Parlare con i bambini in modo efficace

La comunicazione con i bambini, qualsiasi sia la loro età, è sempre fondamentale. Apparentemente sembrano piccoli per capire, ma non è così: se anche non conoscono alcuni termini, senz’altro colgono il senso e il tono affettivo usato dall’adulto. Come parlare quindi con loro in modo efficace?

 

  • Attirare la loro attenzione, assicurandosi il contatto visivo e abbassandoci alla loro altezza
  • Usare parole semplici, concrete
  • Evitare discorsi troppo lunghi e contorti
  • Il tono deve essere calmo, ma anche autorevole, se necessario
  • Non utilizzare minacce o ricatti affettivi (“Se continui così non ti vogliamo più bene” oppure “..me ne vado” perché fanno presa sulle angosce infantili peggiori)
  • Verbalizzare tutte le emozioni, anche quelle negative (rabbia, delusione, tristezza..)
  • Non ingannarli, né prenderli in giro
  • Se facciamo una promessa, va mantenuta!

Siete d’accordo con queste indicazioni?

Come parlare con i bambini?

La comunicazione con i bambini, qualsiasi sia la loro età, è sempre fondamentale. Apparentemente sembrano piccoli per capire, ma non è così: se anche non conoscono alcuni termini, senz’altro colgono il senso e il tono affettivo usato dall’adulto. Come parlare quindi con loro in modo efficace?

 

  • Attirare la loro attenzione, assicurandosi il contatto visivo e abbassandoci alla loro altezza
  • Usare parole semplici, concrete
  • Evitare discorsi troppo lunghi e contorti
  • Il tono deve essere calmo, ma anche autorevole, se necessario
  • Non utilizzare minacce o ricatti affettivi (“Se continui così non ti vogliamo più bene” oppure “..me ne vado” perché fanno presa sulle angosce infantili peggiori)
  • Verbalizzare tutte le emozioni, anche quelle negative (rabbia, delusione, tristezza..)
  • Non ingannarli, né prenderli in giro
  • Se facciamo una promessa, va mantenuta!

Siete d’accordo con queste indicazioni?

E se il mio bambino non parla ancora?

Intorno all’anno, si sa, i bambini tendenzialmente incominciano a dire le loro prime paroline, ma, come sottolinea sempre MammeCheFatica, ogni bambino ha i suoi tempi, ben diversi da quelli dei manuali di pedagogia o puericultura. Quando è il caso di iniziare a preoccuparsi se il proprio bambino non dice nulla o davvero pochissime parole? Se gli altri aspetti (motorio, sociale, cognitivo..) ci sembrano funzionare bene, si può anche aspettare fino ai tre anni di età. L’importante è che il bambino interagisca in qualche modo con adulti e coetanei attraverso una comunicazione non verbale, che sia curioso del mondo circostante e risponda se chiamato per nome. Lo sviluppo del linguaggio dipende da moltissimi fattori e non ci deve allarmare se in ritardo rispetto ad altri bambini se tutto il resto procede bene. L’importante è sempre:

-non forzare il bambino a parlare

-non fare confronti con gli altri

-mantenere il controllo e scacciare l’ansia: si è ancora in tempo per intervenire ed eventualmente farsi aiutare

-non insistere eccessivamente sulla corretta pronuncia

-non prenderlo in giro se si esprime male

-stimolarlo con la lettura di fiabe e storie (l’apprendimento per imitazione funziona sempre molto!)

-verbalizzare i suoi desideri/sentimenti

La violenza sui minori: come prevenirla?

affettoPurtroppo spesso per lavoro veniamo a conoscenza di storie di violenza sui bambini e ci stringe il cuore sentirci impotenti di fronte ai fatti compiuti. Non ci sono parole per descrivere il dramma che molti minori hanno subito e subiscono quotidianamente.E’ un tema delicato, ma è giusto affrontarlo e non negarlo.

