E il piccolo Eitan?

 

Ci stavamo chiedendo: “che ne sarà del piccolo Eitan un domani quando si riprenderà?”.  Come potrà ricostruire una sua vita normale e infanzia felice nonostante tutto il peso con cui dovrà convivere e conciliarsi? E i compleanni della sua mamma, del suo papà e della sorellina? Che ne sarà di lui e della zia che se ne farà carico, quando l’attenzione mediatica non sarà più incentrata su di loro? Gli auguriamo veramente con tutto il cuore di poter trovare tanto affetto e senso di protezione che gli permetta di capire che non è colpa sua, che potrà ,con uno sforzo titanico,ricostruire tutti i pezzetti di vita condivisi con loro e tenerli con sé. Gli auguriamo di trovare una Comunità forte, compatta e consapevole che gli possa dare tutto ciò di cui ha bisogno soprattutto nei momenti di solitudine più critici. Perché è vero che si chiama Eitan, che in ebraico significa coraggio, ma qui deve esserci il coraggio di tutti che in qualche modo se ne fanno carico. Perche’ su quella funivia (Stresa-Mottarone) in quel momento,poteva esserci ognuno di noi. Non dimentichiamocelo.

 

 

 

 

Come comportarsi con i bambini quando c’è un lutto in famiglia?

Il lutto di una persona cara in famiglia genera ovviamente grande dolore e a questo, talvolta, si aggiunge anche l’angoscia di doverne dare comunicazione ai bambini. Gli adulti sono molto preoccupati all’idea di ferire e addolorare i più piccoli e per questo, presi anche dalla tristezza personale, commettono alcuni errori di valutazione, anche se in buona fede. Vediamo dunque cosa non si deve fare in queste situazioni:

-mentire momentaneamente dicendo che la persona è partita o omettere l’accaduto

-allontanare troppo dalla routine il bambino

-pensare che farsi vedere tristi sia un problema (basta invece spiegare che anche i grandi sono tristi, che si può tranquillamente piangere e arrabbiarsi in modo da far sentire più libero il bambino di esprimere il proprio dolore)

-rifiutarsi di affrontare il tema se il bambino lo chiede espressamente (ache se può essere doloroso è importate parlarne liberamente)

-se si decide di non portare il bambino al funerale è importante accompagnarlo al cimitero per permettergli di individuare il luogo dove può andare a salutare la persona defunta (infatti talvolta dire: “X adesso è in cielo e ci guarda da lassù” può essere un’indicazione confusiva perché troppo vaga e poco concreta per i più piccoli).

Spieghiamo il lutto ai bambini…

lutto per i bambiniSe la morte fa parte dell’ esistenza, MammeCheFatica oggi parlera’ anche di questo tema scomodo e doloroso.

Perche’ non si parla mai di questo argomento ancora tabu’ con i bambini? Forse perche’ anche noi adulti abbiamo tanta paura a tirarlo fuori..e invece se ogni tanto ci provassimo faremmo loro un grande regalo: potremmo prepararli e nel contempo preparare noi stessi. Se provassimo a spiegare loro che anche la morte fa parte del ciclo della vita..e andrebbe accettatta come tale. I bambini hanno bisogno di risposte concrete. ” Ma sottoterra come fara’ se avra’ bisogno di qualcosa?”. ” E poi sentira’ il mio pianto fin laggiu’?”. Queste e altre domande ancora ci fanno intuire la loro sensibilita’ e il loro bisogno di affrontare l’ argomento senza sfuggire troppo. Senza bisogno di illuderli. Senza vergognarci di piangere e fingere sempre di essere felici.

Catherine Dolto (figlia della grande Francoise Dolto) scriveva tanti anni fa: “Nascondere ad un bambino la morte di qualcuno che ama, dirgli che la persona è partita per un viaggio gli fa più male che bene. I bambini hanno diritto alla verità.”

