La guerra: che brutta cosa…

Non so se anche anche voi fate fatica a vedere i tg e leggere le notizie in questi giorni…se la volta scorsa parlavamo di come spiegare la guerra ai bambini oggi ci verrebbe da dire: “come ci spieghiamo noi adulti questa situazione che sembra non avere via d’uscita? come possiamo conciliare il sorriso dei nostri bambini con la rabbia e la desolazione dei piccoli che stanno vivendo questo strazio? “. Non è facile accettare che mondo stiamo consegnando ai bambini, futuri adulti del Domani. Proviamo nel frattempo a reagire, aiutiamoci ad aiutare. Servono ancora medicinali e viveri e alimenti per la prima infanzia. Facciamoci avanti perché potremmo essere noi al loro posto. E questo deve farci riflettere su quante poche certezze vi siano e che tutto può sgretolarsi in un secondo…

 

Auguri a tutte le bambine future donne

Non ci piacciono le feste comandate, ma se la data dell’8 Marzo può diventare un pretesto per parlare di educazione al rispetto della figura femminile in generale di certo non ci tiriamo indietro. Auguri quindi a tutte le bambine, future donne del domani che possano crescere libere e serene accanto a maschi capaci di amare, valorizzare,ascoltare e quando necessario in grado di lasciar andare senza nessuna pretesa di possedere niente e nessuno. Non stancatevi mai di ripetere questi concetti ai bambini scanditi in modo fermo e chiaro. Siamo in un modo un po’ così, dove purtroppo ancora valori come il rispetto, la diversità ecc non sono mai dati per scontato. Siamo in una situazione un po’ così, sospesi tra una guerra, appena usciti da una lunga pandemia, tanti pensieri fragili a cui dare un senso. A maggior ragione investiamo su un ritorno di valori e principi forti da offrire ai piccoli. Il piacere di crescere insieme, di confrontarsi, di litigare e di amare senza il bisogno di distruggere o distruggersi per amore.

PS.  Per quanto riguarda i fiori è sempre bello riceverli tutto l’anno, al di là delle ricorrenze!!!! Fresie, ranuncoli, ortensie,rose calle scaldano sempre le nostre scrivanie e ci tengono compagnia nelle consulenze con voi.

 

 

 

 

La guerra: come rassicurare i più piccoli

Dopo due anni difficili di pandemia siamo purtroppo ancora in tempi di guerra. Una folle guerra che non guarda in faccia a nessuno. Non ci sono parole per spiegare il significato di un conflitto militare ai bambini perché è qualcosa davvero senza senso. Può capitare che i bambini anche in età prescolare vedano accidentalmente immagini forti, non filtrate dagli adulti. Come tamponare eventuali preoccupazioni? Come rispondere di fronte a domande molto chiare?

Chiaramente non si può mentire ai bambini fingendo che vada tutto bene, ma, prima di spiegare è opportuno chiedere cosa sa lui/lei. “Come mai mi fai questa domanda?”, può essere infatti che il bambino abbia già delle informazioni da altri e non è il caso di confonderlo.

Inoltre si deve dare una risposta semplice, coerente e rassicurante aggiungendo il fatto che certe cose accadono lontano da noi, che, ad esempio, la maggior parte delle persone vuole la pace e che si sta lavorando per questo. Riportare al qui ed ora “Comunque adesso noi siamo qui insieme e ne stiamo parlando”.. per riorientare al presente.

Altra cosa fondamentale è quella di riconoscere ed accogliere lo stato emotivo proprio e del bambino, senza negare.

Infine è essenziale mantenere la possibilità in futuro di poter tornare sull’argomento se il piccolo ne avrà desiderio, mantenere con lui una vicinanza fisica autentica e mantenere una routine normale perchè rassicurante.

Svezzamento : quando e perché?

I pediatri consigliano di non iniziare prima del IV mese, nè dopo il VI, infatti dopo la 26° settimana l’introduzione complementare degli ingredienti solidi garantisce l’apporto necessario di energia, ferro, proteine e vitamine A e D non più assicurata dal solo allattamento al seno. Se volete seguire lo svezzamento tradizionale, si consiglia di iniziare con cereali, brodo di verdure e olio e poi carne per garantire un apporto bilanciato tra proteine e calorie. È importante anche aspettare che il bambino soa in grado di stare abbastanza dritto sul seggiolone per poter deglutire correttamente.

Iniziare troppo presto significa voler far crescere troppo in fretta il bambino, renderlo grande quando è ancora cucciolo. Allo stesso tempo, iniziare più tardi dimostra il desiderio materno di tenersi ancora attaccato a sè il proprio bambino ostacolando la sua evoluzione naturale. Senz’altro l’ambito alimentare scatena molte ansie ed emozioni contrastanti nelle madri, ma non è il caso di allarmarsi: basta esserne convinte e seguire passo passo le indicazioni del pediatra. Sarà una gioia vedere il vostro bimbo sul seggiolone che cerca di mangiare da solo!