In realtà non siamo inermi, tutti noi possiamo fare qualcosa per contrastare la violenza, possiamo ascoltare, possiamo intervenire e soprattutto pre-venire. La prevenzione è sempre lo strumento migliore per una vita più serena (per tutti). Noi adulti infatti, non solo come operatori dell’infanzia o genitori, abbiamo il compito e la responsabilità di agire e arginare questi comportamenti abusanti e minanti uno sviluppo sano. In che modo? Senz’altro promuovendo sin da piccolissimi il rispetto, la tolleranza dell’altro, le differenze (esempio nel corpo dei maschietti e delle feminucce), l’affetto e i sentimenti. Inoltre è importante favorire sempre una buona comunicazione, in particolare sul tema delle emozioni. Non sempre è facile per noi adulti, ma dobbiamo sforzarci di trasmettere un’assoluta tranquillità ai più piccoli rispetto ad un’adeguata espressione delle emozioni, anche di quelle negative.

Infine è fondamentale insegnare ai bambini come distinguere un avvicinamento e un contatto da parte degli adulti adeguato e uno non adeguato, formandoli su come e quando chiedere aiuto.
Se ognuno, nel suo piccolo, si attivasse verso questa direzione, limiteremmo di molto questo fenomeno assurdo e ingiusto.

Fondazione Dalmine: valorizzazione della memoria e del patrimonio industriale anche per i più piccoli…

 

Sabato pomeriggio MammeCheFatica è stata invitata ad una bella festa organizzata in collaborazione con il Comune di Dalmine e l’ente no-profit Fondazione Dalmine, in occasione del BibloFestival 2013 di cui abbiamo già parlato qualche giorno fa.

Abbiamo avuto l’occasione di conoscere ed entrare presso la sede della Fondazione, in una villa costruita nei primi decenni del secolo, e vedere le attività che organizzano anche per i bambini e le scolaresche allo scopo di sensibilizzare i più piccoli alla valorizzazione della memoria e del patrimonio industriale, recuperando l’identità storica del paese. Fa sempre piacere vedere un’azienda come Tenaris Dalmine così attiva e sensibile sulle politiche del welfare!

Il giardino della Fondazione pieno di famiglie.

Ad esempio ieri, nel giardino della Fondazione, vi erano un migliaio di persone, tra cui tantissimi bambini, che giocavano liberamente e sperimentavano l’uso di giochi speciali, costruiti con materiali di recupero da Guixot de 8, un collettivo catalano che si dedica all’animazione per l’infanzia e al teatro di strada.

Gli originali giochi del collettivo catalano Guixot de 8.

Altri giochi del collettivo catalano Guixot de 8.

Molto bello il laboratorio fotografico con le foto dell’archivio della Fondazione e spettacoli per grandi e piccini con cantastorie e il mitico Giulio Coniglio, che vedete ritratto in foto insieme a noi.

Bimbi al lavoro con le foto dell'archivio della Fondazione.

Marta, Sara di MammeCheFatica con & Giulio Coniglio in persona!

Un bell’esempio da imitare! no?!

Si ringraziano per l’ospitalità: l’Azienda Tenaris Dalmine, Manuel della Fondazione Dalmine e il suo staff, l’Agenzia di Comunicazione 77 Agency ed in particolare: Claudia, Elettra & Michele ed infine l’autista che ci ha accompagnato per la sua impeccabile puntualità!

 

Adottare un bambino..(parte prima)

 

Scegliere di adottare un bambino significa avere un autentico desiderio, non solo di avere un figlio, ma anche di fare i genitori. E’ senz’altro una situazione molto delicata che richiede sensibilità, amore e generosità in cui è necessario lavorare affinchè il bambino adottato cresca con un attaccamento sicuro. Per fare ciò è importante che il piccolo si senta parte dell’ambiente che lo circonda e non un estraneo. Come si favorisce una sensazione di questo tipo? Attraverso una buona comunicazione affettiva che raccolga la storia del bambino, dandone un significato. Ricordiamogli, per esempio, che lui è nato dalla pancia della sig.ra X che non ha potuto occuparsi di lui, ma la mamma e il papà siete voi, coloro che hanno scelto il difficile ruolo di genitori. La scelta dei termini giusti, sensibili e “curativi” è fondamentale; a questo proposito evitate parole che feriscono come il fatto di essere stati abbandonati. Tuttavia ricordiamoci sempre che il silenzio non protegge, ma fa solo del male!

