Non mi ascolta!

“Non mi ascolta mai” è una delle frasi genitoriali classiche utilizzate non solo per gli adolescenti ma anche per i piccoli!. Quando un bambino non ascolta, o meglio fa finta di non ascoltare fermiamoci e chiediamoci: come poter cambiare la modalità comunicativa? Come trovare insieme un nuovo modo di farsi ascoltare e collaborare per uno scopo comune? E il tono della vostra voce come è? È noioso ripetitivo o interessante? Questo solo per provare ogni tanto a mettersi nei loro panni e alla loro altezza. Il bambino piccolo è in crescita e per farlo ha bisogno di spazio e di nuove sfide, quindi molto spesso non ha tempo di ascoltare i genitori perché troppo coinvolto a fare altro. Se però è il genitore ad approcciarsi in un modo nuovo ecco che l’attenzione magicamente ritorna! Provate a comunicare giocando e vedrete che i bambini vi cercheranno per ripetere all’infinito quel gesto/azione appena fatta, e tutto sarà leggermente più semplice. Provate.

 

Come aiutare il bambino a parlare

Come aiutare il bambino a produrre le prime parole? È una delle domande più frequenti che riceviamo quotidianamente nelle consulenze private e nel lavoro sul campo nei nidi.  Come diciamo spesso la produzione di un certo linguaggio è un fattore da una parte soggettivo, quindi dipende strettamente dalla storia personale di ogni bambino ma dall’altra è fortememente influenzato anche dall’ambiente. Per ambiente si intende il contesto relazionale in cui vive il bambino. Se ha a disposizione dei genitori che stimolano e incuriosiscono, fanno domande (ovvio anche senza attendere una risposta ma facendolo sentire “parte di”) cantano e ripetono filastrocche il piccolo inevitabilmente inizierà a fare le sue lallazioni e poi progressivamente a trasformare i suoni in prime parole. Le canzoncine davanti allo specchio rappresentano un vero e proprio toccasana per il piccolo e per la sua mamma/papà. Vi rassicuriamo: non importa essere intonati o stonati, ciò che importa è la portata della comunicazione! È la capacità di trasmettere e incantare con le parole e lo sguardo che affascina il bambino piccolo. Per chi fosse preoccupato per un possibile ritardo: iniziate a cantare insieme più volte al giorno (però deve essere un impegno costante) sempre le stesse canzoncine, anche con toni e modi diversi  mentre giocate e fate qualsiasi cosa e i risultati si vedranno.

 

 

 

Voglio stare con te!

Chi frequenta bambini piccoli sa bene che possono avere le loro preferenze in materia di persone e che nonostante l’età sono molto chiari, espliciti e selettivi. Molte volte preferiranno qualcuno o qualcosa a qualcos’altro e vorranno a tutti i costi quel qualcosa che al momento non hanno. L’importante in questi casi è saper tollerare la loro frustrazione senza arrabbiarsi ma piuttosto scherzandoci su. “Asilo no, asilo no!” potrebbe dire un bambino e i genitori potrebbero rispondere:” L’asilo non è di tuo gradimento? Hihihi vieni qui che ti prendo e ti faccio tanto solletico intanto! Poi andremo anche all’asilo, col tempo ce lo faremo piacere e avremo nuove preferenze” Cioè anziché rispondere in modo secco e senza alternative diamo loro la sensazione di dedicarci prima a loro e poi al problema vero o immaginario che sia. Perché dal loro punto di vista è giusto rivendicare la presenza dei loro riferimenti affettivi anche se all’asilo poi ci si trova bene. Quindi tenete duro, non mollate perché i piccoli mettono sempre alla prova, soprattutto quando sentono che ci stiamo rilassando e iniziando ad abituare alla quotidianità.