L’infanzia: dimenticata da tutti…

 

Delusione e rammarico per non aver citato nel nuovo decreto neanche un riferimento al discorso (scomodo si sa) relativo all’infanzia e alle sue necessità. Capiamo sia più facile occuparsi dei runners o dei cani, ma anche i bambini e i loro genitori hanno bisogno più che mai di riferimenti e di soluzioni concrete in una situazione emergenziale come questa. Le scuole apriranno a Settembre, ma che ne sarà di noi da qui a Settembre? Chi si prenderà cura dei piccoli e dei loro pensieri e paure? Chi sosterrà i genitori e le famiglie? Speravamo di sentire questo ed altro ancora, invece ancora vuoto totale. Invitiamo tutti a non scoraggiarsi, e cercare, seppur navigando a vista, di offrire il meglio che abbiamo ai nostri bambini, in termini di atmosferarelazione e strumenti. Non molliamo, e continuiamo a costruire giorno dopo giorno, creiamoci più reti di aiuto e sostegno per condividere e non trasferire sui piccoli le nostre rabbie e delusioni…sempre in attesa che qualcuno si possa sintonizzare sui bisogni reali e concreti dei bambini, delle famiglie con figli disabili e di tutti i genitori che stanno faticando da soli in questa lunghissima avventura.

 

 

L’importanza delle realtà educative nelle prossime fasi

 

Se nella prima fase – emergenziale- gli asili e le scuole sono stati giustamente chiusi, ora è urgente pensare e immaginare per le fasi successive come poter aprire, a quali condizioni,garantendo sicurezza in primis, rispettando le procedure sanitarie ma provando anche a salvaguardare il benessere psicofisico di tutti i bambini e delle relative famiglie degli ambienti educativi da cui erano tenuti in mente. Sembra poco ma non è così. Iniziare ad immaginare che i bambini possano uscire e riappropriarsi del mondo circostante anche se in piccoli gruppi potrebbe essere una bel pensiero. Quantomeno è importante pensare ad una ripresa, poiché avere un obiettivo è più facile anche da spiegare ai piccoli. Invece sappiamo che vivere questa dimensione sospesa è più complicato e frustrante. Auguriamoci tutti che anche l’infanzia con le sue esigenze possa essere ricordata e presa in considerazione più seriamente. Confidiamo nei progetti pilota e nella varie possibili alternative in grado di far tornare anche i bambini a scuola e all’asilo e dare un po’ di meritato respiro ai genitori che da due mesi si prendono cura H24 dei loro figli.

Allattamento: quando smettere?

Premesso che la decisione se smettere o continuare ad allattare va condivisa con il pediatra di riferimento che conosce il bambino e la relativa madre, noi possiamo solo dare una spiegazione dal punto di vista psicopedagogico alle diverse mamme che talvolta ci chiedono: “Come faccio a smettere di allattare?”. Solitamente tendiamo a rassicurarle dicendo che il momento giusto è quello in cui si è convinte che è arrivato il tempo di accettare il distacco dal proprio bambino e iniziare un nuovo modo di relazionarsi. Occorre far capire che può iniziare una nuova modalità di amare, non meno intensa. L’importante è aspettare il tempo giusto poiché non deve essere un obbligo, deve essere un gesto il piu possibile naturale che non toglie ma casomai rinforza il legame madre-figlio. Questo tipo di cambiamento di prospettiva va prima accettato ed elaborato dalla figura materna e poi di conseguenza viene trasmesso al piccolo. Per questo motivo  insistiamo sul fatto che ogni madre ha il suo tempo all’interno del quale deve essere supportata anche dalla figura paterna per un nuovo tipo di relazione. Ci teniamo a sottolineare che la madre non deve avere la sensazione di perdere il proprio piccolo, anzi il distacco dal seno deve rinforzare il legame già esistente ed unico che ogni madre ha con il proprio figlio.

Si tratta di uno dei primi distacchi che segna la crescita del proprio bambino che  scatena emozioni molto importanti.

