Mammechefatica consiglia di portare all’asilo l’oggetto transizionale, può essere un modo efficace per il bambino di accettare meglio il distacco dalla figura materna.
Anche se quest’ultimo deve essere utilizzato in caso di reale bisogno e smarrimento da parte del piccolo. Non deve essere concepito come un modo per facilitare l’isolamento dal resto del gruppo e dai giochi proposti. L’utilizzo dell’oggetto consolatorio dovrebbe avere lo stesso valore del ciuccio. Da utilizzare in caso di paura,stanchezza,ritorno ad uno stato di calma e disorientamento affettivo e in particolare per la fase dell’addormentamento.
Il bambino deve trovare nel proprio orsacchiotto consumato una grande fonte di calore e consolazione anche se in quel momento non può essere rassicurato dalla sua mamma. l’importante però che il bambino accetti di farsi consolare e nutrire dalle maestre o dagli adulti di riferimento in quel momento, così che possa poi ricongiungersi con la propria mamma senza problemi o timori eccessivi.
HEEELP!
So d’accordo con l’utilità di questo “oggetto”, ma Cecilia (2 anni e mezzo) vorrebbe portare tutta la sua cameretta con sè..come faccio ad evitare queste lotte ogni benedetta mattina?? Grazie mille Mammechefatica!!!!
Salve Kikka,
dunque provi a proporle già la sera prima del rituale notturno la scelta precisa di un solo piccolo oggetto…magari lei aiuterà la piccola nella scelta..poichè riuscire a prendere delle decisioni così importanti non è facile a 2 anni!
Grazie a voi
a presto!
Salve, è la prima volta che leggo il vostro blog ed ho trovato consigli interessanti!ne vorrei uno. Mia figlia di tre anni e mezzo ha iniziato da 3 settimane la scuola materna, da premettere che io ho ripreso il lavoro subito e che la bimba è stata con i nonni fino ad ora. Dopo le prime due settimane che sono state entusiasmanti, la bimba ha iniziato a manifestare dei pianti, prima nell’arco della mattinata e ora invece non vuole proprio andare, comincia a piangere appena sveglia dicendo di non voler andare…poi nel momento del distacco ci sono state scene veramente drammatiche! è normale questa fase di rifiuto così forte?…quanto tempo può durare?….cosa posso fare per motivarla….cosa devo rispondergli quando mi dice :..”perchè devo andare all’asilo …non posso stare con nonna??” a ciò voglio aggiungere che ho un ‘altra figlia di 18 mesi, su suggerimento delle maestre, ho dello alla grande che anche la sorellina frequenta un asilo nido!! Attendo con ansia un vostro consiglio….vorrei supportare nel modo giusto questa fase!! Grazie
Emanuela
Cara Emanuela,
grazie per la fiducia,ci proviamo insieme.
Dunque iniziamo dalla prima domanda,si è normale anzi è giusto e doveroso che dopo l’inizio ‘entusiasmante’ vi sia una fase critica in cui la bimba si rifiuti di andare all’asilo. Le garantiamo che tutti i bambini (o prima,o dopo) esprimono la loro fase oppositiva con pianti tremendi e scene tragiche. In dieci anni di nido ne abbiamo collezionate di tutti i colori..ma ogni pianto,ogni bambino e ogni mamma va preso a suo modo.
La bimba va rassicurata, in un momento in cui siete tranquille (evitando la fase dell’addormentamento).Provate con un gioco, con una bambola che piange disperata e che non vuole stare in classe all’asilo..e chieda alla sua bimba di fare qualcosa,di consolare la povera bambola.(Il meccanismo di proiezione è sempre funzionale e strategico molto più valido di mille parole!)
Però anche la mamma Emanuela va rassicurata.Purtroppo non possiamo dirle quanto potrà durare,si tratta di una fase, dipende da un insieme di fattori diversi.. non parlate più dell’asilo una volta che siete usciti da lì.non ce n’è bisogno.godetevi il resto della giornata,state insieme o con i nonni.
Anche se dovesse continuare a piangere al momento del distacco affidi la piccola dopo averla salutata bene alle sue maestre, che sapranno consolarla e coccolarla.(La bimba deve sentire e percepire che la sua mamma è tranquilla e serena nonostante tutto).
Le suggeriamo di leggere i post di settembre riguardo al tema degli inserimenti.
Un abbraccio a tutte e due.
Fateci sapere
a presto!
Grazie infinite!!
era proprio quello che volevo sapere….se parlere o meno di come era andata la giornata all’asilo una volta uscita…il mio dubbio era priprio il fatto che potesse essere controproducente!…aspetterò che si sia ben integrata prima di farmi raccontare le sue emozioni!
Buongiorno, so che il post è vecchio di anni ma il problema credo sia attuale ed una cosa che si ripete. Mia figlia ha 2 anni e mezzo ed ha cominciato il nido a 18 mesi. Inserimento velocissimo e per un anno è andata benissimo, volentieri ecc. Poi da qualche mese a questa parte invece, complice anche il fatto che è spesso a casa malata, ogni volta che deve tornare al nido sono tragedie. al mattino pianti a casa e anche la. ha ricominciato a fare uso del suo oggetto transizionale quasi in modo ossessivo e anche del ciuccio che prima teneva solo per dormire. le tate non vogliono oggetti transizionali al nido perché dicono che la limitano nel gioco ecc ma non so come fare. Oltretutto è l’unica della sua età che ha l’oggetto e il ciuccio gli altri sono tutti indipendenti e allegri e io la vedo diversa 🙁 sempre chiusa e triste al nido. Non so come fare… sono molto preoccupata…
Buonasera,
dal suo racconto dettagliato osserviamo che la sua bambina può essere in una fase un po’ critica sia per le assenze continuative ma anche e soprattutto per il fatto che avverte con più sensibilita’rispetto a prima la fase del distacco e il conseguente ingresso al nido. Lasciare la propria mamma (o papà) non è mai facile e immediato e questa delicata operazione necessità di consapevolezza da parte delle figure educative in grado di accogliere la sua bambina col suo ciuccio e il suo oggetto transizionale che rappresentano in questa fase le sue sicurezze. Superata l’incertezza allora sarà possibile inventare un compromesso e fare in modo che la bimba lasci serenamente all’ingresso i suoi oggetti (meno carichi di significati). Le consigliamo di parlarne con le Educatrici.
Un caro saluto
Ci tenga aggiornate