Non togliamoci il ghiribizzo!

Qualche settimana fa abbiamo sentito recitare Bruno Tognolini, l’autore del libro “Il ghiribizzo”, con le illustrazioni di Giulia Orecchia, ed. Motta Junior.

Di cosa si tratta: di un bambino salterellone, allegro e molto attivo visto dagli adulti come un disagio da risolvere.

Perché ne parliamo: è stato pubblicato già nel 2014, ma non possiamo fare a meno di parlarne dopo averlo sentito leggere direttamente dall’autore: uno scrittore geniale e irresistibile!

MammeCheFatica lo consiglia perchè: il messaggio che vuole trasmettere è esattamente in linea con i nostri pensieri! Non soffochiamo la creatività e a vivacità dei bambini perché è da qui che nasce la fantasia, l’ottimismo e la voglia di vivere! Non tutto può essere interpretato e vissuto come un problema o un malessere: qualche volta infatti, basta riascoltare i bambini che anche noi un tempo siamo stati per tornare a sorridere!

Come capire se mio figlio è iperattivo? (parte II)

 

Riprendiamo il discorso suul’iperattività..

Quali altri sintomi possono associarsi a questa sindrome? Una compromissione cognitiva, ritardi dello sviluppo linguistico, dell’apprendimento e motorio sono molto frequenti. Quando sono più piccoli, oltre al temperamento difficile, presentano anche disturbi del sonno e dell’ alimentazione.

Chi sono i soggetti più colpiti? In genere bambini maschi in età scolare. Le bambine invece soffrono maggiormente di deficit attentivi, più che di difficoltà comportamentali.

Cosa possono fare gli adulti? In classe è bene che le insegnanti spieghino con parole semplici e non discriminanti le difficoltà del bambino chiedendo di empatizzare con lui e coinvolgerlo in tutte le attività possibili.

A casa i genitori, oltre a prendere provvedimenti clinici, è bene che non puniscano frequentemente il bambino o impongano un comportamento sedentario che lui non è in grado di rispettare. Un lavoro di parent training e sostegno alla genitorialità può risultare molto utile per affrontare le fatiche quotidiane.

Ricordiamo che la discriminante tra un disturbo ipercinetico e una forte vivacità sta nel disagio e nel malessere provato dal bambino. Se è sereno, a casa e a scuola, ha amici e il suo comportamento non influenza negativamente la vita familiare non si tratta di iperattività.

Come capire se mio figlio è iperattivo? (parte I)

 

La diagnosi di iperattività, emessa non prima dei 7 anni, naturalmente tocca ad un esperto (psicologo o neuropsichiatra infantile). Il genitore tuttavia può capire se i suoi timori sono fondati o no e dunque procedere con una valutazione psicodiagnostica affidando il proprio bambino nelle mani di un professionista. L’iperattività non è solo una questione di vivacità, ma è un disturbo dall’esordio precoce (intorno ai 5 anni) caratterizzato da una tendenza a cambiare di continuo attività senza terminarla mostrando quindi un’incapacità a perseverare in quei compiti che implicano un impegno cognitivo. I bambini iperattivi inoltre spesso mettono in atto azioni poco regolate ed organizzate caratterizzate da impulsività e imprudenza. Più che disobbedienti si può dire che non si soffermino abbastanza prima di commettere una qualche infrazione perciò vengono spesso ripresi. Per queste caratteristiche vengono talvolta isolati dai loro coetanei, cosa che non fa che peggiorare la loro giò scarsa autostima.