È tutto mio!!!!!

“È mio! È mio!” è una tipica frase dei bambini dell’età compresa tra i 18-36 mesi. È una modalità che utilizzano per segnare il territorio quando avvertono la presenza di altri pari che potrebbero prendere l’oggetto conteso. I bambini hanno bisogno di sperimentare anche il sentimento di gestione della frustrazione mediante il quale apprendono che non è sempre tutto loro, ma vi sono anche altri bambini con le stesse intenzioni ed esigenze. L’intervento dell’adulto di solito è quello di dire: ” no,non è tuo, lascia il gioco al bimbo”. Dal nostro punto di vista psicopedagogico proponiamo di:

– non intervenire subito ma fare in modo che i bambini (anche se piccoli) possano cavarsela in modo (quasi) autonomo, sperimentando anche il sentimento di frustrazione e fallimento che permette loro di crescere.

– Raccontare ai bambini ciò che e’ accaduto in modo semplice e preciso. Non temere il pianto del bambino (pianto di rabbia perche’ vuole il gioco tanto conteso e pianto di delusione perche’ non gli è stato concesso) rappresentano occasioni utili di confronto e di ragionamento.

– Restituite la giusta importanza e il giusto valore. Non far frequentare altri bambini perché abbiamo un bambino che potrebbe arrabbiarsi facilmente non ci sembra educativo. Il tempo e l’autorevolezza sono da sempre due ottimi strumenti.

Cosa fare con un neonato…

 

La domanda è curiosa e interessante: “cosa faccio col mio neonato?”

Mammechefatica invita la NeoMamma e il NeoPapà a non trascurare il piccolo ma potergli offrire le giuste attenzioni e stimoli durante la fase di ‘luce’, ovvero quando è sveglio, ed è sdraiato nella culla o in braccio.

– parlare spesso al proprio bambino, anche in due lingue

– mantenere sempre un tono di voce basso e calmo

– cantare spesso, specie se piace.

– interpretare il pianto, senza ansia, ma rassicurando il piccolo

– leggere storie

– animare, sventolare piccoli pezzi di stoffa o fettucce colorate

– evitare di esporlo davanti al suono della tv e della radio

– prediligere la musica classica (Mozart rende creativi e intelligent secondo parecchie ricerche in merito)

– non tenere sempre il proprio bambino in braccio, ma solo quando occorre, cercando di stabilire un buon equilibrio tra la fase di sonno e quella di ‘luce’

Cercare di sintonizzarsi col proprio piccolo e capire il suo pianto: se si tratta di un pianto dovuto alla fame, a coliche, a disturbi, o insofferenze varie. Parlare al proprio bambino verbalizzando ciò che succede rappresenta da sempre  un ottimo espediente per consolarlo e aiutarlo nella gestione delle prime frustrazioni.