Se un genitore lavora lontano da casa..

Può capitare, anzi capita sempre più spesso, che un genitore (di solito è il padre, ma conosciamo anche delle madri) si debba assentare da casa per lavoro per un lungo periodo oppure debba stravolgere la routine e concentrare la sua presenza solo in poche ore durante la settimana prima di ripartire. Per alcuni è sempre stato così, per altri rappresenta un forte cambiamento all’interno del menage familiare.

Mammechefatica invita i genitori coinvolti a trovare una soluzione sia dal punto di vista organizzativo, sia emotivo. Spiegate ai vostri bambini anche se piccoli ciò che sta accadendo in modo sempre rassicurante. Anticipate la possibile assenza del genitore, non aspettate che sia il bambino a chiedere. Raccontate e spiegate in modo calmo e tranquillo (anche se non lo siete, imponetevelo!) che la mamma o il papà tornano presto e realizzate qualcosa di concreto (un lavoretto,un disegno) che aiuti a scandire il tempo dell’attesa. Ad ogni partenza, consigliamo di inventare un rituale che vi aiuti a salutarvi. Ai bambini più grandi una piccola caccia al tesoro in casa è sempre gradita, ad esempio! Per fortuna in questo senso la tecnologia è di grande aiuto e diminuisce le distanze. Col tempo troverete un giusto equilibrio che vi consentirà di stare con i vostri bambini e con la famiglia anche se lontano da casa e sembrerà tutto quasi normale.

Buon viaggio a tutti i genitori in giro per il mondo che ci seguono!

 

 

A proposito di….senso di colpa…

Senso di colpa: un sentimento ricorrente nella figura materna. Perchè le mamme si sentono in colpa? Chi le fa sentire in colpa? Com’è possible aiutare le mamme a gestirlo e ad elaborarlo per fare in modo che siano donne serene, in grado di trasmettere un senso di tranquillità ai loro bambini e di conseguenza alle loro famiglie?

Al momento del rientro al lavoro, oltre all’inevitabile ansia per il prorio figlio piccolo, subentra la preoccupazione di doversi staccare da lui. Infatti pensare di doverlo affidare ad altri (che siano nonni, baby-sitter o educatrici del nido) fa emergere molti dubbi. “Riusciranno a colmare i vuoti che il mio bambino potrà avere durante la giornata”? “Riusciranno a calmarlo se dovesse entrare in crisi?”, o ancora: “Cosa sarà successo in queste lunghe ore, senza di me?”, “Cosa avrà imparato”?

Inoltre spesso la madre che torna dal lavoro porta a casa al suo piccolo un dono, come per farsi perdonare la sua assenza. Se però il regalo (simbolico, anche molto piccolo) diventa lo stimolo per fare al figlio una comunicazione affettuosa (“Mi sei mancato tanto” o “Ti ho pensato”) acquisisce un senso più profondo del semplice gesto consumistico.

Care Mamme, cosa ne pensate? Vi suonano familiari queste parole? Ci è sempre utile capire il vostro prezioso parere!