Quali sono le parole giuste per dirlo?

comunicarePer alcune situazioni drammatiche e penose non ci sono le parole giuste da utilizzare con i più piccoli. Non ci sono proprio parole quando il dolore sovrasta tutto. Senz’altro, però, ci sono alcuni accorgimenti da seguire. Vediamone alcuni:

-non nascondere mai al bambino, anche se piccolo, ciò che sta accadendo. I bambini colgono tutto, anche le emozioni più profonde e non è vero che non parlando di malattie, lutti, separazioni ecc stanno meglio e non vengono feriti. Anzi. Ogni bambino va rispettato e così i suoi sentimenti

-usare parole semplici e chiare, sottolineando sempre il fatto che quello che sta succendo non dipende da lui, il bambino non ha alcuna responsabilità e dunque non deve sentirsi in colpa

-preparare il più possibile prima il piccolo a quello che succederá, se  il caso anche avvalendosi di un aiuto psicologico di un professionista esterno e informare educatrici, insegnanti e tutte le persone adulte che si occupano di lui per creare una buona rete di sostegno

-gli adulti intorno al piccolo devono sentirsi liberi di mostrare le proprie emozioni senza timori, solo così anche lui potrà sentirsi legittimamente triste e arrabbiato senza la paura di star facendo qualcosa di sbagliato

La maternità per Annamaria

Oggi parliamo de: “La cicogna che voleva diventare mamma“, un libro di Annamaria Dei Provingi (Edizioni Il Ciliegio) con qualche nota scritta proprio dall’autrice.

Di cosa tratta: della cicogna Esmeralda, una cicogna diversa dalle altre..”La fiaba”, spiega Annamaria, “è stata scritta solo per dei bambini, i quali così ascolteranno le mie parole, ma credo che in realtà raccolga un messaggio importante soprattutto per gli adulti, in particolar modo per le mamme che hanno desiderato tanto diventare delle dolci chiocce per i propri cuccioli. Comunque accada, con maternità naturale, adozione, accoglienza, in qualsiasi modo si inneschi quel meccanismo di amore sconfinato, la mamma è la creatura che vive questo miracolo nel modo più intenso, assoluto, persino rabbioso”.

Perchè ne parliamo: i temi affrontati sono vari: il viaggio, l’affetto materno, il desiderio di diventare madre con tutte le emozioni che coinvolgono questa fase importante nella vita di una donna. Inoltre, continua l’autrice, “i disegni sono stati realizzati da un’illustratrice per l’infanzia con molta esperienza. Vi devo confessare una cosa. Quando ho visto i disegni, mi sono commossa. Quella ragazza non solo ha interpretato le mie sensazioni e le emozioni che provavo nel mettere al mondo quella creatura di carta, ma ha addirittura sviluppato idee nuove, con entusiasmo, iniziativa e persino umorismo! È stata la dimostrazione che quella favola è magica ed è servita da catalizzatore per generare ancora più gioia e amore”.

MammeCheFatica lo consiglia perchè: scritto in caratteri maiuscoli grandi, è ideale per quei bimbi, dai 6 anni in su, che iniziano a leggere per le prime volte in autonomia. Inoltre ordinando il libro online si possono ricevere suggerimenti per giochi didattici interdisciplinari e attività da svolgere anche in gruppo coordinati da un adulto.

copertina del libro

Perchè i bambini piccoli piangono?

 

Per i bambini, specie se molto piccoli e non sanno ancora parlare, il pianto diventa l’unico strumento per comunicare qualcosa che “turba” il loro stato di benessere. Se ci pensiamo bene, è un gran dono per l’essere umano essere in grado di esprimere un sentimento difficile e scomodo attraverso un qualche canale di comunicazione. Crescendo i bambini capiscono che a quel comportamento corrisponde un intervento dell’ambiente (la mamma, il papà, i nonni, la tata..) e impareranno ad usarlo in modi sempre più maturi per raggiungere i loro scopi.

