Cos’è l’ambliopia (o occhio pigro)? Lettera di una mamma coraggiosa..

 

Buongiorno,
sono Lucia Ingrosso, giornalista e scrittrice. Vi scrivo in qualità di mamma di bambina ambliope. L’ambliopia è un disturbo che colpisce il 5% dei bambini. Difficile da scoprire, può far perdere la vista da un occhio. Una cura tempestiva, invece, spesso porta a un recupero totale. Il vostro bambino ha un occhio storto? Niente paura, fino a una certa età è normale. Intorno ai due-tre anni, invece, il sintomo va approfondito. Altri campanelli d’allarme: il bambino avvicina troppo gli oggetti al viso, non afferra bene le cose, cade spesso, tiene la testa storta quando guarda la tv. Per individuare il problema, c’è un semplice test: chiudetegli con la mano un occhio e osservatene la reazione. Il bambino, anche piccolo, manifesta disagio all’occlusione dell’occhio che vede, mentre non è infastidito dall’occlusione di quello che non vede.
Tutte le mie esperienze di mamma le ho messe nell’e-book “Strategie contro l’occhio pigro. Come vincere l’ambliopia”, in vendita su www.amazon.it a 2,68 euro (ricavi in beneficenza), a firma Luce Grandi. Il file può essere chiesto gratuitamente, scrivendo a: ambliopia13@gmail.com.
Il mio obiettivo non è (ovviamente) guadagnare, ma aiutare i genitori dei bambini ambliopi, che vivono un momento difficile.

Mammechefatica conoscerà Lucia stasera alle 18.30 presso la Fnac di Milano in occasione della presentazione del suo ultimo libro.

Siete tutti invitati!

Come aiutare mio figlio a vincere la paura del buio?

 

Se il bimbo è ancora piccolino:

-oltre alle nostre rassicurazioni sul fatto che Mamma e Papà sono nella loro camera e non li abbandonano, provate a regalargli un peluche morbido e caldo

-tenete accesa una lucina notturna o appendete al muro le stelline che si illuminano al buio

-tenete la porta della cameretta socchiusa

Se il bimbo invece è cresciuto:

-fargli disegnare i mostri che vede durante la notte, dargli dei nomi, inventare delle storie divertenti

-per esorcizzare la paura organizzare delle “difese” adeguate: scudi, pozioni e formule magiche sfruttando la fantasia e la creatività!!

Ma i grandi hanno paura?

 

Mammechefatica riporta la domanda che ci ha fatto una bimba di 5 anni: “Ma i grandi hanno paura o solo i piccoli?” Noi le abbiamo risposto che tutti ma proprio tutti hanno delle paure. Ci sono delle paure grandi e altre più piccole, però noi non conosciamo persone che non hanno delle paure. Magari alcuni son più bravi e le nascondono, magari nelle tasche dei pantaloni o sotto le scarpe (mentre lo diciamo lei guarda le sue tasche per controllare se ci sono residui eventuali di paure!).

Magari qualcuno fa la lista delle paure, come i genitori di Adamo nel film “la guerra è dichiarata” così nel frattempo affronta questa grande ombra nera che talvolta ci travolge.

Mammechefatica consiglia il film..”la guerra è dichiarata”

 

Mammechefatica consiglia spassionatamente a tutte i genitori di non perdersi il bel film francese “la guerra è dichiarata”.

Di cosa tratta: narra la storia, vera, di una giovane coppia come tante, (gli attori sono i genitori stessi Valérie Donzelli e Jérémi Helkaìm)  che all’improvviso deve far fronte ad un grande imprevisto: la malattia del proprio bambino. Ed è qui che inizia la dichiarazione di guerra: al mondo, a loro stessi, a tutto ciò che li circonda.

Perchè ne parliamo: Mammechefatica ne parla e ne parlerà in futuro perchè rappresentano un esempio da tenere bene in mente.

Con una buona dose di ironia affrontano la malattia e la quotidianità senza nessuna tragedia, si rimboccano le maniche,dando il meglio di loro stessi, cercando di affrontare il nemico più grande: la paura.

Nelle sale italiane esce oggi, poi diteci cosa ne pensate..

Come dire al proprio bambino che mamma e papà si separano?

 

MammeCheFatica ha incontrato la difficoltà di alcuni genitori alle prese con la delicata comunicazione al proprio figlio della loro separazione. Non è un tema facile, tanto più che  provoca già di per sè sofferenza (delusione, disperazione, gelosia, paura, ansia..) nei genitori stessi. Come per tutte le cose, bisogna parlare in modo onesto ai bambini, ma con il linguaggio adeguato all’età specifica. Spesso, senza che ce ne accorgiamo, i figli si sono già resi conto da tempo del conflitto coniugale. Anche i più piccolini sono sensibilissimi all’atmosfera di tensione familiare, quindi è importante non mentire, nè tenerli all’oscuro “per il loro bene” di quanto sta succedendo in casa.  Consigliamo di sottolineare che la separazione non dipende in alcun caso da loro e che l’affetto dei genitori nei loro confronti sarà sempre immenso. L’uso di libri e favole con i più piccoli è da tenere sepre in mente perchè rappresenta un modo facile per i bambini di immedesimarsi nelle storie e capirle meglio. Non vogliamo farne un dramma, ma suggeriamo di affrontare questo momento difficile con maturità (si eviti il più possibile di litigare di fronte a loro), sensibilità e attenzione alle richieste e ai possibili malesseri dei figli.

Mamme che fatica allattare!

Ieri ci è arrivata una mail di una giovane madre addolorata perché non riesce ad allattare al seno il suo bimbo: abbiamo pensato di risponderle pubblicamente essendo questo un argomento che interessa molte persone. È importante ricordare che non tutte le donne possono allattare in modo naturale il proprio piccolo perché non hanno latte o sono troppo debilitate dopo il parto. Questo non significa che siano meno adeguate delle madri che invece riescono a farlo senza difficoltà. L’allattamento è un momento molto delicato, intriso di emozioni forti e talvolta contrastanti. Amore, ma anche paura e talvolta angoscia causata da un’ inconsapevole fantasia di venire in qualche modo “divorate” dal proprio bambino. In questo caso è importante essere ascoltati da qualcuno di esperto che non giudichi, ma che sappia indirizzare la madre verso la scelta più giusta per lei e per il proprio figlio. In fondo anche l’allattamento al biberon può essere un momento magico nella coppia madre-bambino, non sottovalutiamolo!

Mamma, che sonno!! (parte II)

 

Perché il momento della buonanotte è sempre una lotta? Verso i due-tre anni i bambini incominciano a rifiutarsi di andare a letto anche se sono visibilmente stanchi. L’addormentamento per un bambino equivale ad una separazione dal mondo esterno, ma soprattutto dai suoi genitori. Oltre al timore di rimanere da solo al buio mentre la vita fuori dalla sua cameretta continua, c’è una paura più inconsapevole e profonda di non ritrovare al risveglio più nulla del suo mondo familiare. Come si può aiutare un bambino ad addormentarsi e a fronteggiare queste ansie? Raccontare una favola (che poi imparerete a memoria a furia di leggerla!) e dedicare qualche minuto al momento della buonanotte. Ma anche accendere una lucina accanto al letto, un carillon o un cd rilassante, lasciargli un peluche a cui è molto affezionato possono essere dei semplici suggerimenti per aiutarlo.