Ci vuole pazienza e fiducia nei nostri piccoli!!

Non sostituitevi ai figli: stategli accanto

 

Un altro pensiero ricorrente che emerge spesso dalle varie consulenze che svolgiamo è “come fare a non sostituirsi ai figli in vari momenti della quotidianità-dai compiti, al fare la doccia, all’allacciare le scarpe – ma piuttosto sapergli stare accanto”. È ovvio che se facciamo noi le cose per loro facciamo prima..basti pensare al tempo che un duenne può impiegare per mettersi le scarpe (dritte) o un cinquenne che non vuole lavarsi e quindi preferisce farsi lavare comodamente. Ma e c’è un ma: dobbiamo sempre pensare a come aumentare e stimolare il senso dell’autonomia fin da piccoli e saperli incuriosire nel fare da soli.  Perche’ sapersi destreggiare col docciaschiuma e sapersi lavare è importante tanto quanto saper fare altre azioni quotidiane ed è fondamentale anche per raggiungere una maturità generale anche per quanto riguarda i rapporti interpersonali e per gestire al meglio i distacchi da voi. Chiediamoci sempre: quanto fa comodo a noi e quanto invece è fondamentale per il loro processo di crescita. Questo ragionamento non è una questione di fretta ma di consapevolezza! Un conto è rendersene conto un altro è non pensarci proprio..proviamo se possibile a lasciare degli spazi in cui costruire la loro autonomia.

 

Bacio sulla bocca al bambino: no

Grazie ad alcune domande di alcuni genitori rispondiamo in generale a tutti perché l’argomento è interessante: è giusto o ingiusto dare i baci sulla bocca ai bambini? La risposta è categorica ed è NO. No perché: il bambino non è da confondere con il ruolo del partner. L’amore per un figlio è ben diverso da quello del partner stesso e non va assolutamente mischiato. Altrimenti si rischia anche di confondere il linguaggio affettivo da quello più propriamente sessuale e non è per nulla costruttivo se pensiamo al bambino e alla costruzione della sua identità. Può capitare di incontrare persone che non danno troppa importanza a questo gesto e che anzi lo considerano naturale e istintivo come segno di grande e infinito amore ma dal nostro punto di vista psicopedagogico occorre prestare attenzione e saper delineare in modo chiaro i confini. Non si tratta assolutamente di essere cattivi o rigidi bensì di avere un atteggiamento di rispetto dei vari ruoli verso i piccoli e il partner ricordandoci sempre che i bambini apprendono proprio dai nostri comportamenti quotidiani.

 

Contro gli sprechi alimentari

In occasione della giornata mondiale contro gli sprechi alimentari proponiamo una piccola riflessione su quanto ancora sprechiamo nelle nostre case, e che messaggio inevitabilmente inviamo ai bambini. Dobbiamo impegnarci maggiormente e acquistare anche seguendo e recuperando una certa stagionalità dei prodotti. Avremo la possibilità di mangiare frutta e verdura fresca e sicuramente anche ad un minor costo se scegliamo di acquistarla nei mercati o punti vendita di filiera corta. Carlo Petrini, storico Presidente di SlowFood  propone e insiste da tempo sul concetto di Educazione Alimentare: abituarsi fin da piccoli a dare valore al cibo, provando a mangiare con gusto e come atto di ricerca della qualità non solo come gesto quotidiano automatico. Imparare quindi a non buttare il cibo ma saperlo riadattare con una frittata veloce o una torta salata crediamo sia sempre un ottimo gesto anche a livello organizzativo!

 

 

 

Quando c’è un problema: come affrontarlo

Tema molto richiesto e cliccato in questo periodo così difficile e tormentato per tutti ma in particolare per la gestione dei piccoli e delle continue possibili interruzioni causa quarantene o positività o in generale per una situazione difficile da gestire da un punto di vista della socialità visto l’alto rischio di contagi.

In generale, quando vi è un problema con i bambini l’adulto tende a preoccuparsi ed entrare maggiormente in uno stato di ansia: vi proponiamo invece un’ altra chiave di lettura: perché non provare a distinguere la sua difficoltà dalla nostra e lavorarci su affinché possa essere sciolta e modificata nel tempo? Non si tratta di un passo semplice né tantomeno immediato ma dal nostro punto di vista psicopedagogico è fondamentale per uscire da una certa difficoltà o fase critica della crescita. Qualche esempio? Può capitare con i capricci continui e una fase di insofferenza perenne,  con le balbuzie improvvise, con episodi di incontinenza e regressione ripetuta, per forti crisi di rabbia improvvisa, nel trattenere le feci per lungo tempo e rifiutare qualsiasi aiuto..insomma le problematiche possono essere le più svariate ma l’atteggiamento adulto dovrebbe essere sereno e forte a prescindere e non dipendere dalla serenità del piccolo. È questa la difficoltà maggiore nella quale come esseri umani coinvolti in una relazione (come il legame con il piccolo) incappiamo. Non possiamo aspettare che tutto torni come prima: proviamo insieme a modificare delle situazioni partendo proprio dal nostro comportamento e gradualmente torneremo ad una nuova dimensione. 

