Lione: bimba 11 mesi muore in asilo

Avremmo voluto parlare d’altro, scegliere una tematica meno pesante ma la cronaca ci riporta una notizia drammatica che non possiamo ignorare. Una bimba, di origini italiane, alla quale viene dato dell’acido muriatico dall’ educatrice per calmare i suoi terribili pianti. Il fatto terribile è avvenuto in una garderie di Lione. Ma l’attenzione collettiva va spostata sull’educatrice. Cosa ha portato ad un gesto del genere? Un senso di vuoto? Di burnout avanzato? Dove era il resto dello staff? Probabile che la bimba già piangesse molto perché percepiva probabilmente tutta la rabbia e la frustrazione dell’educatrice. Questo ci spaventa e preoccupa molto: l’invisibilita’ del dolore e della frustrazione educativa sul campo di chi svolge un lavoro di cura così importante e significativo. Ribadiamo il nostro continuo appello a percorsi di supervisione e formazione continua, a monitoraggi delle varie realtà, a continui processi di condivisione. Se tutto questo viene svolto con regolarità e professionalità non si arriva a questi eventi drammatici. Ma deve esserci dietro un lavoro continuo di rete e di squadra che aiuta, fortifica e struttura le menti anche più fragili e in difficoltà.  Chi ci conosce e frequenta le ns supervisioni sa bene quanto tempo investiamo su questi argomenti e sul tema pianto. Chi lavora in campo educativo deve conoscere il pianto del bambino ma soprattutto conoscere il proprioSolo chi acquisisce una piena consapevolezza di sé e dei propri limiti può pensare di lavorare con e per gli altri. Purtoppo queste dinamiche invisibili non vengono mai percepite come fondamentali.

  • Alle educatrici diciamo: fatevi aiutare, sappiate mettervi in discussione e fermarvi prima di essere divorate dall’indifferenza,dal vuoto. Tenetevi in costante ricerca.
  • Ai genitori: chiedete e pretendete nelle strutture educative in cui portate i vostri bambini che vi sia una costante Regia Educativa in grado di monitorare lo staff. È un diritto di tutti avere a disposizione realtà socioeducative preparate e pensate per accogliervi. Il lavoro con la Prima Infanzia deve essere percepito come una grande responsabilità collettiva. 

 

 

 

 

Caso Martina Patti: non giudichiamo please

La cronaca ci impone di fermarci un attimo su un caso, quello dell’infanticidio della bimba Elena Del Pozzo.  È un fatto violento, durissimo da accettare se si pensa poi che è stato creato e pensato dalla persona che l’ha messa al mondo, ma in queste situazioni soprattutto, così delicate, è bene evitare analisi o critiche superficiali e astenersi dal giudicare: chi siamo noi per sapere il livello invisibile di dolore e solitudine che questa madre portava con sé e che si  trascinava da chissà quanto tempo prima di esplodere in un gesto fuori controllo. Ci chiediamo quante madri invisibili vi siano in giro e cosa è possibile fare in concreto per evitare gesti del genere. Le madri non devono essere lasciate sole nella crescita dei figli, non devono sentire il peso del mondo sulle spalle, devono e dovrebbero stare all’interno di una rete di relazioni e aiuti per le quali si sentono utili e adeguate, tenute in mente e pensate. Grazie a tutti i posti pubblici e gratuiti come ad esempio i consultori, i centri anti violenza, le innumerevoli associazioni, il Telefono Azzurro ecc. che si fanno carico di tutte le madri invisibili e che nel quotidiano contribuiscono a prevenire situazioni di disagio.

 

Summertime: ci siamo!

Sarà il caldo esagerato che ci ha spiazzato, la stanchezza che si aggiunge per la fine dell’anno educativo ma è bene pensare e immaginare anche alle vacanze e soprattutto organizzare quelle dei bambini: campus estivi se si resta in città, chi andrà al mare o in montagna invece potrà già cambiare aria e rilassarsi un po’.Gia’ perché anche i bambini sono stanchi e percepiscono il caldo e hanno bisogno di ritmi più lenti, di giornate meno piene da riempire con mille attività. il periodo estivo deve permetterci una gestione più rilassata del tempo per noi e loro, al fine di stare meglio e privilegiare una migliore relazione e un modo di giocare più fresco e spensierato.

Avanti tutta!

 

 

 

 

I bambini nel 2022 hanno paura di…

 

Dalle statistiche generali delle nostre consulenze ci sentiamo di dire che i bambini in questo preciso periodo storico (post pandemia, dopo 100 giorni di conflitto russo-ucraino) hanno alcune paure che vanno accolte e capite. Soprattutto i bambini più grandi della fascia della primaria hanno sentito di questi tempi l’aria che tira e inevitabilmente possono fare domande scomode e preoccupanti sulla vita, sulla morte, sulla nostra salute ecc. Possono preoccuparsi sui nostri spostamenti e viaggi, quando non siamo fisicamente lì con loro perché hanno bisogno di tentare di avere la situazione sotto controllo e non dovere temere nulla di grave per la loro famiglia. Anche se la tendenza è quella di evitare di rispondere in modo diretto per paura di ferire vi suggeriamo di stare sul problema e ragionare in modo tranquillo con loro. Ricordando sempre che se fanno una domanda è perché vogliono conoscere la risposta. Si tratta anche di una forma di rispetto nei loro confronti e nelle persone che diventeranno. Non fate finta di nulla, ma create insieme delle risposte ampie all’interno delle quali ragionare insieme: li state aiutando a prepararsi alla vita.

Per qualsiasi cosa noi ci siamo!

Info@mammechefatica.it oppure ci trovate sull’app ResiliaService!