Quando c’è un problema: come affrontarlo

Tema molto richiesto e cliccato in questo periodo così difficile e tormentato per tutti ma in particolare per la gestione dei piccoli e delle continue possibili interruzioni causa quarantene o positività o in generale per una situazione difficile da gestire da un punto di vista della socialità visto l’alto rischio di contagi.

In generale, quando vi è un problema con i bambini l’adulto tende a preoccuparsi ed entrare maggiormente in uno stato di ansia: vi proponiamo invece un’ altra chiave di lettura: perché non provare a distinguere la sua difficoltà dalla nostra e lavorarci su affinché possa essere sciolta e modificata nel tempo? Non si tratta di un passo semplice né tantomeno immediato ma dal nostro punto di vista psicopedagogico è fondamentale per uscire da una certa difficoltà o fase critica della crescita. Qualche esempio? Può capitare con i capricci continui e una fase di insofferenza perenne,  con le balbuzie improvvise, con episodi di incontinenza e regressione ripetuta, per forti crisi di rabbia improvvisa, nel trattenere le feci per lungo tempo e rifiutare qualsiasi aiuto..insomma le problematiche possono essere le più svariate ma l’atteggiamento adulto dovrebbe essere sereno e forte a prescindere e non dipendere dalla serenità del piccolo. È questa la difficoltà maggiore nella quale come esseri umani coinvolti in una relazione (come il legame con il piccolo) incappiamo. Non possiamo aspettare che tutto torni come prima: proviamo insieme a modificare delle situazioni partendo proprio dal nostro comportamento e gradualmente torneremo ad una nuova dimensione. 

Vi è mai capitato? Come avete reagito? Chi avesse bisogno o piacere di un confronto ci trova qui. Info@mammechefatica.it e sul portale ResiliaService.com

 

Quarantena con i bambini

Un pensiero di solidarietà va a tutte le famiglie con bambini soprattutto piccoli rinchiuse in casa per via delle infinite quarantene che si ripetono inevitabilmente nei nidi ,scuole dell’infanzia e nelle altre realtà educative per i più grandi. Non è facile accettare questo momento e poi farlo accettare ai bambini che spesso chiedono quando potranno uscire e poter tornare a salutare i loro amici e le maestre. E poi ancora: come trascorrere le lunghe giornate a casa senza perdere la pazienza e cercare di mantenere i nervi saldi nonostante tutto? Facile a dirsi ma quando ci si trova coinvolti si iniziano a contare i giorni…anche se spesso il tempo in queste situazioni sembra non passare mai….laddove è possibile cercate di limitare l’utilizzo di smartphone/TV piuttosto proponete tante micro attività. Si sa, con i bambini piccoli il tempo di concentrazione è sempre ai minimi termini, quindi occorre costruire delle nuove routine e passare dal costruire una torre, all’impastare biscotti o pasta di pane, al collage, ma anche lavare semplicemente delle ciotoline può essere un ottimo passatempo! Cercate di non dare loro l’idea di non sapere cosa fare ma anzi di avere sempre pronta un’alternativa da sfoderare! Fare insieme un planning della giornata è un modo per trasmettere il senso dell’organizzazione necessario per dare e darsi un certo metodo nel trascorrere il tempo. Nel primo mattino proponete attivita’ più di concentrazione (esempio i travasi con la pasta o i legumi/pittura/collage con diversi materiali) e poi verso il finire della mattina invece un libro o delle canzoncine da ascoltare mentre si prepara il pranzo. Nel pomeriggio invece la preparazione di una torta o biscotti o di pasta di sale semplice può essere un buon rituale per diverse fasce d’età. Se avete dei travestimenti o vecchi indumenti metteteli a disposizione per inventare storie: in queste lunghe giornate casalinghe i bambini hanno più che mai bisogno di evadere e creare mondi nuovi mediante la loro capacità del pensiero magico. Quando poi la storia o la scena creata gli piace, tendono a ricrearla infinite volte aggiungendo dei dettagli qua e là. La forza del gioco imitativo è davvero sempre grandiosa e affascinante. Lasciateli giocare e osservateli (ma senza interrompere il loro gioco..onde evitare di bloccarli).. sperando sia trascorso nel frattempo un po’ di tempo…Fate capire loro che vi sono dei momenti in cui anche i genitori sono impegnati in altro (un dettaglio tra tutti il lavoro?!) e che poi vi ritrovate in un punto specifico della casa per raccontarvi come è andata!.

 

 

 

 

 

Cosa serve ai bambini piccoli veramente?

