Piange e si dispera al nido. Come fare?

 

Mammechefatica affronta il tema ‘spinoso’ ma nel contempo affascinante del pianto…

Già perchè non si parla solo del pianto del ‘nostro’ bambino ma anche del pianto che ogni donna-madre si porta con sè….Perchè se siamo oneste, dobbiamo ammettere che è veramente difficile lasciare,’la nostra cosa più preziosa’ in lacrime a delle altre persone e in un contesto extra-familiare.

Però è giusto relativizzare,osservare se vi sono dei piccoli cambiamenti, capire se questo pianto disperato nel corso dei giorni assume altre forme oppure rimane invariato. Mammechefatica, con la lunga esperienza di nidi alle spalle, vi garantisce che è sempre faticoso e difficile per il bambino e la sua mamma salutarsi e doversi lasciare anche solo per un po’ e sappiamo bene che nelle menti delle madri s’innescano meccanismi automatici che riportano al Senso di Colpa e al chiedersi sul perchè la scelta del nido.

Però è anche importante in questa fase, parlarne tanto, farsi affiancare dalla preziosa figura paterna,e riuscire a vivere la situzione senza troppi pensieri o angosce, avendo una grande fiducia nel tempo.

Forza Mamme, dobbiamo incoraggiare voi e di conseguenza incoraggerete i vostri bambini! Tenete duro,e in caso di pianti ostinati e crisi non esitate a contattarci.

8 pensieri su “Piange e si dispera al nido. Come fare?

  1. Oggi mio marito ed io abbiamo portato la nostra piccola al suo primo giorno, del secondo anno, di scuola materna. Lei era impaziente e già da qualche giorno voleva a tutti i costi tornare a scuola. Ero un po’ tesa, memore della fatica, sua e mia, fatta lo scorso anno durante l’inserimento. Arrivavo da un’ottima esperienza al nido e sapevo che non sarei stata così fortunata con la materna e ho faticato anch’io ad adattarmi al cambiamento. Probabilmente mia figlia percepiva questa mia non totale fiducia e sono stati 4 giorni strazianti. Ho capito che non sarei stata di supporto e aiuto a mia figlia e ho chiesto a mio marito di proseguire l’inserimento che alla fine è andato bene! Qualche giorno dopo sono “riuscita” ad accompagnarla a scuola col sorriso e senza lacrime per entrambe.
    Il distacco è sempre difficile ma allo stesso tempo un importante momento di crescita x i piccoli e i genitori.

    • Cara Mamma Gise,
      grazie del tuo prezioso contributo.
      E’ vero: i bambini percepiscono tutto, in particolare le nostre emozioni e sensazioni più profonde…
      I distacchi sono fondamentali e probabilmente necessari per farci crescere dal punto di vista interno,concordiamo pienamente. Ottima l’intuizione di coninvolgere il papà: figura importante per la bimba, ma con un altro ruolo (spostato più sul gioco) e un altra modalità di comportamento in situazioni di stress emotivo. Infine, ci teniamo anche a sottolineare questa competenza materna di introspezione, ammissione delle proprie difficoltà e coinvolgimento del marito. Brava: non è assolutamente così scontato!!
      Grazie ancora
      a presto

  2. Marco è sempre stato un bambino sovievole e curioso nei confronti degli altri bambini. Così quest’anno ho pensato di iscriverlo al nido, visto che è nato il fratellino e non Ho molto tempo per farlo giocare. Ogni momento libero lo dedico a lui e cerco di dargli più attenzioni possibili. Ma adesso non sono più sicura di aver fatto bene a iscriverlo al nido! Pianti disperati e lacrime continue per tutta l’ora di permanenza. Lui vuole andare a giocare con i bambini, ma ci deve essere anche la mamma. Cosa faccio? Sono già 2 settimane e sono ferma a 1 ora solo di asilo senza progressi evidenti e nessun miglioramento!!