Dunque, care Mamme primipare, anche se talvolta sembra impossibile, è bene incominciare a pensare al pianto del vostro piccolo anche come risorsa. Non solo come segnale d’allarme. Riflettiamo sul perchè ci causa delle reazioni di un certo tipo in alcuni momenti e pian pianino cerchiamo di tollerarlo e, parafrasando un importante psicoanalista, Bion, a restituire le angosce del bambino “digerite”, senza sommarle alle nostre.

MammeCheFatica consiglia: “Il regno di Op”

 

Che cos’è? vi chiederete? Il nuovo sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, 35 anni, giornalista, l’ha conosciuto bene..

Di cosa tratta: Si tratta dell’Ospedale Pediatrico dove suo figlio di due mesi è stato ricoverato per una diagnosi di fibrosarcoma addominale. Da questa terribile esperienza è nato prima un blog, poi un libro..

Perchè ne parliamo: per dare coraggio a tutte le persone che stanno vivendo le stesse dolorosissime emozioni, per non sentirsi soli e per sapere che i bambini e i loro genitori hanno spesso la forza per sconfiggere la malattia.

MammeCheFatica lo consiglia perchè: scritto da una donna coraggiosa, che stupisce per la sua determinazione. Da giornalista precaria ha vinto il ballottaggio per amministrare la sua cittadina che aveva lasciato per Roma. Nel frattempo ha vinto una battaglia ben più importante quella contro la malattia del piccolo Angelo il quale è finalmente uscito dall’ospedale ad un anno. Tenacia, ma anche dolcezza in questo bel libro che non vuol far paura, anzi.

Il regno di Op- Storie incredibili dei bambini invincibili di Oncologia Pediatrica, di Paola Natalicchio, ed. Einaudi.

“A che pensi”?

 

Questo libro, finalista al premio Andresen 2013, uno dei più importanti premi per la letteratura dei più piccoli, è davvero invìcantevole. L’autore è un giovane illustratore francese: Laurent Moreau ed è pubblicato da Orecchio Acerbo Editore, euro 16,50.

Di cosa tratta: di un libro molto artistico e poetico in cui sulla pagina di sinistra vi è raffigurato un coloratissimo personaggio con una breve spiegazione, mentre in quella di destra appare lo stesso con i suoi pensieri, desideri ed emozioni.

Perchè ne parliamo: perchè riteniamo importantissimo aiutare i bambini ad esplorare le  emozioni (positive e negative), il mondo interno delle persone, dunque anche il proprio. Quale miglior strumento di un libro accattivante?

MammeCheFatica lo consiglia perchè:  consigliabile a tutti i bambini dai 5 anni in su per favorire la propria creatività, il pensiero, l’immaginazione e la fantasia. Il tema del pregiudizio e del pensiero che hanno gli altri è altrettanto importante. Nell’ultima pagina infine vi è anche una sorpresa inaspettata che di certo noi non sveleremo..

Buona lettura, fateci sapere se vi è piaciuto…

Bambini che si rifiutano di masticare

 

Talvolta alcuni bambini dell’età di 2 anni in su attraversano un momento in cui si rifutano di masticare del cibo solido preferendo quello più morbido, se non addiritura semi-liquido. Naturalmente non si può generalizzare, ma spesso questi comportamenti nascondono delle difficoltà alimentari  legate alle relazioni intrafamiliari, in particolare al rapporto con la madre. Il bambino che non ha difficioltà masticatorie “organiche”, si rifiuta di mangiare cibi più da adulti, perchè vuole tornare ancora piccolo. Può essere questo un segnale d’allarme da tenere sotto controllo e sul quale riflettere. Spesso sono situazioni transitorie che passano velocemente e sono causate da una situazione familiare tesa o ricca di emozioni che il bambino non sa reggere, nè esprimere a parole. Questo piccolo segnale di regressione verso situazioni più infantili e di dipendenza sottolineano un disagio emotivo da tener conto.

