Fatherhood: perché guardarlo

Fatherhood  uscito su Netflix poco tempo fa è un film di carattere drammatico che affronta il tema della genitorialità e più nello specifico della paternità (causato dalla perdita della figura materna). Cosa può fare un padre con una figlia piccolissima da crescere? Come può cercare di compensare entrambi i ruoli senza far pesare la mancanza e riuscendo a trasformarla in risorsa? Sono domande aperte che ogni genitore probabilmente si chiede ogni tanto anche se sono talmente dolorose che l’essere umano in genere tende a non pensarci troppo per proteggersi. Perche’ guardarlo: secondo il nostro punto di vista psicopedagogico è un film da guardare e commentare (per gli animi sensibili con pacchetto di fazzoletti a portata di mano) è utile alla coppia genitoriale e non, per capire e rivedere nei personaggi le fragilità umane dei vari ruoli (anche talvolta stereotipati) del materno e del paterno. Commuove la forza insieme alla fragilità di questo padre, che col passare del tempo prova a dare un senso a questa nuova quotidianità: non solo con una bambina da crescere, ma senza la moglie accanto. Non è facile disegnare il futuro in queste situazioni ma sicuro la forza d’animo del protagonista ci restituisce un’energia e una forza incredibile quasi a dimostrare che tutto è possibile quando si ha di fronte un obiettivo così profondo come la crescita di un figlio. E a voi è piaciuto?!

 

Come crescere un bambino sicuro di sé?

Questo è un dilemma per tutti i genitori che -naturalmente- desiderano il meglio per il loro figlio…Purtroppo nessuno è in grado di infondere magicamente sicurezza e serenità nei bambini, ma senz’altro ci sono comportamenti da parte degli adulti che possono contribuire a favorire una crescita sana ed equilibrata. Se mamma e papà sono sicuri, fiduciosi e ottimisti per primi, il figlio non può che risentirne positivamente, ad esempio. Infatti fin dai primissimi giorni di vita i bambini assorbono il clima emotivo in casa e le relazioni fra gli adulti che lo circondano, facendole proprie. Inoltre i piccoli si specchiano nel viso della mamma- in particolare- per sapere come interpretare una situazione, quindi, a seconda dell’espressione materna, il bambino avrà una certa reazione piuttosto che un’altra. Infine, più che le parole d’affetto (importanti, naturalmente), contano i gesti, le espressioni, il contatto fisico. Le coccole e gli abbracci contengono fisicamente il bambino, lo rassicurano e lo fanno sentire accolto e importante. Ad una prima lettura tutto questo può sembrare facile, ma non lo è perché i genitori sono esseri umani, compiono degli errori, hanno mille motivi per essere arrabbiati, delusi, frustrati e tristi e non sempre riescono ad essere teneri e calorosi (anche perché in alcuni casi da bambini non hanno ricevuto questi gesti e non sanno ora come metterli in atto). Ci vuole pazienza, poche pretese da sé, ma è necessario essere sempre pronti ad interrogarsi e mettersi in discussione.. ricordiamoci tuttavia che i figli sanno essere molto indulgenti con i genitori imperfetti e continuano ad amarli e idealizzarli.