    • Buonasera Patrizia,
      molto probabimente Marco sta vivendo un periodo un po’ faticoso da tanti punti di vista: la nascita del fratellino,il nido,il distacco dal suo oggetto primario, ossia la sua ‘mamma Patrizia’.
      Quindi capita spesso anche se si tratta di un bambino socievole ed estroverso che ora preferisca rifugiarsi verso la mamma, indice di protezione e sicurezza.
      Provate a valorizzare (senza eccessi) certe sue piccole azioni e responsabilizzatelo su alcune piccole attività in casa.”Forza Marco abbiamo bisogno di te, tu ci puoi aiutare veramente…”
      Non parlate troppo del nido quando siete a casa, giocate,cantate senza stress altrimenti non riesce a godersi con serenità le cose che fate.
      Sicuramente ha intuito i dubbi della sua mamma,e quindi cerca mediante il ricatto di imporre la sua presenza al nido, anche se avrà visto che le altre mamme escono.
      Se a lei, Patrizia, piace il nido che state frequentando,se le piacciono le educatrici, se l’atmosfera che si respira è ‘sufficientemente buona’(Winnicott) allora non vi resta che continuare la splendida avventura…perchè nei nidi si fanno tante scoperte, e la socializzazione è fondamentale.
      Se abita a Milano, può venire mercoledi 27 in via Spartaco,zona centro.
      Per ulteriori chiarimenti non esiti a scriverci sulla mail privata.
      Ci faccia sapere
      a presto

  3. Da due settimane porto mia figlia di 7 mesi al nido. All’inizio dell’inserimento pensavo che sarebbe andata bene. Lei giocava e gattonava libera. Il problema è sorto quando le maestre mi hanno iniziato a fare uscire. Da quel momento lei gioca un pochino e appena ha un pó di sonno (cioè quasi subito) inizia a piangere disperata. Purtroppo ho necessità di mandarla al nido per rientrare a lavoro. I nonni abitano in città diverse e non abbiamo altri aiuti. La mia paura è che non riesca ad inserirsi. Non so se posso fare qualcosa per aiutarla. Mamma che fatica!!

    • Buongiorno Francesca,
      capiamo perfettamente. La invitiamo ad insistere poiché al 99% si tratta appunto della fase di ambientamento. Finché la piccola aveva la possibilità di vederla era disponibile e incuriosita anche per la fase esplorativa del gioco poi quando ha capito che la mamma sarebbe dovuta uscire dalla stanza ovviamente avrà perso il suo riferimento. Le suggeriamo di parlare tanto alla sua bimba e valorizzare gli aspetti positivi del nido. Monitorate insieme alle educatrici quanto piange e se si tratta di un pianto sostenibile. Si faccia forza e legga il post sul senso di colpa, ritroverà delle similitudini.
      Un saluto
      Ci faccia sapere

  4. Buongiorno,leggo diversi pareri ed esperienze risalenti a qualche anno fa,ora mi trovo anche io col mio bimbo di 28 mesi in una situazione critica. Da un mese e mezzo abbiamo fatto un inserimento molto veloce causa covid 19 all’interno di una struttura con educatrici che paiono attente e affettuose! I pianti sono disperati tutte le mattine partono a volte al momento del risveglio e terminano dopo dieci minuti che lo lascio alla maestra…uno strazio per me che lo accompagno. Dopo una decina di minuti mi dicono che gioca tranquillo,mangia e dorme;ma vive l’asilo con un’angoscia a cui non ero pronta,più che altro temo non sia pronto a questo passo ( si ma a due anni e mezzo????) . Tra l’altro è in arrivo la sorellina tra tre mesi. Ciò che dice è sempre che vuole rimanere a casa con me a giocare e le coccole della mamma. A casa è diventato parecchio disubbidiente e ci sfida per ogni cosa, ma ho ricondotto l atteggiamento all’età.
    Grazie per l’attenzione

    • Buongiorno Vittoria,
      da quello che ci descrive ci sembra tutto da manuale. Il suo bambino fa fatica a gestire il distacco non solo per il nuovo ambiente educativo ma anche per tutte le dinamiche implicite legate alla pancia e allora reclama le coccole della sua mamma!
      Suggerimenti pratici:
      Provate a parlarne insieme, di quanto sia difficile separarsi ma anche di quanto sia bello ritrovarsi e stare insieme! Si faccia aiutare dall’ asilo e dal partner per condividere queste tematiche importanti.
      Per una consulenza telefonica più approfondita può scriverci in privato info@mammechefatica.it
      Un Caro Saluto e grazie per la fiducia.

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