Cosa si aspettano i bambini da noi?!

 

Qui vi proponiamo un cambio di prospettiva: cosa si aspettano i bambini da noi? Sapevate che è proprio nei momenti difficili, quando i bambini sono insofferenti e incapaci di dire cosa provano che hanno bisogno della vostra presenza? Talvolta più sono arrabbiati, incapaci di giocare, di relazionarsi coi pari e più hanno estremamente bisogno della funzione genitoriale per sentirsi contenuti e rassicurati. A modo loro stanno cercando di dirvi:” mamma, papà mi siete mancati”. È fondamentale intuirne la necessità e creare dei momenti di gioco insieme senza aspettative e senza programmare nulla. Talvolta creare un rituale insieme, può essere utile per cambiare l’atteggiamento.E’ questo ciò che si aspettano da noi: la nostra presenza attiva, la nostra capacità di giocare e scherzare con poco, facendo uno sforzo e un compromesso con la nostra stanchezza adulta che talvolta ci stronca in toto. Mamma, Papà – mi siete mancati- sembrano dire a modo loro!

 

Passaggio babysitter/mamma come fare

Come fare a valorizzare il passaggio dalla figura primaria (la mamma) alla babysitter? Non è sempre un passaggio scontato, dipende da una serie di fattori tra cui l’età del piccolo ma soprattutto la capacità di gestire il distacco della babysitter, la quale deve essere supportata implicitamente dalla mamma ad essere incisiva e decisa a prendere il piccolo e saperlo incantare con una canzoncina (meglio sempre la stessa così viene riconosciuta nel tempo) e con un oggetto inventato ad hoc come ad esempio:

  • burattino con veccia calza
  • rotolo di carta igienica trasformato in coniglio o altro animale
  • cuscinetto profumato con lavanda
  • bottiglietta sonora

Così facendo deve permettere al piccolo di sentirsi sicuro e alla sua mamma di poter stare tranquilla il più possibile sia che si tratti di mezz’ora sia che si tratti di più tempo.  La Babysitter deve provare a capire come sintonizzarsi al meglio con l’ambiente e come aiutare sé stessa ma nel contempo il piccolo e la sua mamma a fare in modo che sia un’esperienza piacevole e di crescita per tutti.

A tutte coloro che svolgono la funzione materna

 

In attesa della ricorrenza della festa della mamma dedichiamo questo post a tutte coloro che svolgono la funzione materna (che non coincide sempre con l’essere madri attenzione!) . A tutte coloro che ogni giorno provano a districarsi tra famiglia lavoro senza però dover per forza rinunciare ad uno spazio per sé senza sensi di colpa e senza dover rendere conto a nessuno (se non a sé stesse).  La strada è ancora lunga in termini di parità e rispetto ma intanto procediamo e coltiviamo nelle giovanissime un’idea dell’essere madre in grado di realizzarsi e raggiungere i propri obiettivi senza dover per forza perdere o rinunciare a qualcosa.

 

 

Idee per la festa della Mamma!

Tra le mille opzioni per la festa della mamma, suggeriamo oltre ad un buon libro un rituale veloce in grado di donare al viso delle mamme più stanche e affaticate un po’ di radiosità e compattezza: stiamo parlando del siero antiage

Weleda al melograno. Un siero che fa anche da crema, e risulta rapido e veloce per le mamme che hanno sempre poco tempo figuriamoci poi il tempo per sé..si può usare di giorno e di sera dopo la detersione. Ha un profumo delicato che dona energia! È un gesto che poi diventa indispensabile per quell’attimo da dedicare a sé stesseWeleda è un marchio storico, che utilizziamo da tempo. Ci piace perché è una linea attenta al benessere femminile in particolare e utilizza piante officinali biologiche e certificate. Ha anche una linea specifica alla calendula e alla malva bianca dedicata ai più piccoli e dei prodotti buonissimi da usare in gravidanza.

