La scoperta della sessualità nei bambini

 

Nei bambini piccoli, in particolare nella fascia di età che va dai 3 ai 5 anni vi è tra le varie fasi di scoperte e domande universali quella inerente alla dimensione sessuale. Vi suggeriamo di non “scappare” da queste domande talvolta  imbarazzanti ma piuttosto di capire il punto di vista dei piccoli: chiedono perché hanno bisogno di capire per costruire nel tempo una propria identità sessuale che possa poi accompagnarli da adolescenti e da grandi ad avere partners e relazioni con i quali vivere la sessualità nel modo più naturale e sereno possibile. Laddove il bambino non trova le risposte che va cercando in famiglia sarà costretto a cercarle altrove mediante la scuola, le amicizie e i vari confronti che si hanno. Poterne parlare in modo tranquillo con un tono sereno invita il piccolo a capire che pur trattandosi di intimità è importante conoscere e sapere per non spaventarsi o irrigidirsi. Ricordiamoci che i bambini costruiscono nel loro immaginario in base a ciò che vivono e sperimentano in famiglia: quindi il nostro esempio anche quando andiamo banalmente in bagno è fondamentale! Inoltre non avendo vissuto certe malizie o pensieri non vivono in modo pericoloso o pauroso questi sono pensieri e preoccupazioni adulte che non devono arrivare a loro soprattutto quando sono piccoli e chiedono per sapere.

Torneremo su questi temi vista la richiesta! E voi cosa ne pensate? Sulla nostra pagina Mamme Che Fatica fb e MammeCheFatica IG i video!

Cosa hai mangiato oggi?

 

Cosa hai mangiato oggi? Questa è la tipica domanda che si fa all’uscita dai nidi, scuole dell’infanzia ed elementari. ed è una tipica domanda ‘all’italiana’ per introdurre poi altri elementi di conversazione tra il bambino e l’adulto di riferimento.

Come mai è così importante sapere cosa hanno mangiato i piccoli a scuola? Certo lo si chiede, onde evitare di cucinare le stesse cose a cena…ma non è solo questo..anche perché basta attrezzarsi con lo schema settimanale della scuola e appenderlo sul frigorifero.

E’ una sorta di domanda retorica che si fa, che include anche una percezione di ansia e  controllo dell’adulto sul bambino. (riuscirà il mio bambino a mangiare anche fuori di casa? Il cibo sarà preparato e cucinato bene come a casa?)

Mammechefatica suggerisce anche di concentrarsi su come è andata la giornata, cosa è successo, e piuttosto di chiedere: come sei stato/a a scuola oggi? Bene?E’ andata meglio?…Essendo i bambini auto-regolatori nei confronti del cibo..è bene anche spostare l’attenzione su altre domande, ma soprattutto lasciare ai bambini il tempo di riadattarsi, e accettare quella fase di passaggio tra l’uscita da scuola e il ritorno a casa. Così facendo saranno i bambini a raccontarvi con più entusiasmo e nei dettagli il vissuto della giornata e ciò che hanno sperimentato (e probabilmente cosa avranno mangiato!).

Provate!

 

 

 

“Come fare a..” ecco il quesito più difficile e interessante..

 

MammeCheFatica scrive il quesito più difficile e interessante a cui viene sottoposta quasi quotidianamente nei momenti di scambio e confronto aperto con i genitori: coloro che vediamo negli asili, coloro che conosciamo nelle consulenze individuali e quelli ‘sconosciuti’ a cui scriviamo via web.

Tutti voi, genitori di bambini piccolissimi,piccoli e pre-adolescenti ci ponete una domanda: “Come faccio a fare..?”…Noi di Mammechefatica rispondiamo, o meglio, ci proviamo insieme a voi. Ma prima di ipotizzare una qualsiasi risposta vi ricordiamo sempre che:

– Non esiste una bacchetta magica per risolvere i problemi

– I problemi e le difficoltà che ci sembrano  insormontabili, col tempo e con un atteggiamento più consapevole (verso noi stessi,verso il bambino,verso il Problema) si possono superare tranquillamente

– Tutti, ma proprio tutti, abbiamo dei Problemi e dobbiamo riuscire nel tempo a conciliarci con essi e con i nostri limiti

I genitori di oggi non hanno tempo, vanno di fretta e vogliono risposte chiare, precise e possibilmente efficaci che cancellino immediatamente il problema del piccolo.

Ma questioni come l’aggressività, la paura,l’appetito, la gelosia, la rabbia… sono delle emozioni e come tali devono avere il tempo di essere elaborate da ciascun individuo.

Detto questo..si prova a contestualizzare il Problema, lo si affronta e possibilmente lo si ridimensiona.