Smartphone ai piccoli: come aiutarli nel divieto e nel limite

 

Come aiutare i piccoli e piccolissimi alle prese con i vari devices tra cui smartphone e tablet: piuttosto che dare loro tante negazioni “ti ho detto di no” perché non provate voi a proporre un’attività alternativa in casa? Se il bambino è abituato che quando si torna a casa, poi ci si rilassa davanti alla TV, tablet smartphone sta a noi adulti impostare in modo diverso il tempo. Proponiamo subito di fare un gioco preciso oppure introduciamo una piccola novità simbolica: recuperiamo un cartone e utilizziamolo per inventare una tana,un rifugio, una piccola casetta nel quale nascondersi. Un grande collage su un foglio di carta da pacco con un vecchio catalogo Ikea (mamme tranquille basta prendere una colla Stick e il parquet è salvo!!!). Dei travasi seduti al tavolo con legumi o pasta cruda. Del dido’ naturale da preparare insieme. Se fossero più grandi 3-5 anni far sperimentare loro con ago e filo. Aumenta la concentrazione e migliora la manualità fine. Adatto a bambini e bambine. (Lo stereotipo l’abbiamo noi grandi loro per fortuna no!). Insomma di cose da fare e inventare ve ne sono davvero tante e la maggior parte a costo zero. Occorre però avere il coraggio di cambiare rotta e introdurre nuove esigenze nel bambino specie se è abituato ad un intrattenimento di tipo passivo. Se limitate l’utilizzo dei devices ma nel contempo aumentate le proposte ludiche anche le loro richieste di voler guardare i cartoni si ridurranno gradualmente perché attratti e incuriositi da un altro tipo di gioco inevitabilmente più sano e costruttivo. 

 

 

 

 

Smartphone: bambini e preadolescenti

Sulla base dei fatti di cronaca dei giorni scorsi (la morte della bambina di 10 anni a Palermo) occorre una riflessione collettiva sull’uso e sul significato dei vari dispositivi ai bambini e ragazzi. Purtroppo l’utilizzo e anche per tante ore consecutive è diffusissimo. Si tratta di un atteggiamento ormai consolidato da tempo al quale ci è completamente sfuggito di mano il controllo. Cosa può fare l’adulto? Come può intervenire? Il compito dell’adulto non consiste- come si pensa- di controllare e peggio ancora di spiare ciò che fa il bambino, piuttosto di attivare un continuo rapporto basato sulla fiducia e sul dialogo che deve iniziare già durante la Prima Infanzia. Inutile negare la realtà, dove siamo tutti alle prese con cellulari, smartphone e compagnia bella (non solo per lavoro ma anche per svago e noia). Proviamo invece a far capire loro quanto è importante e necessario valorizzare i rapporti umani (con la famiglia, i pari,la scuola ecc) e dare sempre loro la priorità. Isolarsi e rifugiarsi su internet per ore non è salutare per nessuno. Meglio creare i presupposti per una passeggiata insieme o trascorrere del tempo con i pari facendo qualcosa in grado di coinvolgerci in modo attivo e concreto.

  • Il tempo che si trascorre sui dispositivi invece va mediato e organizzato insieme a seconda dell’età e delle necessità accettando il monitoraggio dell’adulto (non tanto per dare limiti autoritari piuttosto per proteggere il minore). 
  • Non deve mai essere vissuto come un elemento fondamentale e indispensabile alla nostra esistenza ma come un elemento aggiuntivo dal quale dobbiamo e possiamo staccarci senza sviluppare forme di dipendenze e isolamento.

 

 

Bambini nell’era digitale

Ormai siamo entrati nell’ era digitale e non possiamo più fare a meno di smartphone, tablet e pc. Anche i nostri bambini sono stati influenzati da questi cambiamenti: basti osservare i più piccoli durante un gioco simbolico e vedrete come ci imitano in modo impressionante! Proprio per questo mamma e papà devono essere coerenti fra quello che dicono e quello fanno: non possono chiedere di interrompere un gioco “perché la tecnologia fa male” se loro per primi sono continuamente connessi al cellulare.