Buon rientro a tutti bambini…

 

Oggi si ricomincia…nido…scuola materna…elementari…ricomincia la routine..e le mamme tornano a correre..e a dover pensare a tutto!

Sicuramente avranno già provveduto ad incoraggiare i loro piccoli sulla ripresa della scuola..ma non scoraggiatevi se per qualche giorno i vostri bambini faranno un po’ di fatica ad alzarsi e poi ad entrare in classe…è sempre difficile ed emozionante ‘ricominciare’ e rientrare in contatto con una dimensione socio-affettiva extra familiare.

Mammechefatica consiglia di incoraggiare i propri bambini ma di accettare anche possibili rifiuti o pianti dovuti alla ripresa della quotidianità…nel caso di bambini piccoli:

– Prima di entrare al nido salutare bene il proprio picccolo, senza allarmarlo nè allarmarsi qualora non volesse stacarsi dalla figura materna. L’educatrice saprà consolarlo e si farà carico delle sue nostalgie.

– Prima di entrare alla scuola materna salutare bene il bambino, scandire (se necessario) la routine al fine di rassicurarlo,dargli il tempo necessario per ambientarsi e salutare il suo ambiente.

Buona Giornata! alle Mamme, i Papà e alle Maestre

 

Il gioco (parte I)

Cos’è il gioco? Per i bambini è tutto. Rappresenta una modalità di apprendimento, di sviluppo della fantasia e della creatività, ma favorisce anche le relazioni. Certamente un bambino può giocare da solo, ma se in compagnia di un adulto può sfruttare l’occasione per sperimentare nuovi ruoli, soluzioni ai conflitti e modi di comunicare con gli altri. Inoltre il momento del gioco costituisce anche uno scambio affettivo, motivo per cui si sente spesso dire che non importa la quantità di tempo di un genitore dedicata al gioco, ma la qualità del tempo stesso. MammeCheFatica è d’accordo con questa affermazione, purchè non si sminuiscano le esigenze di base di ogni bambino di poter trascorrere qualche ora con i propri genitori, lavoro permettendo. Come può comportarsi un adulto? Le uniche regole da rispettare sono:

  • ricordarsi delle emozioni infantili
  • lasciarsi trasportare dalla fantasia
  • divertirsi autenticamente condividendone la gioia (i bambini se ne accorgono se non siete coinvolti dal gioco e vi state annoiando!)

Rientro all’asilo e pipì a letto….

 

Il rientro all’asilo, specie alla scuola materna, rappresenta per il bambino un piccolo ‘stress’ che si esprime in modo inconscio solitamente anche con episodi di enuresi.

Solitamente questi episodi tendono a scomparire nel giro di una settimana, e cioè dopo essersi ri-ambientati, e aver ripreso la solita routine. L’importante è non colpevolizzare il piccolo, che già avverte il disagio.

Tornare all’asilo, ritrovare le maestre e i compagni di gioco è un’esperienza piacevole ma comunque emotivamente complessa da gestire, ed è tipico ‘scaricarla’ attraverso la classica ‘pipì a letto’ o comunque dei brutti sogni….ma si tratta di un fenomeno passeggero che sparisce velocemente.

A tutte le bambine e i bambini:un buon inizio!

 

Mammechefatica augura a tutte le bambine e i bambini e

ai loro genitori un buon primo giorno di scuola /nido ricco

di emozioni, idee e amicizie nuove.

I pianti (dei bambini e delle loro mamme), le ansie da distacco

e gli altri mille pensieri li affronteremo nel post di domani.

“Sostenete quelli che cercano di farvi sentire qualcosa di diverso e considerate i loro pensieri.

Riponeteli in cassapanca, come le mele cotogne, come i vostri panni. Odoreranno intelligenza tutto l’anno”.

Aristofane, Le Vespe