Auguri Maria Montessori

ll 31 Agosto del lontano 1870 a Chiaravalle nasceva Maria Montessori. Davvero uno dei più importanti riferimenti nella storia dell’educazione e della pedagogia dalla quale possiamo imparare ancora molto. Rimane un simbolo non solo per le teorie pedagogiche ma per la grande attenzione e interesse per il genere umano: il costante studio verso i fragili, i più difficili, i “frenastenici” considerati all’epoca impossibili da educare. Ha dimostrato che invece anch’essi potevano avere una possibilità se ben accolti e sintonizzati con un ambiente stimolante e non giudicante. Non a caso il metodo Montessori rimane nel tempo uno dei più apprezzati e conosciuti nel mondo. Con la speranza che possa continuare a tenere vivo il ricordo e la curiosità verso la sua fondatrice che a nostro avviso ha ancora tanto da insegnarci anche in questo periodo così difficile e incerto sul piano educativo. Saper prendere i suoi spunti e riadattare alle nostre esigenze post Covid potrebbe essere utile e produttivo per costruire insieme una nuova atmosfera dopo così tanti mesi di assenza.

Oggetti transizionali

linusForse qualcuno di voi ha sentito più volte il termine: “oggetto transizionale”, ma davvero sappiamo cosa significhi? Si tratta della famosa copertina di Linus, un oggetto, non necessariamente bello, ma con un valore simbolico importante. Un orsacchiotto, una pezza, una bambolina o un ciuccio hanno infatti il significato di rappresentare la figura primaria. Il pediatra e psicoanalista inglese D. Winnicott ha teorizzato questo fenomeno tipico della prima infanzia per cui i bambini considerano quell’oggetto concreto inanimato come un simbolo del rapporto con la madre, quindi ricco di affetti. Per questo motivo possiamo comprendere l’importanza attribuita a tali oggetti dai bambini; proviamo ad empatizzare con la loro reazione che a noi può parere esagerata quando l’ oggetto si rompe, o si è perso o la mamma ha deciso di metterlo in lavatrice! Rispettiamo il significato che viene attribuito a questi oggetti, e, anzi, valorizziamoli al fine di rendere i bambini gradualmente più autonomi dagli adulti.