 

Cosa serve veramente ai bambini piccoli? Una serie di esperienze che sommate tra loro andranno a costruire il ricordo della loro vita infantile: fondamentale per costruirsi poi dopo quella adolescenziale e adulta. Si, è vero che i primi tre anni (ma non solo!) di vita del bambino sono davvero importantissimi per determinarne lo sviluppo socioaffettivo-cognitivo o meglio il suo stare al mondo quando poi sarà più grande. Per questo mettiamocela tutta per gettare delle basi sicure e fare in modo di trascorrere del tempo con loro. Il tempo non deve essere solo di qualità: non basta fare delle esperienze incredibili, costose o esclusive come spesso si crede: occorre anche sapergli stare accanto, osservarli crescere, giocare con loro, e annoiarsi anche un po’…e all’occorrenza saper dare loro il giusto senso del confine e del limite. Già perché essere genitori non significa dal nostro punto di vista psicopedagogico concedere loro tutto e costruire un rapporto amicale: piuttosto saper stare nei limiti e saper trasmettere loro una linea coerente che poi si spera un giorno potranno interiorizzare e farla loro. Non è facile anzi ma come ripetiamo sempre a crescere non sono solo i bambini ma lo siamo anche noi come adulti coinvolti in questo processo sempre affascinante e stimolante che è la crescita!

 

 

Smettere di allattare: come fare?

Probabile che vi siano diverse mamme che si sono riproposte di smettere di allattare tra i buoni propositi del nuovo anno. Ognuna con i suoi motivi (perché il piccolo è ormai grande, perché va al nido, perché lavoro, perché sono esausta, perché non ho più latte…) ognuna con le sue motivazioni assolutamente non giudicabili. Sappiamo però che l’allattamento rimane un tema davvero sempre molto delicato e intimo, che ogni donna vive in modo del tutto soggettivo. Se possiamo lasciare un piccolo contributo in questa fase di passaggio e cambiamento importante diciamo: provate a vivere questa nuova fase come un’opportunità per scoprire e ampliare il rapporto con il vostro bambino/a . Non si tratta di togliere qualcosa ma al contrario di aggiungere e di preparare il vostro piccolo/a al mondo!  Importante: quando credete sia il momento giusto trasmettete questo messaggio implicito al vostro piccolo.

  • prendete tempo: pensateci e ripensateci: per i cambiamenti occorre il giusto tempo (raccogliete esperienze altrui ma non focalizzatevi troppo sulle altre madri che probabile abbiano rimosso nel tempo le ansie e i pensieri correlati al senso di colpa e al togliere qualcosa di importante al proprio bambino)
  • iniziate a parlarne al vostro piccolo aiuterà voi e anche lui, intuirà il cambiamento
  • fatevi aiutare e supportare dal partner laddove è possibile: sarà un’occasione per ampliare il rapporto con il bambino e ricreare una nuova dimensione all’interno della famiglia
  • smettere di allattare non significa togliere al bambino qualcosa ma anzi significa riscoprire per la mamma e il suo bambino una nuova modalita’ di amare e di essere amato e pensato 
  • togliere il seno coincide spesso col sentimento di senso colpa: semplicemente significa stare in modo diverso e ed essere presenti con un nuovo tipo di contatto e rapporto che sarà sempre speciale (non a caso la madre viene definita figura primaria)
  • siate determinate e qualora il bambino dovesse piangere o cercare il seno siate offritegli una valida alternativa: un forte abbraccio,una canzone, un coinvolgimento affettuoso che non faccia percepire il senso di vuoto e portate avanti col passare dei giorni questa sensazione
  • Nei prossimi post/video affronteremo invece “come gestire l’addormentamento senza l’esclusività del seno” così passo dopo passo proviamo insieme a crescere accanto ai vostri bambini ricordando sempre che crescerli verso l’autonomia non significa perderli…
  • Sulla pagine social Mamme Che Fatica fb e @mammechefatica IG trovate i video!

 

 

 

 

Violenza di branco: bisogna parlarne

Parliamo purtroppo a proposito dei filmati della notte di San Silvestro avvenuti in P.za Duomo a Milano come pretesto per riflettere sul senso della violenza di branco pur sapendo che chi ci segue ha bambini piccoli e quindi ha altre esigenze, ma e’ importante provare a pensarci su  proprio per coltivare un’ educazione alla non violenza e soprattutto sul rispetto della figura femminile che ancora viene vista e concepita come un oggetto del quale poter disporre. La violenza di branco fa ancora più paura perché vi è dietro la regia e la forza del gruppo (quindi di tanti) con l’idea di primeggiare sugli altri maschi e di vantarsi probabilmente di riuscire a sottomettere la figura femminile davanti allo sguardo e all’incitamento degli altri.  Lo ripetiamo da anni: se non si prende in carico il problema tipicamente culturale fin dalla Prima Infanzia mediante un’educazione al rispetto difficilmente si potrà immaginare un futuro sicuro e migliore in tempi in cui ci si vanta poi di filmare e quindi di condividere ed esporre in rete ciò che si è fatto o al quale si è assistito. Se vogliamo crescere i piccoli con valori e gesti diversi impegniamoci tutti (uomini e donne) nell’affrontare questo tema delicatissimo e nel saper spiegare ai bambini fin da piccoli il rispetto per la donna non solo a parole ma mediante esempi e gesti concreti che permettano loro di crescere con concetti chiari e assolutamente naturali. È molto più difficile poi pretendere di modificare un imprinting culturale già impostato. Meglio partire dal basso, dai piccoli in crescita per arrivare in adolescenza con una mentalità già predisposta al cambiamento e ad un’immagine di donna e di uomo come esseri reciproci e complementari piuttosto che di dipendenza o sudditanza. 

Guarda il video sull’argomento.