Promuovere l’autonomia fin da piccoli

Promuovere l’autonomia fin da piccoli è importante per favorire il senso di curiosità verso le cose e il mondo che li circonda. Il senso di autonomia si misura attraverso tanti punti di vista: acquisire una maggiore sicurezza nella posizione seduta, provare a muovere i primi passi, sperimentare le prime parole, giocare con ciò che è a disposizione, accettare i primi distacchi dalla figura materna ecc. Incoraggiare e promuovere l’autonomia significa anche favorire e incentivare una maggior sicurezza e disinvoltura nell’affrontare le relazioni con il mondo adulto e con i pari. Quando e come va promossa? Si può iniziare fin da subito offrendo sempre tanto senso di sicurezza e protezione al piccolo, anche a parole e a seconda dell’età organizzare dei momenti di gioco in cui il bambino ha la possibilità di sperimentare, di fare e disfare e ha come regia la figura genitoriale pronta a incoraggiare, dare fiducia e apprezzare ciò che sta facendo. Solitamente se vi è questo approccio di sicurezza in casa il bambino riesce a sentirsi pronto a vivere nuove esperienze anche in ambienti nuovi o che conosce meno. Ricordiamo che i piccoli non funzionano a comando..“adesso stai qui e fai così” non ha molto senso poiché viene vissuto come un rimprovero e una costrizione e il bambino può avvertire il senso di abbandono della figura genitoriale/che si sta prendendo cura di lui. Meglio proporgli un’attività o un gioco e spiegargli sottovoce ciò che avverrà, valorizzando sempre il senso di scoperta e conquista che sta alla base di ogni processo di crescita. Cosi’ che la stessa azione può essere ripetuta quotidianamente nel tempo e questo  permette anche al bambino stesso di sentirsi contento e pienamente soddisfatto per ciò che ha imparato, anche da un banale infilo e sfilo un paio di scarpe!

 

Come affrontare il distacco anche a casa (I parte)

Si parla spesso di distacco riferito all’ambiente nido, quando il genitore (nella maggior parte dei casi, la figura materna) saluta e si congeda dal suo bambino. Questa dinamica però avviene anche a casa e non è sempre facile da gestire. In primo luogo salutarsi e doversi staccare dal proprio bambino piccolo (0-24mesi) non è mai un’impresa semplice ed è un qualcosa che sfugge ad ogni possibile calcolo prevedibile. Talvolta diventa difficile e complicato anche spostarsi in un’altra stanza, andare in bagno, fare una telefonata o accettare l’altra figura genitoriale. Cosa fare in queste situazioni?

  1. Sicuramente può essere utile sul piano pratico, oltre a raccontare al piccolo che la mamma o il papà tornano sempre, focalizzarsi sul gioco del cucù. Nascondersi e riapparire è forse il gioco relazionale più antico e potente che, se ripetuto più e più volte al giorno, ha una funzione protettiva e rassicurante.
  2. Anche leggere insieme delle storie brevi che affrontano il tema del distacco dalla figura materna è sempre utile.
  3. Accettare questa fase spiegando al piccolo e valorizzando sempre i momenti in cui si sta insieme, ma nello stesso tempo saper dare molta importanza e attenzione anche al tempo che il bambino trascorre con le altre figure (papà,nonni,nido,tata) affinché possa accettare la distanza, vivendola al meglio nel frattempo.

(Fine parte prima)

Come comportarsi con i bambini quando c’è un lutto in famiglia?

