Come fare a togliere il ciuccio..

Come fare a togliere il ciuccio?  Sappiamo quanta fatica si cela dietro alla fatidica domanda. Teniamo conto che il ciuccio per un bambino ha un valore simbolico universale e rappresenta un bisogno primario di consolazione molto importante. Detto ciò, se avete intenzione di toglierlo per vari motivi, preparate il piccolo per tempo onde evitare che diventi un gesto troppo forzato. Nella fase di preparazione, vi suggeriamo, ad esempio, di leggere insieme un libro che affronta questa tematica. Noi siamo affezionate al Ciuccio di Nina! ma ve ne sono anche altri. Provate inoltre a porre dei limiti chiari con un tono tranquillo ma deciso: “il ciuccio lo tiriamo fuori quando arriva la stanchezza o la nostalgia” per il resto proviamo a giocare insieme,forza!”. Una frase invece che sentiamo spesso da genitori o nonni e’: “togli il ciuccio se no non capisco”. Ecco non essere capiti non è un gesto rassicurante..per un bambino che sta iniziando a parlare e’ importante invece potersi esprimere senza essere corretti o giudicati. Provate ad inventare insieme un gioco o un rituale da fare per togliere il ciuccio e passare all’attività proposta. Non servono premi o regalini per togliere il ciuccio anche solo per poco! Deve essere un movimento naturale per favorire il piacere dell’interazione.

Dito in bocca: come far smettere?

Non preoccupatevi: non siete né i primi, né gli ultimi genitori alle prese con un figlio con il dito perennemente in bocca. E’ giusto però che ad un certo punto decidiate che questa abitudine sta  diventando eccessiva e rischia di rovinare la struttura dei denti del vostro bambino. Come fare per toglierlo definitivamente? Come diciamo sempre non esiste una soluzione magica che vada bene per tutti i bambini , ma si possono fare diversi tentativi per provare a superare il problema. Abbiamo notato che mettere sul ditino peperoncino o altri gusti o odori fastidiosi non porta a molto, se non far arrabbiare il bambino che si sente preso in giro dall’adulto. Anche le spiegazioni razionali non funzionano molto perchè i bambini sono troppo piccoli e sono troppo legati al gesto di succhiare il dito in quanto rappresenta una coccola per loro, un’abitudine che rassicura e contiene le ansie. Provate a spostare la necessità di contenimento con l’utilizzo di un peluche, una bambola o un nuovo giochino al quale il bambino possa affezionarsi. Inventate una storia che parla di un bambino tanto legato al suo ditino che non riusciva a fare a meno di ciucciarlo in ogni situazione e che poi con l’aiuto di una fatina o di un nanetto del bosco impara a non usarlo più. Attraverso le fiabe i bambini si immedesimano nel protagonista e colgono molti aspetti che li riguardano senza però coinvolgersi troppo emotivamente. Anche la lettura dei libri può essere un valido aiuto per superare alcuni “inspiegabili attaccamenti” , ad esempio “Anna e il dito in bocca”, “La principessa con il dito in bocca”…Vedrete poi che con il tempo il bambino crescerà e non avrà più la stessa necessità di trovare un contenimento, ma sposterà l’interesse su molte altre cose (socializzazione, giochi, libri, disegni…).

Dito sempre in bocca?

Non preoccupatevi: non siete né i primi, né gli ultimi genitori alle prese con un figlio con il dito perennemente in bocca. E’ giusto però che ad un certo punto decidiate che questa abitudine sta  diventando eccessiva e rischia di rovinare la struttura dei denti del vostro bambino. Come fare per toglierlo definitivamente? Come diciamo sempre non esiste una soluzione magica che vada bene per tutti i bambini , ma si possono fare diversi tentativi per provare a superare il problema. Abbiamo notato che mettere sul ditino peperoncino o altri gusti o odori fastidiosi non porta a molto, se non far arrabbiare il bambino che si sente preso in giro dall’adulto. Anche le spiegazioni razionali non funzionano molto perchè i bambini sono troppo piccoli e sono troppo legati al gesto di succhiare il dito in quanto rappresenta una coccola per loro, un’abitudine che rassicura e contiene le ansie. Provate a spostare la necessità di contenimento con l’utilizzo di un peluche, una bambola o un nuovo giochino al quale il bambino possa affezionarsi. Inventate una storia che parla di un bambino tanto legato al suo ditino che non riusciva a fare a meno di ciucciarlo in ogni situazione e che poi con l’aiuto di una fatina o di un nanetto del bosco impara a non usarlo più. Attraverso le fiabe i bambini si immedesimano nel protagonista e colgono molti aspetti che li riguardano senza però coinvolgersi troppo emotivamente. Anche la lettura dei libri può essere un valido aiuto per superare alcuni “inspiegabili attaccamenti” , ad esempio “Anna e il dito in bocca”, “La principessa con il dito in bocca”…Vedrete poi che con il tempo il bambino crescerà e non avrà più la stessa necessità di trovare un contenimento, ma sposterà l’interesse su molte altre cose (socializzazione, giochi, libri, disegni…).

