Tornare a casa con un neonato..

Tornare a casa subito dopo il parto è sempre emozionante ma rappresenta un momento molto intenso e faticoso soprattutto per la figura femminile: alla ricerca di un nuovo equilibrio da ristabilire considerando la sua priorità: il piccolo del quale prendersi cura. Includendo tutti gli imprevisti del caso è comunque possibile organizzare e pianificare un rientro consapevole in cui ognuno può dare il suo contributo: fondamentale è il ruolo del partner che dovrà occuparsi di alcuni aspetti pratici e logistici e nel contempo sostenere e supportare le fatiche della neomamma talvolta anticipandole e condividendoli. In coppia o da soli l’aspetto importante è quello del fare squadra e saper fare rete con gli aiuti a disposizione. Evitare di caricarsi di impegni eccessivi, la testa sarà già piena di pensieri e nuove responsabilità che potrebbero mandare in confusione e provocare un senso di fragilità. Non allontanate o rimuovete questi pensieri: fateli uscire e fatevi aiutare nel dare loro un nuovo significato. Talvolta una consulenza specifica può offrire in termini di sicurezza un piccolo contributo concreto in grado di restituire il senso di fiducia che il neogenitore va cercando. Si tratta di definire una nuova quotidianità e ancora di più una nuova dimensione in sintonia con i bisogni primari del proprio neonato senza dimenticare i propri spazi fondamentali per sentirsi bene e in grado di nutrire l’altro.

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Cosa si aspettano i bambini da noi?!

 

Qui vi proponiamo un cambio di prospettiva: cosa si aspettano i bambini da noi? Sapevate che è proprio nei momenti difficili, quando i bambini sono insofferenti e incapaci di dire cosa provano che hanno bisogno della vostra presenza? Talvolta più sono arrabbiati, incapaci di giocare, di relazionarsi coi pari e più hanno estremamente bisogno della funzione genitoriale per sentirsi contenuti e rassicurati. A modo loro stanno cercando di dirvi:” mamma, papà mi siete mancati”. È fondamentale intuirne la necessità e creare dei momenti di gioco insieme senza aspettative e senza programmare nulla. Talvolta creare un rituale insieme, può essere utile per cambiare l’atteggiamento.E’ questo ciò che si aspettano da noi: la nostra presenza attiva, la nostra capacità di giocare e scherzare con poco, facendo uno sforzo e un compromesso con la nostra stanchezza adulta che talvolta ci stronca in toto. Mamma, Papà – mi siete mancati- sembrano dire a modo loro!

 

Passaggio babysitter/mamma come fare

Come fare a valorizzare il passaggio dalla figura primaria (la mamma) alla babysitter? Non è sempre un passaggio scontato, dipende da una serie di fattori tra cui l’età del piccolo ma soprattutto la capacità di gestire il distacco della babysitter, la quale deve essere supportata implicitamente dalla mamma ad essere incisiva e decisa a prendere il piccolo e saperlo incantare con una canzoncina (meglio sempre la stessa così viene riconosciuta nel tempo) e con un oggetto inventato ad hoc come ad esempio:

  • burattino con veccia calza
  • rotolo di carta igienica trasformato in coniglio o altro animale
  • cuscinetto profumato con lavanda
  • bottiglietta sonora

Così facendo deve permettere al piccolo di sentirsi sicuro e alla sua mamma di poter stare tranquilla il più possibile sia che si tratti di mezz’ora sia che si tratti di più tempo.  La Babysitter deve provare a capire come sintonizzarsi al meglio con l’ambiente e come aiutare sé stessa ma nel contempo il piccolo e la sua mamma a fare in modo che sia un’esperienza piacevole e di crescita per tutti.

A tutte coloro che svolgono la funzione materna

 

In attesa della ricorrenza della festa della mamma dedichiamo questo post a tutte coloro che svolgono la funzione materna (che non coincide sempre con l’essere madri attenzione!) . A tutte coloro che ogni giorno provano a districarsi tra famiglia lavoro senza però dover per forza rinunciare ad uno spazio per sé senza sensi di colpa e senza dover rendere conto a nessuno (se non a sé stesse).  La strada è ancora lunga in termini di parità e rispetto ma intanto procediamo e coltiviamo nelle giovanissime un’idea dell’essere madre in grado di realizzarsi e raggiungere i propri obiettivi senza dover per forza perdere o rinunciare a qualcosa.