Zucchero e cannella: a Natale siamo tutti più dolci, no?..

Conosciamo l’associazione solidale senza scopo di lucro “Zucchero e cannella“, perché la fondatrice è una cara amica di MammeCheFatica. La Onlus di beneficienza dal 2014 finanzia piccoli progetti a favore di persone che si trovano in svantaggio economico (bambini siriani scappati dalla guerra, la vicina di casa che fatica a pagare le bollette, famiglie che necessitano l’acquisito di ausilii medici molto costosi, bambini africani che non possono pagarsi le rette scolastiche sono solo alcuni esempi). La mission è quella di attivare la comunità sulle problematiche altrui, con il presupposto che “insieme ci si può sentire meno soli”. Crediamo in questi progetti perché sappiamo che chi ci lavora, lo fa solo per passione e perché crede fermamente nell’importanza di dare un contributo personale e collettivo per migliorare il mondo in cui viviamo. Pensiamo che in occasione del Natale, possiamo tutti contribuire, ognuno secondo le sue possibilità, ad aiutare chi ha meno di noi. I modi per aiutare la Onlus a poter sviluppare e sostenere sempre nuovi obiettivi sono tanti (dal proporre un nuovo progetto al candidarsi come volontario): scrivete a info@zuccheroecannella.org per avere maggiori informazioni. Grazie a chi deciderà di aiutare questi piccoli, ma importantissimi progetti e grazie a Maura e ai suoi collaboratori per insegnarci il valore dell’aiuto, della dignità e del diritto di ognuno al benessere.

Buon Natale, Zucchero e Cannella!

Il sostegno a scuola

sostegnoQuando, autonomamente o con il suggerimento degli insegnanti, ci accorgiamo che il nostro bambino ha bisogno di un aiuto a scuola perchè non è in grado di apprendere alla stessa velocità dei suoi compagni, è importante sapere come procedere.

A Milano l’unico ente che può richiedere un sostegno alla ASL è la UONPIA di zona (Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) dove un’ èquipe multidisciplinare valuterà la situazione attraverso colloqui con i genitori e osservazioni del bambino (giochi e test). Il passaggio successivo consiste nel prendere un appuntamento alla Commissione (Via Oglio o Via Ricordi, a seconda della zona di residenza) portando poi il bambino e la relazione scritta dalla UONPIA. Si aspetta dunque il riscontro della Commissione di professionisti e, se positivo, si porta il certificato a scuola. Con questo documento la scuola è obbligata a offrire delle ore di sostegno al bambino in difficoltà.

Chiaramente, oltre all’aspetto burocratico, c’è tutta la parte più emotiva che riguarda il disagio del bambino nell’accettare di ricevere un aiuto che altri non hanno e dunque sentirsi diverso, ma anche quello dei genitori che devono riconoscere la non autonomia del figlio. Sebbene sia un percorso doloroso, riteniamo per esperienza che possa essere una strada utile ed efficace per far fronte alle difficoltà e rafforzare il bambino.

N.B. Fate attenzione ai tempi perchè bisogna procedere con largo anticipo!

I papà sono indispensabili!

papàInnanzitutto tanti auguri a tutti i Papà! Che spesso vengono poco valorizzati perchè adombrati dalla figura delle Mamme. E invece, MammeCheFatica lo sostiene da sempre, hanno un ruolo importantissimo in famiglia da sempre. Quando il figlio è piccolo, sostengono la madre e il suo percorso di conoscenza del neonato, ricordandole contemporanemente di non essere solo madre, ma anche donna/moglie/compagna.

Quando il figlio cresce sono dei fantastici compagni di gioco che spronano alla fantasia, al movimento e all’esplorazione (al contrario della figura materna che invece tende di più a contenere e accudire). Ciò non significa che i Papà non possano essere “coccoloni” e sensibili, ovviamente. Ben vengano papà anche con queste risorse! Ma ricordiamoci che hanno anche un ruolo normativo essenziale: pongono i limiti e le regole che favoriscono una crescita sana del piccolo fino all’adolescenza, altro momento in cui i papà sono fondamentali.