L’inserimento al nido, il punto di vista dell’educatrice…

 

Intervista a Lavinia Bau, educatrice di lunga esperienza e atelierista, che lavora presso un nido a Verona.

  1. Cara Lavinia, sulla base della tua esperienza nei nidi, quali suggerimenti daresti ai neo genitori per far in modo che si verifichi un buon inserimento?

Una grande disponibilità di tempo, anche mentale, lasciare che le cose accadano e coltivare una buona dose di curiosità verso questo mondo particolare.

  1. Qual è, invece, un errore frequente da parte dei genitori?

Uno sbaglio frequente è dire, ad esempio: “Se stai buono, poi ti porto le caramelle”. Questo ricatto dà un’immagine negativa del posto in cui il bambino si deve inserire, lo svaluta. Ma anche la fretta di dire che va tutto bene non facilita questo momento.

  1. Perché, secondo te, le mamme hanno così paura del momento dell’inserimento? Come possiamo aiutarle?

Hanno paura perché non hanno idea del significato di certe situazioni. Trovo che le spiegazioni scritte servano fino ad un certo punto. Quello che invece può servire è la comunicazione orale, il contatto può servire oltre al tempo. Il tempo di provare ad ascoltare tutte le dinamiche che avvengono. Ci vuole un colloquio approfondito all’inizio per conoscersi meglio con le educatrici e la referente del nido. La mamma deve sentirsi tranquilla e sapere cosa succederà. Inoltre bisogna preparare per tempo il bambino con le parole giuste e prepararsi.

Ringraziamo Lavinia per aver risposto a queste domande. Buon lavoro!

MammeCheFatica consiglia il libro di Massimo Gramellini

 

Edito da Longanesi, “Fai bei sogni” è un bel libro che consigliamo a tutti i genitori che hanno a che fare con la difficoltà di comunicare una verità complicata ai propri figli e che quindi preferiscono nasconderla.

di cosa tratta: Gramellini parla di un uomo, in dialogo costante con il sé bambino, che si è trovato a dover fronteggiare precocemente un’esperienza dolorosa che gli ha causato notevoli sofferenze. Il padre del protagonista nasconde la verità al figlio pensando di difenderlo dal trauma che invece lo indurrà, inevitabilmente, a colmare quella mancanza in tutti i modi possibili. Oltre a questo si parla di passione per il calcio, per il giornalismo e per le donne.

perchè ne parliamo: Mammechefatica lo approva. si tratta di un libro emotivamente intenso che spiega brillantemente quanto sia importante comunicare in modo sincero ai propri figli.

a chi è consigliato: a tutti i genitori che vorrebbero “poter dire” ai loro figli ma forse non vogliono o non se la sentono.

Mamme… si canta!

 

Care Mamme,
MammeCheFatica vi consiglia…di cantare!

– E’ estremamente salutare;
– Sui bambini ha un effetto molto rilassante.

Ve lo garantiamo noi che con le canzoncine tutti i giorni incantiamo i vostri bambini.
Quando cantare? Sempre!

– E’ un’ ottima forma di relazione, di gioco e di comunicazione;
– E’ una forma di apprendimento, poichè attraverso il canto il piccolo impara nuove parole per arricchire il suo lessico;
– Una volta interiorizzata la capacità di cantare è una modalità da accompagnare ai momenti di gioco, di disegno o di tranquillità.

Provate e diteci cosa ne pensate.