Mi leggi una storia?!

 

“Mi leggi una storia?!” e’ la classica domanda dei più piccoli, che nei momenti a volte più improbabili, hanno voglia di sentirsi raccontare una storia e sfogliare un libro. Leggere, lo ricordiamo,non significa solo poter arricchire il proprio lessico e imparare parole o concetti nuovi, ma e’ fondamentale sul piano relazionale, poiché aumenta e rafforza il rapporto umano adulto-bambino. All’interno dello scambio comunicativo  il bambino ascolta, apprende e rielabora a modo suo la storia. Leggere diventa un’occasione preziosa da coltivare e mantenere viva anche da adulti. (“Un bambino che legge è un adulto che pensa”). In commercio vi sono tantissimi libri per ogni fascia di età ed esigenza specifica. Spesso li consigliamo e utilizziamo anche con i più piccoli per affrontare le difficoltà legate alle tappe della crescita (il distacco,la nanna,il No,i capricci,il pannolino,la scuola materna,la gelosia..). Possono essere uno strumento importante per far capire al bambino che anche altri (personaggi o animali) possono avere proprio le stesse difficoltà. É iniziato,tra l’altro, il countdown per il grande appuntamento internazionale a proposito di libri e letteratura per l’infanzia..si avvicina la settimana della Children’s Book Fair di Bologna. Se siete appassionati,curiosi,o addetti ai lavori merita sempre! Per la vivacità culturale e internazionale che si respira e per tutte le novità che l’editoria per l’infanzia ci regala ogni anno.

Mamme e Papà apprendisti!

 

I genitori di oggi, molto più di prima, investono sui figli, anzi iper-investono, per questo sentono il bisogno di apprendere e studiare da libri, convegni, seminari… Mamme e Papà desiderano venire a conoscenza delle proprie risorse (di cui si è spesso inconsapevoli) per sentirsi più competenti nel loro -complicatissimo- ruolo educativo. Ecco perchè alcuni genitori si rivolgono a degli specialisti che, ognuno dalla sua prospettiva, cerca di illuminare la situazione da un altro punto di vista favorendo la relazione adulto-bambino. Il professionista, a nostro parere, non deve mai proporre una ricetta standard e precostituita, nè far sentire i genitori inadeguati. Innanzittutto perchè, come ripetiamo sempre, non esiste la perfezione o la scienza infusa e poi perchè ci si deve dare il tempo per imparare e riflettere sulle proprie paure o sui propri dubbi.