Prepararsi alla scuola dell’infanzia

 

Come prepararsi alla scuola dell’infanzia è una delle domande più gettonate in questo periodo per tutti coloro che a settembre inizieranno una nuova avventura: diversa dal nido e diversa dalla routine a casa con i nonni o la tata. Vi garantiamo che nonostante tutti i discorsi preparatori possibili e immaginabili un po’ di crisi e di pianti saranno inevitabili perché si tratta di un cambiamento importante che segna una delle tappe evolutive dell’infanzia. Cosa fare per preparare i piccoli a questa nuova realtà:

  • Parlarne in casa ma senza troppa ansia da prestazione
  • Saper incuriosire il piccolo verso la novità rassicurandolo sempre
  • Incoraggiarlo raccontandogli che tutti noi ci siamo riusciti
  • Evitate di dire “devi togliere il pannolino se no non ti vogliono le maestre”…frasi di questo tipo non sono per nulla d’aiuto anzi..
  • vivere questo tempo in modo sereno sicuri di poter creare una nuova routine
  • leggere insieme dei libri che affrontano questo passaggio
  • evitare di elencare gli amici del nido che poi saranno nella nuova scuola: dovranno imparare a stare con tutti e non fare affidamento solo alle vecchie amicizie (spesso proiezioni dei genitori)
  • lavorare sull’autonomia del bambino sfruttando tutte le occasioni che la quotidianità ci offre: dal lavarsi,vestirsi, aiutare a.., provare a fare tutto ciò che è possibile fare! 
  • Deve poter sperimentare sperimentando! 

 

Gelosia tra fratelli: il ruolo del primogenito

Il sentimento di gelosia tra fratelli è del tutto naturale e umano. Se poi vi è poca differenza di età tra i due, come vuole la tendenza in questi ultimi anni, è ancora più comprensibile. Spesso è il primogenito a soffrirne maggiormente poiché deve imparare a fare un po’ di spazio e accettare progressivamente l’arrivo (definitivo!) del fratellino/sorellina. Non è semplice poiché fino a quel momento è sempre stato al centro dell’attenzione e dei pensieri di tutti e vedere che improvvisamente la mamma (soprattutto) si prende carico anche di qualcun’altro fa insorgere una serie di reazioni che poi di solito vengono ridimensionate nei confronti del fratellino/sorellina e si spostano invece sulla figura primaria. Cosa si può fare per aiutare soprattutto il primogenito? In primis evitare di ricordargli che è grande, deve essere paziente e capire che il fratellino è piccolino…perche’ in quei momenti lui ha bisogno di tornare piccolo e sentirsi proprio come il fratellino per avere sempre l’esclusività della mamma e del papà. Responsabilizzarlo ma senza troppe aspettative cercando invece di fare in modo che possa trovare una nuova armonia e un nuovo equilibrio accettando il nuovo nato senza mai sentirsi escluso. 

Il ciuccio: da quando?

Da che periodo è bene utilizzare il ciuccio? Il ciuccio può essere utilizzato fin dalla nascita come nel caso dei ciucci Mam, appositamente pensati per essere utilizzati fin dai primi mesi di vita del neonato perché dotati di tutta la sicurezza necessaria (neonatologi e pediatri studiano il processo di suzione del piccolo per fare in modo che succhiando possa ricevere la sensazione di benessere e sicurezza che va cercando). Il ciuccio serve a rassicurare il bambino nei vari momenti di criticita’ come ad esempio le classiche coliche del neonato, la sua possibile insofferenza quando è troppo stanco e non riesce a dormire. il ciuccio è utile sia per contenere e offrire sicurezza al piccolo che a rassicurare il genitore: non e’ facile sopportare il dolore del piccolo e non riuscire a calmarlo. Soprattutto se si tratta di neonati dove vi è ancora in corso una forte simbiosi tra adulto e bambino. Il ciuccio è poi un ottimo compagno di viaggio anche per i 12-24 mesi senza ovviamente sostituire la relazione con gli adulti e i pari e senza crearne inutili dipendenze. Se utilizzato con cognizione di causa è un ottimo strumento consolatorio per gestire i primi distacchi e le prime frustrazioni della vita. Non preoccupatevi per il dopo e per come lo si lascerà come tutte le cose si troverà una soluzione adatta alla circostanza.

