Il sostegno a scuola

sostegnoQuando, autonomamente o con il suggerimento degli insegnanti, ci accorgiamo che il nostro bambino ha bisogno di un aiuto a scuola perchè non è in grado di apprendere alla stessa velocità dei suoi compagni, è importante sapere come procedere.

A Milano l’unico ente che può richiedere un sostegno alla ASL è la UONPIA di zona (Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) dove un’ èquipe multidisciplinare valuterà la situazione attraverso colloqui con i genitori e osservazioni del bambino (giochi e test). Il passaggio successivo consiste nel prendere un appuntamento alla Commissione (Via Oglio o Via Ricordi, a seconda della zona di residenza) portando poi il bambino e la relazione scritta dalla UONPIA. Si aspetta dunque il riscontro della Commissione di professionisti e, se positivo, si porta il certificato a scuola. Con questo documento la scuola è obbligata a offrire delle ore di sostegno al bambino in difficoltà.

Chiaramente, oltre all’aspetto burocratico, c’è tutta la parte più emotiva che riguarda il disagio del bambino nell’accettare di ricevere un aiuto che altri non hanno e dunque sentirsi diverso, ma anche quello dei genitori che devono riconoscere la non autonomia del figlio. Sebbene sia un percorso doloroso, riteniamo per esperienza che possa essere una strada utile ed efficace per far fronte alle difficoltà e rafforzare il bambino.

N.B. Fate attenzione ai tempi perchè bisogna procedere con largo anticipo!

Mammechefatica parla di..Homeschooling..

 

Quest’oggi Mammechefatica parla di Homeschooling…ecco i nostri pareri a riguardo.

La psicologa sostiene che i bambini apprendano meglio a scuola, a contatto con i coetanei e con un’ insegnante che svolge questo ruolo di professione ed è dunque a conoscenza de metodi didattici più efficaci. Inoltre spesso genitori e figli, indipendentemente dal buon rapporto che li lega, discutono fra loro facendo aumentare l’ansia da prestazione nel bambino. Permettendo invece a qualcun altro di svolgere il ruolo di insegnante e riappropriandosi così di quello di madre o padre, si aumenta l’autostima e la motivazione nel figlio.

La pedagogista afferma che i bambini hanno bisogno di instaurare nuove relazioni e di socializzazione al di fuori del contesto familiare. Ridurre e limitare queste forme significa limitarne l’autonomia e l’indipendenza del bambino stesso. Inoltre nell’Home Schooling nella maggior parte dei casi è il genitore che chiede al bambino cosa fare e che argomento privilegiare. Si tratta di un atteggiamento adulto di tipo insicuro che al contrario deve saper porre dei limiti e trasmettere l’uso delle regole all’interno  della società- la scuola- appunto.

Un aspetto positivo è invece il maggior contatto con la natura, e i tempi più dilatati incentrati sulle necessità reali del bambino stesso. Ma riteniamo comunque che l’esperienza altamente socializzante della Scuola e il contatto umano con realtà differenti (non solo i fratelli o le sorelle) siano fondamentali per il bambino come approccio alla vita.

E voi mamme e papà cosa ne pensate? Ci interessa il vostro punto di vista da genitori…