Come comunicare con i bambini? Ecco cinque consigli da seguire

Sembra facile, ma non lo è per niente. Comunicare con i bambini al fine di educarli, crescerli nel migliore dei modi senza ledere la loro autostima e intensificando il legame relazionale è molto faticoso. Vediamo insieme cinque consigli basici molto utili:

  1. Dire sempre la verità, con parole semplici e adatte, ma autentiche e sincere.
  2. Evitare di dare troppe regole e divieti. Meglio usare la frase in senso positivo piuttosto che girarla in negativo (“Non fare così…”)
  3. Essere coerenti tra quello che si dice e quello che si fa per evitare di confonderli
  4. Non negare le proprie emozioni, ma esprimerle
  5. Non buttare addosso i propri problemi trattandoli da adulti confidenti

Cosa ne pensate? Riuscite a mettere in pratica i nostri suggerimenti? Quali sono le fatiche maggiori che riscontrate?

Su Gioia si dice che..

gioiaIn treno, tra una mail e l’ altra si sfoglia la rivista Gioia e zac: si legge l’ editoriale di M.Elena Viola e ci si  riflette fino all’ arrivo in  Stazione Centrale. Aveva ragione B.Bettelheim a dire che il mestiere del genitore è davvero qualcosa di complicato…leggete qui: “C’era un tempo in cui i bambini facevano i bambini. Abitavano un loro mondo, dove i grandi non entravano. Era un mondo di giochi da bambini, sogni da bambini, pensieri piccoli e immensi, gioie improvvise, paure deflagranti, ozi favolosi e segreti, belli e brutti. Anche ora i bambini, soprattutto quelli che bambini non lo sono quasi più, hanno i loro segreti, ma sono segreti dentro i quali si perdono, a volte, in mancanza di qualcuno a cui dirli per renderli meno spaventosi. Piuttosto li condividono sui social. E diventano segreti mancati, o richieste d’ aiuto lanciate nel vuoto. Ecco i bambini di oggi mi sembrano più soli. Anche se ci sforziamo di essere genitori più attenti e consapevoli dei nostri, più tolleranti e comprensivi, più ‘imparati’, con tutti i manuali di pedagogia tascabile che ci siamo letti. E’ che nel tentativo di comprendere più che educare, assecondare più che guidare, compiacere più che vietare, abbiamo un po’ abbassato la guardia…”

Vi ritrovate anche voi? Dal nostro punto di vista psicopedagogico il quadro sociale sopra narrato ci appare reale e vero. Cosa possiamo fare in concreto per restituire ai nostri bambini un tempo più vero, una dimensione da bambini? Iniziamo a giocare, condividere e dialogare. Questo vale per tutte le fasce di età. Dalla prima infanzia all’adolescenza e oltre..#crediamocinsieme #grazieGioia

Vi presentiamo Kidzinmind…

kidzinmindOggi vogliamo parlarvi di “Kidzinmind” che raccoglie delle App appositamente selezionate per bambini fino ai 6 anni.

Che cos’è: si tratta di App ‘a misura di bambino’ suddivise per fascia d’età con scopi educativi. Ad esempio, per i più piccoli ci sono dei giochi che riguardano i suoni e i rumori della città o della fattoria. Ma nello store si trovano anche le avventure di Super eroi, disegni da colorare a piacimento e molti altri strumenti per apprendere.

Perché ne parliamo: ne parliamo perché ormai gli strumenti tecnologici sono utilizzati fin dalla prima infanzia e quindi è giusto, dal nostro punto di vista, prendere atto di questi cambiamenti, senza criticare a priori. Come professioniste osserviamo le reazioni dei bambini e quelle dei genitori in questi momenti, anche se sosteniamo sempre che il gioco sullo smartphone o su qualsiasi device non deve mai sostituire la relazione e il rapporto con l’adulto di riferimento. Kidzinmind coglie ed evidenzia questo aspetto, ad esempio, con l’utilizzo di un timer (impostato dall’adulto) che permette di temporizzare la fase di gioco, alla quale va posto sempre un limite, specie se si tratta di bambini piccoli. Altre particolarità di Kidzinmind per tutelare i bambini è che dallo store non si possono fare acquisti, nè si trova alcuna pubblicità.

Non ci resta che dirvi..buon divertimento con i vostri bambini! 😉

Ma quante paure!!?

Siamo in tema di Halloween e oggi desideriamo parlare delle paure dei bambini, specie quelli piccoli, che sembrano essere davvero infinite…

Quelle più conosciute e diffuse sono:

  • paura del buio;
  • paura dei mostri;
  • paura di rimanere da soli;
  • paura di fare la cacca;
  • paura del water;
  • paura dei rumori forti come il suono dell’ aspirapolvere;
  • paura del mare;
  • paura degli sconosciuti

Ma perchè un bambino, ancora così naif e ingenuo ha già sviluppato così tante paure? Non dimentichiamoci che la paura, come l’ansia, è un’emozione condivisa con le altre specie, utile per la sopravvivenza. Fondamentale infatti è per un animale riconoscere questa sensazione per attivare il cervello e scappare dai pericoli. I nostri bambini sapranno però essere rassicurati da adulti affettuosi, sensibili, sintonizzati con i loro bisogni di accudimento e riusciranno a superare questo tipo di emozione così forte  e intensa anche mediante il racconto,la capacità di comunicare, e il pianto;quest’ultimo rappresenta in assoluto la forma e la reazione più spontanea e naturale utilizzata dai bambini durante la prima infanzia.

La scelta giusta per l’estate?

 

Mammechefatica sta ricevendo molte mail private in cui ci segnalate spesso i vostri timori per quanto riguarda le vacanze.

Ci chiedete a che età è preferibile iniziare le vacanze da soli, favorendo il processo d’autonomia, lontano dai genitori per una o due settimane. A queste domande rispondiamo dicendo che dipende da molti fattori, tra i quali l’età del bambino,il luogo e l’ambiente nel quale dovrebbe inserirsi,

(se va in vacanza qualche giorno con i nonni o in una struttura per  soli bambini). Consideriamo sempre che ogni bambino ha una sua storia e un suo modo di vivere e affrontare il distacco. Se si tratta di una vacanza, a maggior ragione, deve essere un momento piacevole e ludico e non deve essere fonte di preoccupazione né per il piccolo né per i genitori. Prepararsi lentamente a questa fase di separazione sarà utile non solo al bambino ma soprattutto alla sua mamma e al suo papà, che soffriranno da ‘sindrome da nido vuoto’ senza di lui !!!!!!!!!!!

Quindi nel quotidiano,mostrate al bambino il luogo in cui andrà, le foto, alcuni dettagli significativi, che sono utili per iniziare a pensare e fantasticare cosa succederà….e sarà utile anche a voi per elaborare ciò che potrà fare e imparare anche senza di voi..

 

Come scegliere la baby-sitter giusta?

 

Oltre ad affidarsi all’istinto personale, all’effetto “a pelle” che la persona ci fa, consigliamo di fare una serie di domande importanti. Prima di tutto capire l’esperienza che ha avuto fino ad adesso: dove, per quanto tempo, che età avevano i bambini di cui si è occupata. Dopo esserci presentati a nostra volta, raccontando del bambino, delle sue caratteristiche e abitudini, fate la vostra proposta. Vi suggeriamo di fare anche qualche ora di prova (o più ore, se il bambino è piccolo o se fatica nelle separazioni) con voi presenti, ma occupati in altre faccende. Ultimo dettaglio, non di poca importanza: invitatela a casa in modo che si possa sentire più a suo agio e possa dimostrarci da subito come si relaziona col nostro bambino. In bocca al lupo!