 

“Lo faccio per me” S.Andreoli

 

Oggi parliamo del nuovo libro della psicoterapeuta Stefania Andreoli in uscita a partire da oggi 29 marzo “Lo faccio per me”.Ed.Rizzoli pag 256, 16 euro.

Ne parliamo perché: affronta il tema della maternita’  in chiave contemporanea provando a delineare un nuovo tipo di madre con meno sensi di colpa e più consapevole in grado di fare delle scelte pensando anche a sé stessa senza doversi necessariamente sacrificare in virtù della prole. Ci piace perché: e’ un tema a noi molto caro, quello della maternità come scelta, ma soprattutto come opportunità per provare a fare il nostro meglio con tutti i limiti del caso portando un grande rispetto per chi non è madre e chi magari non può o non vuole figli. Perché sentirsi madre è un sentimento complesso che va al di là del fatto di avere o meno dei figli. “È solo facendolo per sé che la maternità diventa qualcosa di unico per la crescita dei propri figli e della società stessa”.

Se avete occasione e piacere è da leggere e tenere sul comodino, è rivolto a tutti: alle mamme, alle non mamme,ai papà che vogliono uno sguardo introspettivo sulla figura materna. Fateci sapere cosa ne pensate!

 

 

 

Se vuole solo me…

 

Cosa fare se il piccolo vuole stare solo ed esclusivamente con la figura materna (oppure paterna) e fa fatica ad accettare altre figure?  Capita spesso di trovarsi in situazioni analoghe l’importante è non scoraggiarsi e far accettare l’altro adulto ricordandolo più e più volte durante il giorno, anche mediante l’utilizzo di foto e immagini. Il bambino deve sentire attraverso l’adulto di cui si fida che a sua volta può costruire un rapporto anche con questa nuova figura: il papà,la nonna,la tata. Il gioco del bau sette “ci sono- non ci sono” è sempre un rituale simbolico molto potente per un bambino piccolo. La nuova figura che deve progressivamente stare più a lungo con il bambino deve entrare in modo incisivo con fare deciso ed essere più forte del suo possibile pianto. (cosa per nulla facile da attuare!). Nel momento in cui costruisce un nuovo rituale che può essere una canzoncina, un gioco, un libro ecc. consente al bambino di avere a disposizione un vissuto da condividere. Insistete con dolcezza e vedrete che modificando il vostro atteggiamento cambierà lentamente anche la prospettiva del piccolo.

 

 

 

 

Auguri a Tutti i Papà…

 

Auguri a Tutti i Papà possibili. Ma soprattutto a coloro che non possono godersi il proprio bambino nella quotidianità perché lontani, dall’altra parte del mondo, magari in viaggio, magari spaventati dalla paternità hanno deciso di sottrarsi a questo ruolo. Auguri a tutti specie se può essere un’occasione per chiedersi: che tipo di padre sono? mi riconosco in questa dimensione? Che padre ho avuto? Cosa mi ha trasmesso? Domande esistenziali e necessarie in cerca di risposte vere e sempre in divenire. Chiedetevi sempre che tipo di rapporto state costruendo e dove vi sta portando. E qualora vi fossero delle criticità siate saggi e fatevi aiutare. Raccontatelo ai vostri figli perché possano capirne l’importanza. Vi auguriamo di giocare con loro il più possibile, di poterli osservare crescere e fare ogni giorno conquiste nuove ma anche di riuscire a trasmettere loro il senso delle regole e della norma, di crescere dentro dei confini chiari e precisi.

Buona festa del papà a tutti!