Vi è mai capitato? Come avete reagito? Chi avesse bisogno o piacere di un confronto ci trova qui. Info@mammechefatica.it e sul portale ResiliaService.com

 

Quarantena con i bambini

Un pensiero di solidarietà va a tutte le famiglie con bambini soprattutto piccoli rinchiuse in casa per via delle infinite quarantene che si ripetono inevitabilmente nei nidi ,scuole dell’infanzia e nelle altre realtà educative per i più grandi. Non è facile accettare questo momento e poi farlo accettare ai bambini che spesso chiedono quando potranno uscire e poter tornare a salutare i loro amici e le maestre. E poi ancora: come trascorrere le lunghe giornate a casa senza perdere la pazienza e cercare di mantenere i nervi saldi nonostante tutto? Facile a dirsi ma quando ci si trova coinvolti si iniziano a contare i giorni…anche se spesso il tempo in queste situazioni sembra non passare mai….laddove è possibile cercate di limitare l’utilizzo di smartphone/TV piuttosto proponete tante micro attività. Si sa, con i bambini piccoli il tempo di concentrazione è sempre ai minimi termini, quindi occorre costruire delle nuove routine e passare dal costruire una torre, all’impastare biscotti o pasta di pane, al collage, ma anche lavare semplicemente delle ciotoline può essere un ottimo passatempo! Cercate di non dare loro l’idea di non sapere cosa fare ma anzi di avere sempre pronta un’alternativa da sfoderare! Fare insieme un planning della giornata è un modo per trasmettere il senso dell’organizzazione necessario per dare e darsi un certo metodo nel trascorrere il tempo. Nel primo mattino proponete attivita’ più di concentrazione (esempio i travasi con la pasta o i legumi/pittura/collage con diversi materiali) e poi verso il finire della mattina invece un libro o delle canzoncine da ascoltare mentre si prepara il pranzo. Nel pomeriggio invece la preparazione di una torta o biscotti o di pasta di sale semplice può essere un buon rituale per diverse fasce d’età. Se avete dei travestimenti o vecchi indumenti metteteli a disposizione per inventare storie: in queste lunghe giornate casalinghe i bambini hanno più che mai bisogno di evadere e creare mondi nuovi mediante la loro capacità del pensiero magico. Quando poi la storia o la scena creata gli piace, tendono a ricrearla infinite volte aggiungendo dei dettagli qua e là. La forza del gioco imitativo è davvero sempre grandiosa e affascinante. Lasciateli giocare e osservateli (ma senza interrompere il loro gioco..onde evitare di bloccarli).. sperando sia trascorso nel frattempo un po’ di tempo…Fate capire loro che vi sono dei momenti in cui anche i genitori sono impegnati in altro (un dettaglio tra tutti il lavoro?!) e che poi vi ritrovate in un punto specifico della casa per raccontarvi come è andata!.

 

 

 

 

 

Cosa serve ai bambini piccoli veramente?

 

Cosa serve veramente ai bambini piccoli? Una serie di esperienze che sommate tra loro andranno a costruire il ricordo della loro vita infantile: fondamentale per costruirsi poi dopo quella adolescenziale e adulta. Si, è vero che i primi tre anni (ma non solo!) di vita del bambino sono davvero importantissimi per determinarne lo sviluppo socioaffettivo-cognitivo o meglio il suo stare al mondo quando poi sarà più grande. Per questo mettiamocela tutta per gettare delle basi sicure e fare in modo di trascorrere del tempo con loro. Il tempo non deve essere solo di qualità: non basta fare delle esperienze incredibili, costose o esclusive come spesso si crede: occorre anche sapergli stare accanto, osservarli crescere, giocare con loro, e annoiarsi anche un po’…e all’occorrenza saper dare loro il giusto senso del confine e del limite. Già perché essere genitori non significa dal nostro punto di vista psicopedagogico concedere loro tutto e costruire un rapporto amicale: piuttosto saper stare nei limiti e saper trasmettere loro una linea coerente che poi si spera un giorno potranno interiorizzare e farla loro. Non è facile anzi ma come ripetiamo sempre a crescere non sono solo i bambini ma lo siamo anche noi come adulti coinvolti in questo processo sempre affascinante e stimolante che è la crescita!