I nonni: preziosa risorsa

I nonni costituiscono un valido aiuto nella gestione dei nipotini, in particolare se piccoli. Sono una risorsa preziosa e contribuiscono alla gestione della famiglia come possono. Dal nostro punto di vista psicopedagogico è importante e saggio definire i compiti e in che cosa possono contribuire onde evitare fastidiose invasioni di campo che creano scompiglio in famiglia. Molto spesso i genitori rivendicano ai nonni di viziare troppo i nipotini o concedere loro troppe cose ma i nonni, non devono occuparsi della gestione pedagogica, piuttosto hanno il piacevole compito di tramandare il senso delle tradizioni, di raccontare il loro vissuto e di giocare con i nipotini e leggere loro tante storie. I nonni mirano al lato ludico, al piacere di vedere crescere i figli dei loro figli e offrono alla nuova famiglia un aiuto notevole anche dal punto di vista economico! Non sono di corsa, hanno un rapporto con il tempo più equilibrato e hanno aspettative diverse da quelle dei genitori.

A tutti i nonni che conosciamo e abbiamo incontrato in questi anni va tutto il nostro riconoscimento!

Fratelli e rivalità

Perché è così frequente che dei fratelli passino dall’affetto all’odio in pochi secondi? Le gelosie, le lotte, l’aggressività e il risentimento sono emozioni naturali tra fratelli. Non bisogna dimenticare, infatti, che il loro legame nasce a partire dalla lotta per la difesa del proprio posto in famiglia. Una volta cresciuti, potranno allearsi e andare d’accordo, ma talvolta saranno ancora rivali o invidiosi. Questi comportamenti si possono spiegare in termini di “sopravvivenza”. I fratelli, cioè, hanno a disposizione le stesse “risorse”, dunque devono imparare da subito a condividere non solo l’amore dei propri genitori, ma anche i giochi e la casa. È come se lottassero per non avere niente in meno dell’altro figlio. Diversamente dall’apparenza, la continua alternanza tra amore e odio è molto utile per imparare che i sentimenti si trasformano e si evolvono. Non è dunque necessario sentirsi in colpa per i propri sentimenti ostili perché il legame col fratello sopravvive nonostante tutto.

Lavoriamo sull’autonomia!

Il raggiungimento dell’autonomia e dell’indipendenza del proprio figlio è uno degli obiettivi principali che ogni genitore si pone nel corso della vita. Spronarli all’autonomia non significa lasciar fare ai figli tutto ciò che vogliono, bensì occuparsi di loro e offrire loro gli strumenti per acquistare una maggiore maturita’ e autonomia a seconda dell’età. Tante volte, per comodità, per la fretta, sono i genitori,quindi gli adulti a risolvere i piccoli intoppi o problemi quotidiani. Per i bambini invece è fondamentale poter fare delle esperienze, quindi vanno potenziate e valorizzate le situazioni in cui i piccoli stanno compiendo delle piccole azioni quotidiane come allacciarsi le scarpe, fare il letto, preparare la tavola, buttare la pattumiera, bagnare le piante, aiutare un altro bambino etc. Non sono mai troppo piccoli, con loro si può fare tutto! anzi se abituati fin dalla Prima Infanzia i bambini diventeranno adulti maturi e responsabili e saranno potenzialmente in grado di ottenere soluzioni di problem solving perché abituati a gestire anche le difficoltà.

Siamo amici? No, genitori e figli, grazie

Una tendenza molto diffusa ultimamente è quella di trattare i propri figli alla stregua di amici, stando sullo stesso piano, raccontando loro cose da adulti e pretendendo da loro un comportamento da persone mature. Ma i figli non possono essere nostri amici. Avere con loro un rapporto simmetrico non significa essere migliori genitori, così come vestirsi uguali, parlare come loro o confidarsi su tematiche personali. Si è genitori “sufficientemente buoni” (e non perfetti, perché la perfezione non una caratteristica di nessun essere umano) se ci si relaziona con loro mantenendo una “giusta distanza“, cioè non troppo vicina, né troppo lontana. Spiegare loro per filo e per segno, con una “pappardella” di 10 minuti perché un comportamento è più giusto di un altro è un errore da non fare: i bambini hanno una bassa soglia di attenzione e, a seconda della loro età, possono addirittura non capire alcuni termini. E’ importante invece essere concisi e determinati nel dire un “NO” in quanto adulti responsabili che sanno cosa è bene e cosa è male per loro. Non c’è negoziazione che tenga. E questo non è un danno per i bambini, ma, anzi, un aiuto che si dà loro per imparare a crescere con un senso di contenimento rassicurante.

Paura di non riuscire a…

Questo post è dedicato ai bambini che in questo periodo stanno affrontando le varie verifiche a scuola, i saggi o i test di fine anno di lingua. Insomma quei bambini che stanno provando il classico mal di pancia (che abbiamo avuto tutti) o altre piccole somatizzazioni date dallo stress e dall’ansia del non riuscire ad essere all’altezza e di temere fortemente la prova a cui si è sottoposti oltre ovviamente al discorso delle aspettative. “Come faccio a dire che la prova non è andata bene?”. In questi momenti è fondamentale il supporto dei genitori che possono:

  • rassicurare il bambino, ridimensionando il problema
  • spiegare loro che i saggi, gli esami, le verifiche e le partite fan parte della vita, non sempre si esce vincenti nonostante gli sforzi, ma in ogni caso fanno parte della nostra esperienza e rappresentano tutti momenti di crescita
  • il problema dell’ansia non si risolve certo stando a casa..ma affrontando le piccole grandi sfide quotidiane
  • leggere e condividere dei libri adatti alla loro età in cui si parla di sfide, successi e sconfitte può essere un valido modo per ‘stare sul problema’ senza ignorarlo
  • Un grande in bocca al lupo a tutti i piccoli che stanno diventando Grandi!

