Le telecamere in asilo? Non servono! Occorre invece..

Avevamo già scritto in merito alla questione relativa alle telecamere negli asili, ma purtroppo la cronaca di questi giorni ci riporta ad un nuovo caso di maltrattamenti nella provincia di Roma. Il vero problema, dal nostro punto di vista psicopedagogico, non consiste tanto nel posizionare le telecamere in asilo o meno, occorre piuttosto chiedersi cosa porta quelle persone a comportarsi così, e sfogare la loro rabbia e frustrazione su dei bambini. Questi comportamenti aggressivi e vigliacchi nascondono alle spalle un lavoro con un carico di frustrazione e di solitudine immenso. Se a tutte le educatrici venissero forniti i giusti strumenti, la giusta formazione e supervisione, non si arriverebbe a tanto, anzi loro per prime riconoscerebbero i primi segnali di malessere e si farebbero aiutare dalla rete di persone e colleghe che le circondano, poiché saprebbero di essere tenute in mente dal gruppo di lavoro.

Un’educatrice seguita sa di potersi fidare e soprattutto é consapevole ogni giorno e ogni anno di più della responsabilità umana e sociale che depone con il suo modo di lavorare e di giocare. Le telecamere possono essere uno strumento di indagine e apparentemente una maggiore sicurezza per i genitori, ma per esperienza vi assicuriamo che non saranno mai la soluzione definitiva. Occorre lavorare e far crescere i gruppi di educatrici/educatori/maestre/insegnanti dando loro tempo e fiducia, monitorando costantemente la loro modalità operativa e condividendo con i genitori e le famiglie le fatiche dell’educare. Il processo educativo è in quest’ottica una crescita collettiva che riguarda tutti: il bambino, la sua famiglia e l’educatrice che lo accompagna nella sua prima esperienza di socializzazione strutturata.

 

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