Quali sono gli aspetti positivi di queste trasformazioni? App e giochi educativi possono favorire delle conoscenze, stimolare la curiosità  e aggirare alcuni ostacoli degli apprendimenti per bambini con dislessia o discalculia.

Ci sono anche dei rischi insiti nell’ utilizzo di questi devices? Purtroppo si, è stato rilevato come una lunga sovraesposizione possa comportare non solo disturbi visivi e posturali, ma anche difficoltà di concentrazione, del sonno e una rischiosa oscillazione dell’umore. In generale poi c’è il rischio che l’utilizzo eccessivo di cellulari e tablet a lungo andare sostituisca lo scambio relazionale affettivo con gli adulti o con i pari. E questo è l’aspetto più preoccupante dal punto di vista psicopedagogico.

Come regola generale, MammeCheFatica sconsiglia un utilizzo di devices senza controllo da parte dell’adulto, e senza limitazioni di tempo o di navigazione protetta su Internet.

 

 

Bambini tech: c’è da preoccuparsi?

Ormai, si sa, tutti i bambini, anche piccolissimi sono più esperti di noi adulti con i devices…Sono abilissimi nell’utilizzare smartphone e tablet per giocare, inviare messaggi, fotografare ecc..C’è chi considera questa  un fenomeno preoccupante e nocivo, una nuova dipendenza patologica da evitare. Altri invece lo ritengono un normale adattamento ai tempi moderni. Noi pensiamo sia un fenomeno da osservare attentamente per valutare i pro e i contro, ma non da demonizzare a prescindere. Senz’altro ci teniamo a sottolineare alcuni capisaldi per noi imprescindibili:

-si sconsiglia fortemente l’utilizzo fino ai 5 anni di età

-gli adulti devono monitorare il tempo trascorso dai figli nell’utilizzo

-mamma e papà devono anche impegnarsi a controllare cosa stia effettivamente facendo il bambino

-mai sostituire il “tempo affettivo” da trascorrere con il proprio bambino con l’uso di cellulari, pc ecc..

-diamo il buon esempio non mostrandoci dipendenti da telefonini & Co. !

Cosa ne pensate? Si tratta di semplici “regole base” da approfondire in un discorso più ampio andando a considerare gli effetti negativi (e, se ce ne sono, anche positivi) a lungo termine sui bambini nativi digitali.

 

Genitori (troppo) social?

waSia che voi abbiate figli all’asilo, sia alla primaria o alle medie, sarete senz’altro coinvolti in qualche gruppo WhatsApp per genitori della classe in questione. Probabilmente se siete poco tecnologici e ancora non siete dotati di uno smartphone siete salvi da una moda illogica che sta spopolando anche fra gli adulti. Stiamo parlando dell’abitudine ormai consolidata di molto genitori di messaggiare in continuazione via WhatsApp su questioni (apparentemente) inerenti la scuola e i figli. Quali sono i rischi questi comportamenti?

-I messaggi, dato il numero elevato di membri del gruppo, rischiano di essere continui e infiniti, ledendo la privacy delle persone

Spesso i genitori inconsapevolmente tendono a sostituirsi ai figli chiedendo agli altri adulti novità sui compiti o informazioni che loro stessi dovrebbero avere. Facendo così si deresponsabilizzano i bambini, soprattutto i più grandi.

-E’ importante creare un buon gruppo di genitori che si scambino idee e pareri, ma attenzione a non coalizzarsi contro il corpo docenti

Consiglio per evitare tutto ciò: usare le chat con moderazione e solo se davvero necessario, ricordandosi che diamo il buon esempio ai nostri figli e non possiamo certo proibirgliene l’uso se siamo i primi ad esserne totalmente dipendenti!