W i Papà!

NeoMamme e NeoPensieri.…

E’neomamme che fatica! nato! Che Gioia!

Tutti incentrati sul nuovo nato…poche attenzioni alla neomamma, che stanca e affaticata cerca una sua nuova dimensione e un nuovo equilibrio..

Non e’ facile accettare queste sensazioni contrastanti, solitamente non ci si sente capite, e si tende a negare o evitare certe situazioni. Si cerca il rifugio e la quiete nel nostro bebè’ ma talvolta anche lui assorbe le nostre paure e insofferenze e cosi’ diventa tutto più’ difficile e di un solo colore: Nero. Per questo motivo invitiamo sempre le NeoMamme a condividere i pensieri e il loro stato emotivo con delle figure professionali esperte capaci di restituire sicurezza e fiducia alla donna ora anche mamma.

Accettare un sostegno adeguato e un piccolo aiuto e’ un modo giusto per affrontare i cambiamenti, elaborarli e condividerli in serenità’ e poter vivere meglio sia il proprio bambino sia la vita di coppia.

L’ idealizzazione che avevamo del nostro bambino immaginario si scontra con le esigenze e le problematiche del nostro bambino reale. Accettare tutto questo ed esserne consapevoli e’ già’ gran cosa.

Mamme noi siamo qui.

 

 

 

 

Quali sono le parole giuste per dirlo?

comunicarePer alcune situazioni drammatiche e penose non ci sono le parole giuste da utilizzare con i più piccoli. Non ci sono proprio parole quando il dolore sovrasta tutto. Senz’altro, però, ci sono alcuni accorgimenti da seguire. Vediamone alcuni:

-non nascondere mai al bambino, anche se piccolo, ciò che sta accadendo. I bambini colgono tutto, anche le emozioni più profonde e non è vero che non parlando di malattie, lutti, separazioni ecc stanno meglio e non vengono feriti. Anzi. Ogni bambino va rispettato e così i suoi sentimenti

-usare parole semplici e chiare, sottolineando sempre il fatto che quello che sta succendo non dipende da lui, il bambino non ha alcuna responsabilità e dunque non deve sentirsi in colpa

-preparare il più possibile prima il piccolo a quello che succederá, se  il caso anche avvalendosi di un aiuto psicologico di un professionista esterno e informare educatrici, insegnanti e tutte le persone adulte che si occupano di lui per creare una buona rete di sostegno

-gli adulti intorno al piccolo devono sentirsi liberi di mostrare le proprie emozioni senza timori, solo così anche lui potrà sentirsi legittimamente triste e arrabbiato senza la paura di star facendo qualcosa di sbagliato

Cosa vuol dire “sostegno alla genitorialità”?

famigliaPer MammeCheFatica rappresenta una mission: crediamo infatti che stare accanto ai genitori nel loro delicatissimo lavoro di crescita dei (e con) i loro figli sia fondamentale perchè possano crescere dei bambini sani, forti e sereni.

Come lo facciamo? Senza giudicare, ma accogliendo con empatia, professionalità e sensibilità. Attraverso i nostri post, le risposte che diamo privatamente ai nostri followers, attraverso consulenze individuali, di coppia o presso nidi e scuole materne. Infine proponiamo anche incontri su vari temi (non perdetevi il prossimo sul sonno presso la Scuola Dadà a Milano lunedì 31/3 alle ore 18– iscrizione obbligatoria a info@mammechefatica.it) e il Corso di formazione psicopedagogica “La Tata perfetta  rivolte a Tate, Baby-sitter ed educatrici (presso Cobaby di Piano C a Milano, Sabato 29/3 dalle 9,30 alle 13– iscrizione obbligatoria a formazione@mammaelavoro.it ).

Diteci cosa ne pensate!!