Il ruolo dell’educatrice..

Di asili ne conosciamo ormai parecchi in diverse parti d’Italia. L’aspetto interessante che osserviamo sempre è l’atteggiamento e il ruolo dell’educatrice; sembra uguale e invariato ovunque andiamo. L’educatrice è una figura molto importante all’interno del nido, anche se spesso è sottovalutata. Dovrebbe essere in grado di proporre, intuire e accogliere. Dovrebbe ancora prima essere in grado di osservare il rapporto e la relazione tra i genitori e i bambini, provando a capire senza giudicare (non è semplice né immediato). Desideriamo Educatrici curiose e mai sazie di imparare. Il nostro è un mestiere che può portare ad un forte senso di frustrazione, se non si compie la fatica quotidiana di modificare e introdurre qualche piccolo cambiamento che ci fa sentire un giorno diverso dall’altro. L’educatrice deve essere ben consapevole dei propri limiti e delle proprie responsabilità. Ma deve riuscire a “gettare un raggio di luce”, come direbbe la Montessori per illuminare tutti i suoi bambini e coglierne le potenzialità anche laddove vi sono delle difficoltà. L’educatrice non deve temere l’intrusione di altre figure professionali, anzi, deve utilizzarle per crescere e sentirsi più sicura e disinvolta, anche se, per esperienza, invitiamo a non sentirsi mai troppo sicure, ma a fare sempre spazio ai dubbi e alle criticità. Spesso osserviamo quanto sia difficile conservare l’entusiasmo per i bambini e le proposte educative. Ma la routine non deve togliere il sorriso e la capacità di giocare. Non deve annullare la nostra vivacità culturale e voglia di fare. Cercate, nonostante tutto, di mantenere quella freschezza dei primi tempi e di trovare nel tempo occhi e strumenti nuovi per rinascere ogni giorno, pur sapendo bene quanto sia difficile trovare un giusto equilibrio.

Vi aspettiamo come sempre per confronti e condivisioni. Buon lavoro!

 

L’inserimento al nido, il punto di vista dell’educatrice…

 

Intervista a Lavinia Bau, educatrice di lunga esperienza e atelierista, che lavora presso un nido a Verona.

  1. Cara Lavinia, sulla base della tua esperienza nei nidi, quali suggerimenti daresti ai neo genitori per far in modo che si verifichi un buon inserimento?

Una grande disponibilità di tempo, anche mentale, lasciare che le cose accadano e coltivare una buona dose di curiosità verso questo mondo particolare.

  1. Qual è, invece, un errore frequente da parte dei genitori?

Uno sbaglio frequente è dire, ad esempio: “Se stai buono, poi ti porto le caramelle”. Questo ricatto dà un’immagine negativa del posto in cui il bambino si deve inserire, lo svaluta. Ma anche la fretta di dire che va tutto bene non facilita questo momento.

  1. Perché, secondo te, le mamme hanno così paura del momento dell’inserimento? Come possiamo aiutarle?

Hanno paura perché non hanno idea del significato di certe situazioni. Trovo che le spiegazioni scritte servano fino ad un certo punto. Quello che invece può servire è la comunicazione orale, il contatto può servire oltre al tempo. Il tempo di provare ad ascoltare tutte le dinamiche che avvengono. Ci vuole un colloquio approfondito all’inizio per conoscersi meglio con le educatrici e la referente del nido. La mamma deve sentirsi tranquilla e sapere cosa succederà. Inoltre bisogna preparare per tempo il bambino con le parole giuste e prepararsi.

Ringraziamo Lavinia per aver risposto a queste domande. Buon lavoro!

Disagi al centro estivo?

 

Oggi rispondiamo a Valentina e Rosanna che ci hanno scritto, disperate, perché non capiscono come mai i loro bambini non vadano al centro estivo di buon umore, ma piangano all’entrata (nonostante fossero ben inseriti a scuola durante l’anno). Care Mamme disperate, non conosciamo i vostri bambini, dunque non possiamo dare una risposta se non molto generale. Innanzitutto, come noi adulti probabilmente anche loro saranno stanchi di alzarsi al mattino presto e avranno bisogno di una meritata vacanza rilassante. Sentono il clima estivo e desiderano stare di più con mamma e papà: è una cosa assolutamente normale! Poi bisogna considerare i casi particolari e chiedersi:
-Da quanto tempo lo fa?
-Si comporta in un certo modo solo in alcuni giorni specifici (ad esempio se lo accompagna la mamma o se c’è un’educatrice piuttosto che un’altra)?
-Il suo è un disagio che compare in altri contesti? Ad esempio: mangia molto meno, fa fatica a dormire, gioca con meno piacere?

Care Mamme, avete un compito: osservare attentamente i vostri piccoli, rispondere a queste semplici domande e farci sapere! A presto