“Cambiare la scuola si può” di D.Novara

 

In questi tempi bui, tra sedie che vengono lanciate ai prof e genitori poco partecipativi al processo di crescita dei loro figli, Daniele Novara, scrive un bel libro sul possibile e necessario cambiamento della scuola, partendo dalle risorse di ognuno: insegnanti,genitori ed alunni. L’autore, una delle firme più autorevoli della Pedagogia di oggi e fondatore del Cpp di Piacenza, spiega ancora una volta come fare a rendere visibile questo cambiamento partendo da piccole strategie quotidiane. Lezione frontale, compiti a casa e studio mnemonico sono un esempio di come il sistema scolastico sia statico da tempo. Novara propone il metodo maieutico che valorizza la scuola come “comunità di apprendimento” all’interno della quale si apprende dai pari, si sperimenta, e dove il ruolo di insegnante e’ quello di un regista che valorizza e mette al centro i suoi allievi.

Perche’ è importante leggerlo: per sensibilizzare e ancor più coinvolgere gli insegnanti e i genitori in questo processo di cambiamento, perché è possibile una scuola nuova dove ci si aiuta, si condivide e ci si diverte anche!

Perche’ ne parliamo: Daniele Novara rappresenta uno dei volti più noti nel panorama psicopedagogico italiano, e conferma il bisogno e la necessità di immaginare e vivere una nuova scuola dove la partecipazione e la condivisione siano alla base di tutto.

Incontriamo l’autore: Daniele Novara presenterà il suo ultimo libro a Milano il 19 Novembre presso la libreria Mondadori in via Marghera 28 alle ore 20.30 e a Roma il 21 Novembre presso la Città dell’Altra Economia  alle ore 20.30. Ingressi gratuiti fino ad esaurimento posti.

Noi ci saremo!

 

 

 

 

 

Litigare bene, si può…ce lo spiega…

 

Mammechefatica ha partecipato al Convegno Nazionale ‘Litigare Bene’ organizzato dal Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti diretto da Daniele Novara a Piacenza, sabato 1 Dicembre.

Si è entrati subito nel cuore del dibattito affrontando il tema dei conflitti e dei litigi e imparare a considerare quest’ultimo come una forma di apprendimento e di crescita non solo per i bambini ma anche per gli adulti. E’ possibile aiutare i bambini a litigare bene? E’ possibile avere un’esperienza positiva in questo contesto? La risposta è si, come afferma D.Novara, presentando le strategie per l’utilizzo del  metodo maieutico che ci consenta appunto di litigare bene. In primo luogo, sottolinea il fondatore del Centro, è importante predisporre le condizioni per far in modo che il bambino faccia da solo nel processo di apprendimento. La figura adulta inoltre non deve imporsi, deve astenersi da qualsiasi tipo di giudizio che potrebbe condizionare il bambino stesso.

Inoltre l’adulto, sia educatore sia genitore deve sostenere la capacità autoregolativa del bambino e saper far ‘decantare il litigio’ come afferma D. Novara.

Il litigio e il conflitto va concepito in un ottica costruttiva e positiva e contiribuisce a favorire: – il riconoscimento dei propri limiti

– la scoperta dei propri errori

– una naturale possibilità di un ‘esperienza  e nuove conoscenze

Come adulti, come Grandi Responsabili, dobbiamo sviluppare e incentivare i piccoli a coltivare ‘quell’intelligenza sociale’ di cui ci ha parlato L.Bonica nel suo intervento. ( se è l’adulto a fornire sempre soluzioni ciò è limitante poichè il bambino non vive l’esperienza in modo diretto; il bambino sperimenta nel conflitto tra i pari e spesso riesce a trovare una soluzione). Gli aduti, prosegue A. Oliviero Ferraris, ‘peccano d’interventismo’ e non consentono al bambino di trovare invece il tempo e lo spazio per arrivare a trovare l’accordo e la soluzione per quel conflitto. ( se l’adulto è invadente, non consente quindi al bambino di trovare una soluzione e di poter vivere questa esperienza fondamentale per la crescita).

Il metodo maieutico ci insegna quindi a : Non temere i litigi, imparare a tenere sotto controllo le emozioni in tutti i contesti sociali e  capire che le situazioni anche di matrice negativa si possono risolovere…

Litigare bene serve tutta la vita.

Le parole servono a litigare senza farsi male, come ha scritto una bimba di Reggio Emilia