L’ascolto

ascolto del genitoreCome sta il mio bambino? Cosa mi sta dicendo con quel comportamento?

Sono domande che spesso dovremmo porci per aiutarlo nelle fasi di crescita più delicate. Quando osserviamo che c’è qualcosa di diverso nelle sua modalità, è più irritato, più stanco o più distratto, qualsiasi età abbia, interroghiamoci. I genitori sono le persone che lo conoscono meglio al mondo e, certamente, sapranno trovare dentro di loro una risposta a tali quesiti. Sintonizzarsi sullo stato d’animo del figlio è fondamentale dalla nascita in poi. Vi suugeriamo proprio di prestare attenzione al mondo interno del bambino: ascoltare le sue necessità, i suoi desideri, le sue paure e tristezze. Ciò non significa che dobbiamo invadere il loro spazio, non dobbiamo rispettare i loro “segreti”, ma, trovando la giusta distanza, possiamo permettergli di poter contare su di noi qualunque cosa accada.

I libri possono aiutare?

libroNoi di MammeCheFatica ne siamo pienamente convinte. E infatti li usiamo spesso sia in consultazione con i bambini, sia come strumento da suggerire ai genitori (o nonni, educatrici, baby-sitter..) per agevolare una comunicazione difficile. Se, ad esempio, vogliamo spiegare ai bambini che la mamma e il papà si sono separati e non vivranno più insieme, consigliamo un bel libro: “Le mie due case. Dalla mamma e dal papà” di Melanie Walsh, ed. Motta Junior.

Di cosa si tratta: di un bel libro illustrato, semplice e molto sincero

Perchè ne parliamo: pensiamo che non sia corretto, nè rispettoso pensare che un bambino non capisca quello che sta succedendo all’interno della coppia genitoriale, ma sappiamo che si tratta di un tema molto delicato, difficile da affrontare con le “giuste” parole.

MammeCheFatica lo consiglia perchè: un semplice libro può aiutare a trovare il modo più chiaro e diretto per spiegare qualcosa che noi grandi spesso non riusciamo a comprendere, nè a comunicare senza farci travolgere dalle emozioni.

Piccoli e grandi cambiamenti: anche i bambini li avvertono

comunicare con i bambiniNon smettiamo mai di stupirci quando dei bambini, anche molto piccoli, colgono (talvolta anche prima degli adulti) dei cambiamenti in famiglia , piccoli e grandi che siano. Li avvertono a pelle, con una sensibilità inaspettata. Stiamo parlando delle relazioni fra genitori, (semplici discussioni o separazioni in arrivo), traslochi, cambi di lavoro di mamma o papà, preoccupazioni “nell’aria”, arrivo di un fratellino..

I bambini hanno davvero delle “antennine speciali” per cogliere ciò che sta succedendo in famiglia, noi adulti dobbiamo esserne consapevoli e non pensare che “dato che sono piccoli non possono capire, quindi nemmeno soffrire”. Al contrario, capiscono perfettamente e soffrono in silenzio, senza capirne il motivo. I grandi hanno quindi il compito, duro, ma inevitabile, di dialogare, parlare con parole semplici e spiegare loro i motivi di certi cambiamenti. Solo con la parola, infatti, si possono acquietare gli animi e trovare una maggiore serenità. Insegniamo ai bambini ad essere onesti, rispettosi e capaci di esprimere le nostre emozioni (anche se non sono sempre positive).

Baby veline? No, grazie!

 

concorso di bellezzaSempre più spesso vediamo bambine, anche molto piccole, vestite in modo non adatto alla loro età. Ci riferiamo a quella modalità di “agghindare” i propri figli, in particolare le femmine, come delle “Baby-veline“, con tacchetti, scollature, minigonne che scimmiottano gli atteggiamenti adulti anche nel modo di camminare, parlare e ballare.

Che rischio si corre a crescere un bambino in questo modo? Innanzittutto si precocizza il bambino, lo si rende cioè più grande di quello che è, limitandogli le esperienze tipiche dell’infanzia e sovrastando l’innocenza e la spontaneità. Se questo avviene bisogna riflettere sulla responsabilità dei genitori: quanto gli adulti sono stati capaci di proteggere i figli dalle immagini volgari ad esempio della tv? Quanto hanno funzionato da modello negativo per i piccoli? Quanti limiti sono stati in grado di dare loro per regolare e orientare la loro crescita in modo sereno? Quanto è un bisogno dell’adulto quello di mostrare una bambina così truccata e curata nell’aspetto?

Tutti noi adulti coinvolti a vario titolo nell’educazione dei piccoli (genitori, insegnanti, educatori, nonni..) dobbiamo riflettere seriamente sulla questione se vogliamo rispettare e tutelare i bambini nel loro percorso di crescita.

Figli o no?….

 

Il dibattito è ancora aperto purtroppo: figli o no?

Mammechefatica si chiede come mai ancora oggi una donna si debba sentire discriminata se decide di non avere figli. Nonostante l’informazione e la cultura vi è ancora un forte pregiudizio nei confronti delle donne che per scelta non generano figli. Mammechefatica esprime la sua solidarietà e ammirazione verso le donne che compiono scelte di questo tipo, spesso anche sofferte e dolorose.

Chi preferisce lavorare, mantenere la sua libertà e autonomia,viaggiare, fare tardi e avere tanto tempo libero senza sensi di colpa…perché lo ripetiamo volentieri essere madre non è indice di completezza o realizzazione totale.  Si possono esprimere le proprie risorse in tanti campi, senza doverle incentrare solo ed esclusivamente nel campo materno,col rischio poi di proiettarvi le ansie e le aspettative inconsce. L’essere madre deve poter essere una scelta libera; Le donne devono rispettarsi tra loro e rispettare soprattutto le proprie scelte individuali e i propri sogni.

 

Tutti a tavola! (parte prima)

 

Talvolta mamme e papà pretendono che i figli piccoli mangino tanto, velocemente, senza disordinare troppo la tavola e magari in un orario diverso rispetto al momento della loro cena. Questi comportamenti, in aggiunta all’utilizzo della TV, riducono notevolente il tempo che i genitori possono trascorrere in tranquillità con i loro bambini, soprattutto se rincasano tardi dal lavoro. Tuttavia i piccoli hanno bisogno di tempo a loro dedicato e proprio la cena può rappresentare un un buon momento da sfruttare per costruire saldi rapporti all’interno della famiglia. Imparare a capire e a farsi capire sono elementi alla base del concetto di convivialità, fondamentale per apprendere il significato dello stare con gli altri. Ai piccoli gesti messi in atto generalmente durante i pasti possono essere date delle risposte da parte dell’adulto a importanti esigenze del bambino, come, ad esempio, quella di essere riconosciuto, amato, rispettato e protetto.

Il gesto? vale più di mille parole…

 

Mammechefatica risponde ad una mail, che pone un quesito interessante.

” Come faccio a far capire ai miei figli certe regole base, fondamentali come il rispetto, la gentilezza e la buona educazione, a me pare di non fare mai abbastanza”.

La risposta è molto più banale di quanto non si pensi, poichè con i bambini, specie se piccoli è importante l’uso dei gesti e delle immagini. La memoria visiva è più incisiva di mille parole. Quindi consigliamo di compiere davanti ai nostri bambini gesti simbolici (come offrire il posto ad una persona anziana in autobus, ringraziare sempre per tutto, aprire la porta e far passare prima gli altri, imparare a salutare in ogni circostanza….)

e potrete constatare (nel tempo) che essi saranno in grado di imitarvi e riprodurre gli stessi movimenti con piacere e disinvoltura.