Oggetti transizionali

linusForse qualcuno di voi ha sentito più volte il termine: “oggetto transizionale”, ma davvero sappiamo cosa significhi? Si tratta della famosa copertina di Linus, un oggetto, non necessariamente bello, ma con un valore simbolico importante. Un orsacchiotto, una pezza, una bambolina o un ciuccio hanno infatti il significato di rappresentare la figura primaria. Il pediatra e psicoanalista inglese D. Winnicott ha teorizzato questo fenomeno tipico della prima infanzia per cui i bambini considerano quell’oggetto concreto inanimato come un simbolo del rapporto con la madre, quindi ricco di affetti. Per questo motivo possiamo comprendere l’importanza attribuita a tali oggetti dai bambini; proviamo ad empatizzare con la loro reazione che a noi può parere esagerata quando l’ oggetto si rompe, o si è perso o la mamma ha deciso di metterlo in lavatrice! Rispettiamo il significato che viene attribuito a questi oggetti, e, anzi, valorizziamoli al fine di rendere i bambini gradualmente più autonomi dagli adulti.

Come fare a togliere il ciuccio?

 

In questi anni di lavoro con bambini e genitori abbiamo sentito tante idee originali su come aiutare il proprio figlio a lasciare il ciuccio senza traumi, ma riteniamo che il metodo migliore sia sempre quello tradizionale del regalo a qualcuno di importante, ad esempio, a Babbo Natale. (Certo non è la stagione adatta questa ,ma parlare di fresco e neve ci tira su il morale forse!!) Perchè proprio lui? Perchè i bambini ammirano questa figura affettuosa che porta loro regali, autorevole, misteriosa, ma che conosce molto bene i loro desideri. Dunque prepariamo il bambino a questo scambio: “Babbo Natale ti porterà un meraviglioso dono, ma tu gli donerai il tuo caro vecchio ciuccio”. Suggeriamo in ogni caso di non creare una separazione cruda, netta e troppo dolorosa per il bambino. Noi grandi forse non ce ne rendiamo conto, ma per un bambino piccolo rappresenta un oggetto davvero magico, molto investito emotivamente, in grado di tranquillizzare ogni capriccio disperato in quanto sostituto materno. Quindi con empatia, sensibilità, affetto e originalità aiutamo i nostri piccoli a crescere!

p.s. Ci piace fare un sondaggio: quale metodo avete usato voi???!

IL NIDO (parte II)

 

Care Mamme,
l’inserimento al nido è un momento molto delicato di affiancamento del bambino piccolo ad un adulto significativo allo scopo di instaurare un buon rapporto con le educatrici del nuovo spazio. È una fase molto importante perché serve da “ambientamento” graduale del bambino in un luogo del tutto sconosciuto occupato da adulti e bambini nuovi. Lo scopo principale è lo stabilirsi di una relazione di fiducia, non solo tra il bambino e le educatrici, ma anche tra queste ultime e la madre.
In genere si consiglia di evitare di iscrivere il bambino al nido intorno all’ottavo mese perché è una fase “critica” dello sviluppo in cui il piccolo tende a soffrire molto più di quanto non accada prima o dopo per la lontananza dei genitori (ed in particolare della madre) . Quindi, se compatibile con gli impegni quotidiani dei genitori, sarebbe meglio aspettare uno/due mesi perché l’angoscia di separazione diminuisca e aumenti la fiducia in sé allo scopo di affrontare il momento del distacco con meno paura.
Qualche semplice suggerimento: date al vostro bimbo un ciuccio e/o il cosiddetto oggetto transizionale (peluche, copertina..) e, indipendentemente dalla sua età, spiegategli bene che state andando via, ma che tornerete presto a prenderlo. Infine, un piccolo gioco, molto antico e conosciuto, può essere d’aiuto al bambino per abituarlo a stare da solo. Stiamo parlando del famoso gioco del Cucù o Bau..sette! L’adulto nasconde  il viso dietro un panno o dietro alle mani e dopo poco riappare. Il bambino piccolo sperimenta così un breve attimo di paura, di attesa (“Oh, no! La mamma è sparita, e ora??”) per poi vivere una sensazione di sollievo e felicità. Con questo banale rituale si insegna al bambino ad avere fiducia negli altri e  a tollerare la separazione. È un po’ quello che le educatrici ripetono ogni giorno ai propri bambini: “Le mamme tornano sempre, non vi abbandonano qui”. Ma anche voi, mamme e papà, state tranquilli: ogni bambino ha i propri tempi, ma riuscirà a separarsi e vivere serenamente la loro giornata al nido. Abbiate fiducia in modo da trasmetterla anche a vostro figlio!