Aiuto! Il mio bambino non parla ad un anno.. (parte I)

 

Quello scelto è chiaramente un titolo ironico: benchè i manuali di istruzione per “genitori ineccepibili” indichino come momento di acquisizione del linguaggio un anno circa, sappiate che in realtà si tratta un’età di riferimento e niente più. Anzi, lo sviluppo linguistico è molto variabile (ciò che è abbastanza frequente, in genere,  che i maschi sono più lenti delle femmine). I libri che scandiscono in modo rigido le tappe di sviluppo psicofisico dei bambini ne tracciano rappresentazioni idealizzate che spesso allarmano inutilmente i genitori. Piuttosto, per discernere eventuali ritardi o difficoltà si può utilizzare come elemento valido la capacità comunicativa del bambino. Pur non esprimendosi a parole, può infatti essere perfettamente in grado di farsi capire.

Perché per mio figlio tutto “è mio!” ?

 

Da un anno in poi i bambini incominciano a pretendere che tutto ciò che li circonda sia soltanto di loro proprietà perché pensano davvero di essere i “padroni del mondo”. Questa fase di onnipotenza viene attraversata da tutti perciò è inutile preoccuparsi. Più avanti, invece, il motivo di questa frequente esclamazione si riferisce alla necessità, anche questa fisiologica e vitale, di affermarsi e di sperimentare la propria forza distinguendo se stessi dagli altri.
Come si possono comportare gli adulti? Senz’altro dando un esempio concreto e positivo di altruismo e condivisione. Ma anche spiegando con parole semplici e non colpevolizzanti che non può essere tutto loro, che si deve dire “Per favore” e “Grazie” e usarle come “parole magiche”. L’acquisizione di queste regole tuttavia è un processo lungo che in genere si conclude all’inizio della scuola materna.