Guerre, terremoti, attentati o altri eventi traumatici: che parole usare con i bambini?

Siamo purtroppo ancora in tempi di guerra, attentati, incidenti e catastrofi naturali. Può capitare che i bambini anche in età prescolare vedano accidentalmente immagini forti in tv o dal pc, non filtrate dagli adulti. Come tamponare eventuali preoccupazioni? Come rispondere di fronte a domande molto chiare?

Chiaramente non si può mentire ai bambini fingendo che vada tutto bene, ma, prima di spiegare è opportuno chiedere cosa sa lui/lei. “Come mai mi fai questa domanda?”, può essere infatti che il bambino abbia già delle informazioni da altri e non è il caso di confonderlo.

Inoltre si deve dare una risposta semplice, coerente e rassicurante aggiungendo il fatto che certe cose accadono lontano da noi, che, ad esempio, la maggior parte delle persone vuole la pace e che si sta lavorando per questo. Riportare al qui ed ora “Comunque adesso noi siamo qui insieme e ne stiamo parlando”.. per riorientare al presente.

Altra cosa fondamentale è quella di riconoscere ed accogliere lo stato emotivo proprio e del bambino, senza negare. Infine è essenziale mantenere la possibilità in futuro di poter tornare sull’argomento se il piccolo ne avrà desiderio, mantenere con lui una vicinanza fisica autentica e mantenere una routine normale perchè rassicurante.

Fare i compiti…

 

Fare i compiti si sa non è mai stato piacevole, non tanto per i compiti in se’ ma piuttosto per l’obbligo che rappresentano. Talvolta però ricevere l’aiuto di una persona esterna, puo’ essere un valido aiuto e magari diventare anche un punto di riferimento per i giovanissimi. Quando il momento dei compiti diventa difficile da gestire occorre responsabilizzare i bambini verso quello e’ il loro ‘lavoro’. La possibilità di condividere del tempo con dei ragazzi più grandi che aiutano i più piccoli può essere un momento trainante, dove si apprendono modalità diverse da quelle degli adulti e quindi sembra essere tutto più’ facile e perche’ no divertente!. Da adulti però possiamo coinvolgere i ragazzi in modo attivo senza quasi intervenire nella loro gestione del tempo. Non e’ la mamma che deve guardare nello zaino per intendersi, ma è il ragazzo stesso che aggiorna in casa ciò’ che è accaduto in classe e quello che dovra’ preparare a scuola. Questo perché non possiamo pretendere che diventi grande, quindi autonomo, se non facciamo un passo indietro creando lo spazio e il senso di libertà necessaria che la crescita comporta.

 

#leperledimarta

Tra le novità del 2018 di Mammechefatica c’è la collaborazione con wannabemum.it, un sito animato da tre giornaliste che aiuta mamme, papà, tate e nonni ad orientarsi nel complicato e affascinante mondo dell’accudimento e che devono conciliare il tutto con il proprio lavoro.
Attraverso dei video, la nostra pedagogista, Marta Stella Bruzzone darà a tutti i lettori del sito un consiglio pratico e utile sul tema dell’educazione dei bambini: la rubrica si chiama #leperledimarta.
Il primo video, che potete vedere qui, è dedicato alle neomamme e dà dei piccoli suggerimenti su come combattere la stanchezza nei primi momenti dopo il parto.

Seguiteci e scriveteci le vostre domande!!

“Guardami!”: il bisogno di esclusività dei bambini

Spesso, anche se ci sembra di dare già tantissimo, i bambini chiedono ancora più attenzioni per avere conferma del nostro affetto per loro. Ci richiamano di continuo, vogliono coinvolgerci, chiedere una lode, un parere o un aiuto. Questo infatti è un bisogno tipico, di sentirsi esclusivi, unici, agli occhi degli adulti importanti (i cosiddetti “caregivers”). E’ per questo che quando è in arrivo un fratellino o una sorellina vanno in crisi: hanno paura che il neonato possa portar loro via l’attenzione e l’amore dei genitori, dei nonni o della baby-sitter. Quindi vediamo insieme quello che possono fare i genitori in queste situazioni:

-rassicurare i bambini con parole molto semplici che noi ci siamo e li stiamo guardando

-se siamo momentaneamente impegnati, promettere che quando avremo finito, saremo attentissimi

-questo non vuol dire che non si debbano rispettare certe regole basilari (ad esempio, bisogna aspettare che gli adulti finiscano di parlare, invece di interromperli)

-valorizzarli quando fanno qualcosa di positivo

-parlare di emozioni e ricordare che anche quando non siamo con loro, sono sempre nei nostri pensieri e nel nostro cuore

Ricordiamoci che bambini si rispecchiamo nel volto di Mamma e Papà e dal loro sguardo colgono quanto sono importanti per loro, non sottovalutiamo questi aspetti se vogliamo che crescano sereni con una buona autostima.