“Mamma quante storie!”

libroMammeCheFatica vuole parlarvi oggi di un libro speciale perché nato da un’idea di un bravissimo pediatra romano che ha trovato una strategia vincente per far relazionare genitori di ogni etnia nel suo ambulatorio di periferia. da più di sette anni Andrea (così si fa chiamare dai suoi pazienti) organizza la “giornata delle favole una volta al mese” nel suo studio medico invitando mamme di ogni paese a  raccontare la fiaba della loro infanzia. Ecco a voi i libro di Andrea Satta, “Mamma quante storie! Favole in ambulatorio, in treno e in piazza” Ed. Treccani.  Illustrazioni di Fabio Magnasciutti e Sergio Staino.

A MammeCheFatica piace perchè: le favole sono un elemento fortemente caratterizzante la cultura e le radici di ogni uomo e donna, sono inoltre uno strumento utile per far dialogare persone molto sole e diverse perché attraverso di loro si torna tutti un po’ bambini.

Lo consigliamo perché: la narrazione e l’ascolto hanno un valore fortemente terapeutico, sia per i bambini, sia per i grandi. Inoltre l’incontro di persone provenienti da paesi molto lontani e diversi fra loro al giorno d’oggi ha un significato simbolico importante che secondo noi va valorizzato e promosso in ogni ambiente.

Alle nostre Mamme di Roma..

 

Care Mamme di Roma,

se vi può essere utile, Sabato 15 dalle 10.30 alle 18.30 presso l’Auditorium Parco della Musica ci sarà un evento promosso dalla Mellin dal titolo “I primi 1000 giorni” in cui saranno messi a disposizione, per dubbi e timori sulla crescita e svezzamento dei nostri piccoli, un pediatra e altri professionisti. Basta iscriversi sul sito e prendere l’appuntamento. Si tratta di un’ iniziativa carina e gratuita dove poter conoscere anche altre mamme e condividere i vari problemi o difficoltà legati alla crescita del  proprio bambino. Potrete portare anche i vostri cuccioli, ci sarà l’area kids e l’animazione con truccabimbi.

MammeCheFatica vi parteciperà con piacere.

Mio figlio sta crescendo bene?

 

Nessuno può dire quando la crescita fisica di un bambino sia “normale” o no, innanzitutto perchè questo è un termine molto arbitrario. Il pediatra utilizza le curve di crescita per capire quanto il piccolo sia nella media della maggior parte dei bambini. La crescita, elemento di forte ansia per ogni genitore, in particolare per la madre, è il risultato di molto interazioni fra alimentazione, fattori genetici, fattori ambientali, influenze ormonali, benessere psicologico ecc..Non è da sottovalutare infatti che alcune situazioni stressanti di infelicità, solitudine, ansia e paura che insorgono, ad esempio, in seguito a tensioni familiari, possono influenzare negativamente anche la crescita corporea. Per comprendere se questi elementi di stress siano responsabili di un rallentamento della crescita si deve tuttavia attendere il momento in cui la crescita stessa recupera dopo aver superato la difficoltà in questione.

Svezzamento: quando e perchè?

 

I pediatri consigliano di non iniziare prima del IV mese, nè dopo il VI, infatti dopo la 26° settimana l’introduzione complementare degli ingredienti solidi garantisce l’apporto necessario di energia, ferro, proteine e vitamine A e D non più assicurata dal solo allattamento al seno. Si consiglia di iniziare con carne e cereali con olio per garantire un apporto bilanciato tra proteine e calorie. Iniziare troppo presto significa voler far crescere troppo in fretta il bambino, renderlo grande quando è ancora cucciolo. Allo stesso tempo, iniziare più tardi dimostra il desiderio materno di tenersi ancora attaccato a sè il proprio bambino ostacolando la sua evoluzione naturale. Senz’altro l’ambito alimentare scatna molte ansie ed emozioni contrastanti nelle madri, ma non è il caso di allarmarsi: basta esserne convinte e seguire passo passo le indicazioni del pediatra. Sarà una gioia vedere il vostro bimbo sul seggiolone che cerca di mangiare da solo!

Mamme che fatica… farli mangiare! (parte I)

 

Care Mamme,
talvolta ci capita di incontrare madri molto preoccupate per il fatto che i propri figli fanno fatica a mangiare. Cosa fare in queste situazioni comprensibilmente allarmanti per una mamma? Prima di tutto consigliamo di rivolgersi al pediatra di riferimento del piccolo perché possa valutarne la situazione fisica globale. Se il medico non dovesse riscontrare problemi fisici (per esempio celiachia o problemi di deglutizione) è utile considerare il comportamento alimentare del bambino sotto una luce più psicologica. Ciò significa provare ad interrogarsi sul significato del comportamento del bimbo, che talvolta può rappresentare una sorta di messaggio rivolto ai genitori rispetto ad un malessere del suo mondo interno. In altre parole, una selezione atipica dei cibi, un rifiuto di mangiare con un genitore in particolare, o, ancora, un ostinazione nel non masticare possono rappresentare un segnale d’allarme da non sottovalutare (i bambini molto piccoli infatti non hanno ancora le parole per esprimere i loro disagi, ma utilizzano il pianto o il comportamento).