Il lutto di una persona cara in famiglia genera ovviamente grande dolore e a questo, talvolta, si aggiunge anche l’angoscia di doverne dare comunicazione ai bambini. Gli adulti sono molto preoccupati all’idea di ferire e addolorare i più piccoli e per questo, presi anche dalla tristezza personale, commettono alcuni errori di valutazione, anche se in buona fede. Vediamo dunque cosa non si deve fare in queste situazioni:

-mentire momentaneamente dicendo che la persona è partita o omettere l’accaduto

-allontanare troppo dalla routine il bambino

-pensare che farsi vedere tristi sia un problema (basta invece spiegare che anche i grandi sono tristi, che si può tranquillamente piangere e arrabbiarsi in modo da far sentire più libero il bambino di esprimere il proprio dolore)

-rifiutarsi di affrontare il tema se il bambino lo chiede espressamente (ache se può essere doloroso è importate parlarne liberamente)

-se si decide di non portare il bambino al funerale è importante accompagnarlo al cimitero per permettergli di individuare il luogo dove può andare a salutare la persona defunta (infatti talvolta dire: “X adesso è in cielo e ci guarda da lassù” può essere un’indicazione confusiva perché troppo vaga e poco concreta per i più piccoli).

I bambini piccoli e il tempo

mamma stanca“Uff..questa giornata non passa più! Abbiamo già fatto di tutto e ora?”. Vi sarà capitato di pensare o dire ad alta voce qualcosa di simile se avete avuto a che fare con un bambino piccolo. Sia da genitore, sia da baby-sitter, infatti, trascorrere un’intera giornata (magari in casa perchè fuori piove o fa troppo freddo) con un bambino piccolo è molto, molto faticoso poichè ogni proposta dura il tempo di un attimo! infatti la loro concentrazione è davvero breve e hanno l’esigenza di essere continuamente stimolati. Il primo passo è ammetterlo a se stessi, senza avere paura dei giudizi altrui. Anche un’educatrice esperta fa fatica e deve sfruttare ogni energia e idea originale per arrivare a fine giornata. Vediamo qualche suggerimento per alleggerire il tutto:

-organizzare la giornata seguendo routine precise, come foste all’asilo nido

-proporre qualche attività particolare, guidata (un grande collage, la preparazione di biscotti o della pizza, la pittura..)

-alternare a momenti di gioco libero (è importante aiutare il bambino a sviluppare gradatamente una certa autonomia)

-approfittare del momento del riposino per “staccare la spina” e dedicarci anche solo per poco tempo a qualcosa che ci piace molto fare, evitando di svolgere quelle attività noiose e faticose, anche se doverose (lavatrice, i piatti, pulizie varie..)

organizzare momenti di condivisione con qualcun altro, ad esempio un’amica (meglio ancora se anche lei con figli!)

Perchè il water talvolta spaventa i bambini?

waterUn oggetto comune apparentemente innocuo, come il water, talvolta spaventa e angoscia i bambini piccoli (ma anche i loro genitori). Perchè? Come ci si può spiegare pianti, urla e rifiuti persistenti dei nostri bambini di fronte alla proposta di fare pipì e pupù nel gabinetto? Come sempre ci sono diversi fattori che si intersecano fra loro: senz’altro è un sanitario che spaventa perchè ha “un buco nero” che raccoglie e “lancia” le cose chissà dove. Spesso i bambini hanno paura di cadere anche loro lì dentro. A questo proposito, un riduttore, magari colorato e simpatico, può aiutare il piccolo a sentirsi meno spaventato.

Inoltre le fantasie sulle feci sono numerosissime: alcuni hanno paura di lasciar andare per sempre una loro parte preziosa da conservare. Anche se a noi adulti sembrano pensieri assurdi e non riusciamo a far capire loro in alcun modo che la pupù va fatta lì e non nel pannolino, dobbiamo cercare di mantenere la calma e avere una pazienza infinita. Infatti molto facilmente può scattare una lotta continua difficile da arrestare. L’adulto si arrabbia e il bambino si irrigidisce ancor di più sul suo rifiuto (intorno ai due/tre anni poi i bambini sono tenacissimi pur di affermare la loro persona!) ed è un continuo litigare. In realtà in queste situazioni l’arma vincente è la creatività e la pazienza. La prima serve per inventarsi modi diversi di affrontare la problematica, la seconda per non arrendersi all’esplosione di rabbia che ci muove dentro. Questa rabbia talvolta viene suscitata dalla sfida che sembra mettere in atto il bambino nei nostri confronti. Ma niente panico, anche questa fa parte della sua modalità di mostrarsi forte e autonomo.