Come aiutare il bambino a parlare

Come aiutare il bambino a produrre le prime parole? È una delle domande più frequenti che riceviamo quotidianamente nelle consulenze private e nel lavoro sul campo nei nidi.  Come diciamo spesso la produzione di un certo linguaggio è un fattore da una parte soggettivo, quindi dipende strettamente dalla storia personale di ogni bambino ma dall’altra è fortememente influenzato anche dall’ambiente. Per ambiente si intende il contesto relazionale in cui vive il bambino. Se ha a disposizione dei genitori che stimolano e incuriosiscono, fanno domande (ovvio anche senza attendere una risposta ma facendolo sentire “parte di”) cantano e ripetono filastrocche il piccolo inevitabilmente inizierà a fare le sue lallazioni e poi progressivamente a trasformare i suoni in prime parole. Le canzoncine davanti allo specchio rappresentano un vero e proprio toccasana per il piccolo e per la sua mamma/papà. Vi rassicuriamo: non importa essere intonati o stonati, ciò che importa è la portata della comunicazione! È la capacità di trasmettere e incantare con le parole e lo sguardo che affascina il bambino piccolo. Per chi fosse preoccupato per un possibile ritardo: iniziate a cantare insieme più volte al giorno (però deve essere un impegno costante) sempre le stesse canzoncine, anche con toni e modi diversi  mentre giocate e fate qualsiasi cosa e i risultati si vedranno.

 

 

 

E se il mio bambino non parla ancora?

Intorno all’anno, si sa, i bambini tendenzialmente incominciano a dire le loro prime paroline, ma, come sottolinea sempre MammeCheFatica, ogni bambino ha i suoi tempi, ben diversi da quelli dei manuali di pedagogia o puericultura. Quando è il caso di iniziare a preoccuparsi se il proprio bambino non dice nulla o davvero pochissime parole? Se gli altri aspetti (motorio, sociale, cognitivo..) ci sembrano funzionare bene, si può anche aspettare fino ai tre anni di età. L’importante è che il bambino interagisca in qualche modo con adulti e coetanei attraverso una comunicazione non verbale, che sia curioso del mondo circostante e risponda se chiamato per nome. Lo sviluppo del linguaggio dipende da moltissimi fattori e non ci deve allarmare se in ritardo rispetto ad altri bambini se tutto il resto procede bene. L’importante è sempre:

-non forzare il bambino a parlare

-non fare confronti con gli altri

-mantenere il controllo e scacciare l’ansia: si è ancora in tempo per intervenire ed eventualmente farsi aiutare

-non insistere eccessivamente sulla corretta pronuncia

-non prenderlo in giro se si esprime male

-stimolarlo con la lettura di fiabe e storie (l’apprendimento per imitazione funziona sempre molto!)

-verbalizzare i suoi desideri/sentimenti

Dieci consigli per affrontare la paura del water dei nostri bambini

bambina impara ad usare il waterDa sempre è il tema più discusso sul nostro blog: ci chiedete suggerimenti privatamente o sottoforma di commenti ai post.. proviamo a rispondevi e spesso ci date un feedback positivo. E’ giunto il momento di fare una sintesi dei concetti secondo noi più importanti. Ecco 10 consigli per affrontare la paura del water dei bambini:

  1. Non prendere in giro il bambino che si fa la pupù/pipì addosso: per lui sarebbe troppo umiliante
  2. Non parlarne continuamente
  3. E soprattutto evitare di farlo di fronte ad altre persone
  4. Utilizzare dei libri per bambini sul tema: leggere insieme delle storie in cui il bambino si può identificare aiuta molto
  5. Non fare confronti con fratelli/cugini/amici
  6. Non minacciare il bambino con frasi del tipo: “Se non la fai nel water/vasino, salti la merenda” o  “..la mamma non ti vuole più bene”
  7. Non forzarlo o insistere
  8. Non accusarlo o farlo sentire in colpa
  9. Mostrategli come sia un comportamento naturale anche per noi adulti
  10. Non perdete la speranza: tutti compiono questo passaggio prima o poi, ma si devono rispettare i tempi diversi di ogni bambino

 

E se ancora avete difficoltà, scrivete a info@mammechefatica.it , faremo il possibile per darvi una mano!