Crediamo che il dialogo, l’importanza della parola come ricordo sia fondamentale per i bambini come per noi adulti. Parlate di queste cose, anche se dolorose e impegnative, con i vostri bambini. Mantenete un tono calmo e rassicurante e loro capiranno.

Un abbraccio a tutti quelli che stanno vivendo un periodo difficile e non sanno come dirlo ai più piccoli.

 

libri che parlano di un argomento difficile…e che potrebbero esserci d’aiuto…

 

Mammechefatica ha pensato di dedicare qualche riga anche ad alcuni libri per bambini che parlano della morte…potrebbero esserci d’aiuto in un momento particolare o anche solo per affrontare questa tematica insieme, poichè spiegare la morte ai bambini è sempre difficile..talvolta un libro potrebbe essere uno strumento utile e funzionale anche per i Grandi.

“il mare del cielo” di C. Zanotti (ed. San Paolo, 6,50euro)

Questa è la storia di un pesciolino di nome Lino, che vive nel mare con la sua mamma e il suo papà. Lino è da sempre un pesce curioso…vuole capire come si fa a raggiungere il mare del cielo dove nuotano gli altri pesci..i suoi genitori gli spiegano che nel mare del cielo ci si può andare ma bisogna prima ‘essere chiamati’…Una metafora per capire meglio il concetto di morte.

“Storia corta di una goccia” di B. Alemagna

E’ la storia di una goccia d’acqua che parla delle cose che capitano a tutti nella vita..narra il viaggio silenzioso di una goccia come tante da quando escono dal rubinetto fino ad arrivare alla fine del suo viaggio quando la goccia si asciuga…libro poetico e raffinato, molto famoso in Francia, sconosciuto in Italia..(premio Andersen 2010)

“Buongiorno Signora Morte” di Teulade & Sarrazin, autori francesi per bambini.

Una storia buffa che parla della morte in chiave ironica…la Morte bussa a casa di una vecchietta la quale essendo sorda capisce il contrario di ciò che la Morte le dice.

Dopo una serie di equivoci divertenti la Morte dice che proprio se ne deve andare..e allora la vecchina chiede di poter andare via con lei piuttosto che stare di novo sola e insieme se ne vanno! sembrano felici e spensierate. una bella immagine della vecchiaia e della fine della nostra esistenza.

Buona riflessione…

Come spiegare la morte ai piccoli (parte prima)

 

Come spiegare ai piccoli il concetto di morte?

Come affrontare l’argomento e a che età? Sono queste una serie di domande che ci hanno posto dei genitori durante un incontro recente.

E’ giusto e doveroso parlare e spiegare la morte ai nostri bambini. E’ bene farlo in un momento di calma e tranquillità partendo da una fatto concreto oppure da una loro domanda o curiosità in merito. Solitamente si inizia ad affrontare l’argomento a partire dai 4-5 anni, quando il pensiero del bambino è più strutturato e in grado di fare associazioni più complesse.

Mammechefatica ricorda che non vi è un modo in particolare di affrontare questo tema particolare e quasi tabù (nella nostra società non si parla mai della morte, solo del presente come se fosse infinito). Ognuno ha il suo modo di raccontare che dipende strettamente da come ha vissuto la sua esperienza di vita ,il suo rapporto con la morte, il lutto e il dolore. E’ importante parlarne, affrontare l’argomento, ricordare e fare posto nella memoria. A questo proposito citiamo Concita De Gregorio e il suo ultimo libro “Così è la vita”:” I bambini fanno domande. A volte imbarazzanti,stravaganti,definitive. Vogliono sapere perchè nasciamo, dove andiamo dopo la morte,perchè esiste il dolore,cos’è la felicità. E gli adulti sono costretti a trovare delle risposte. E’ un esercizio tra la filosofia e il candore, che ci obbliga a rivedere ogni volta il nostro rassicurante sistema di valori. Perchè non possiamo deluderli. Nè ingannarli.

“Siamo stati come loro non troppo tempo fa”.