Questo si..Quello no: imparare a mangiare tutto

“Questo si..Quello no” quante volte ascoltiamo i bambini che fin da piccolissimi impongono il loro modo di fare attraverso il cibo decidendo cosa mangiare. E quante volte però assistiamo a genitori e adulti in genere che accettano di preparare più pietanze per soddisfare i desideri culinari dei piccoli tiranni.. Mammechefatica invita tutti a riflettere su questo punto. Che messaggio educativo stiamo dando ai nostri bambini? Come faranno a diventare cittadini del mondo e viaggiare da grandi se non hanno avuto la possibilità di sperimentare altri piatti? Se non riescono ad apprezzare la pasta (a patto che sia in bianco)?! È fondamentale provare tutti i gusti e poi col tempo assecondare le preferenze, ma non escludere mai a priori, nessun alimento, verdure incluse! Vi ricordiamo che i bambini solitamente tendono a rifiutare un cibo se sanno implicitamente che possono averne un altro. Nel momento in cui non hanno a disposizione un’alternativa (e hanno fame) mangiano e assaggiano quasi tutto. Assaggiare e condividere anche pietanze di altri paesi è un’esperienza non solo sensoriale ma anche sociale: saper stare a tavola e apprezzare cibi diversi dai propri significa anche avere una certa curiosita’ e voglia di esplorare oltre i propri confini.

 

Cinque comportamenti da evitare quando i figli non mangiano

Quando i bambini, di qualunque età, si oppongono tenacemente nel mangiare alcune pietanze o dimunuiscono notevolmente la quantità di cibo ingerito, fanno preoccupare molto i genitori, talvolta anche spiazzati, arrabbiati e delusi. Ecco cinque suggerimenti per alleggerire il clima pesante che spesso si crea a tavola tra adulti e bambino:

  • non forzare, nè obbligare il bambino a mangiare
  • evitare di fare ricatti affettivi (“Se non lo mangi, la mamma non ti vuole più bene”)
  • non fare confronti con fratelli o altri bambini
  • non cercare di distrarlo con tv o tablet
  • non preparare alti piatti da far scegliere al bambino al posto del primo proposto

E’ importante inoltre non sottovalutare questi segnali, perchè non si tratta di semplici “capricci”. Si potrebbe infatti trattare di una manifestazione di un disagio nel bambino da osservare e comprendere, eventualmente anche con l’aiuto di un professionista serio e competente.

L’alimentazione dei bambini- Expo 2015

pranzoIn tema con Expo 2015 soffermiamoci ancora una volta sull’alimentazione dei bambini. Mangiare, sin dalla nascita, non ha il solo significato di acqusizione di nutrimento necessario per crescere e stare bene, ma è un inno alla vita, ai suoi piaceri e soprattutto rimanda al forte legame affettivo tra la madre e il figlio (pensiamo al tenero momento dell’ allattamento per esempio..). E’ fondamentale che gli adulti trasmettano ai più piccoli un modello di alimentazione sano, basato anche sul piacere e sul gusto. Che emozione preparare un piatto semplice insieme e poi mangiarlo! Anche la condivisione del momento dei pasti è importante: piuttosto che zittirci di fronte alla TV è stimolante parlare e raccontarsi vicendevolmente della propria giornata.

Quando però si attraversa dei momenti difficili della vita, sia da piccoli, sia da adolescenti, il mangiare può rappresentare un problema e si può presentare un sintomo alimentare. Cosa fare in quesi momenti? Attivarsi e parlarne con un esperto (psicologo o pediatra, ad esempio) è importantissimo! Più si interviene nell’immediato, meno sarà complicato superare questa fase delicata. Come sempre, le professioniste di MammeCheFatica sono a vostra disposizione per delle consulenze: info@mammechefatica.it.

Storie di donne, vita e cibo raccontate da Hub Dot

hub dotHub Dot, il mondo delle connessioni tra donne, famosissimo ormai non solo in Italia, ma in tutta Europa e negli USA, torna a Milano! Il 15 Ottobre, infatti, presso la Libreria RED Feltrinelli di Piazza Gae Aulenti, vi sarà un interessante incontro sulle donne e il cibo. Dunque non mancate dalle 18,30 alle 20,30, iscrizione obbligatoria (20€): fate in fretta, avvisate le vostre amiche, perchè i posti sono limitati!

Come sempre dovete scegliere il vostro colore all’ingresso perchè la connessione sia più efficace. Il Rosso: “Ho un’identità professionale”; il Giallo: “Ho un’idea, mi aiuti?”; il Verde:” Cerco una nuova ispirazione”; il Blu: ” Sono qui per socializzare” ed infine il Viola: “Ti racconto della mia attività di beneficenza, passione, lavoro”  ..E voi che Dot siete??

Educazione alimentare e non solo..

 

Se per Natale volete regalare un libro educativo vi proponiamo: “Il cibo attraverso gli occhi di un bambino“, Ed. Coop Lombardia, 7,50e.

Di cosa si tratta: di un libro nato da un’idea del Comitato Soci-Coop e proposto all’Istituto Comprensivo T. Grossi di Milano. Le famiglie delle scuole primarie raccontano e disegnano le loro tradizioni culinarie durante le feste parlando di piatti per loro importanti e in qualche modo speciali.

Perchè ne parliamo: è un progetto nato da una collaborazione insolita che dopo un anno di lavoro ha raccolto “esperienze culinarie”, quindi ricette, ma non solo, anche storie di vita in famiglia.

MammeCheFatica lo consiglia perchè: dà importanza ai legami familiari. Attorno alla tavola infatti si creano relazioni, scambi di emozioni e di storia su cui si sedimentano tradizioni e radici familiari. Troppo spesso oramai i bambini mangiano da soli davanti alla tv, non comunicano e non imparano ad apprezzare il cibo in tavola e questo non è un buon insegnamento. Infine un ulteriore buon motivo per acquistarlo consiste nel fatto che il ricavato del libro sostiene le scuole offrendo fondi per il materiale didattico.

 copertina del libro

Cosa hai mangiato oggi?

 

Cosa hai mangiato oggi? Questa è la tipica domanda che si fa all’uscita dai nidi, scuole dell’infanzia ed elementari. ed è una tipica domanda ‘all’italiana’ per introdurre poi altri elementi di conversazione tra il bambino e l’adulto di riferimento.

Come mai è così importante sapere cosa hanno mangiato i piccoli a scuola? Certo lo si chiede, onde evitare di cucinare le stesse cose a cena…ma non è solo questo..anche perché basta attrezzarsi con lo schema settimanale della scuola e appenderlo sul frigorifero.

E’ una sorta di domanda retorica che si fa, che include anche una percezione di ansia e  controllo dell’adulto sul bambino. (riuscirà il mio bambino a mangiare anche fuori di casa? Il cibo sarà preparato e cucinato bene come a casa?)

Mammechefatica suggerisce anche di concentrarsi su come è andata la giornata, cosa è successo, e piuttosto di chiedere: come sei stato/a a scuola oggi? Bene?E’ andata meglio?…Essendo i bambini auto-regolatori nei confronti del cibo..è bene anche spostare l’attenzione su altre domande, ma soprattutto lasciare ai bambini il tempo di riadattarsi, e accettare quella fase di passaggio tra l’uscita da scuola e il ritorno a casa. Così facendo saranno i bambini a raccontarvi con più entusiasmo e nei dettagli il vissuto della giornata e ciò che hanno sperimentato (e probabilmente cosa avranno mangiato!).

Provate!