, segnaliamo che Sabato 10 Novembre alle h.15.30 presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano si terrà il Laboratorio FOOD COACHING organizzato da NESTLE’: si tratta di un’iniziativa volta ad approfondire le tematiche legate al cibo e alla nutrizione, per promuovere e diffondere una cultura alimentare sana ed equilibrata anche tra le nuove generazioni. MammeCheFatica sarà lì, per approfondire questi temi, insieme a voi…

http://foodcoaching.nestle.it/

Vi racconteremo anche com’è andata, intanto…vi aspettiamo!

Il gioco (parte I)

Cos’è il gioco? Per i bambini è tutto. Rappresenta una modalità di apprendimento, di sviluppo della fantasia e della creatività, ma favorisce anche le relazioni. Certamente un bambino può giocare da solo, ma se in compagnia di un adulto può sfruttare l’occasione per sperimentare nuovi ruoli, soluzioni ai conflitti e modi di comunicare con gli altri. Inoltre il momento del gioco costituisce anche uno scambio affettivo, motivo per cui si sente spesso dire che non importa la quantità di tempo di un genitore dedicata al gioco, ma la qualità del tempo stesso. MammeCheFatica è d’accordo con questa affermazione, purchè non si sminuiscano le esigenze di base di ogni bambino di poter trascorrere qualche ora con i propri genitori, lavoro permettendo. Come può comportarsi un adulto? Le uniche regole da rispettare sono:

  • ricordarsi delle emozioni infantili
  • lasciarsi trasportare dalla fantasia
  • divertirsi autenticamente condividendone la gioia (i bambini se ne accorgono se non siete coinvolti dal gioco e vi state annoiando!)