Perché per mio figlio tutto “è mio!” ?

 

Da un anno in poi i bambini incominciano a pretendere che tutto ciò che li circonda sia soltanto di loro proprietà perché pensano davvero di essere i “padroni del mondo”. Questa fase di onnipotenza viene attraversata da tutti perciò è inutile preoccuparsi. Più avanti, invece, il motivo di questa frequente esclamazione si riferisce alla necessità, anche questa fisiologica e vitale, di affermarsi e di sperimentare la propria forza distinguendo se stessi dagli altri.
Come si possono comportare gli adulti? Senz’altro dando un esempio concreto e positivo di altruismo e condivisione. Ma anche spiegando con parole semplici e non colpevolizzanti che non può essere tutto loro, che si deve dire “Per favore” e “Grazie” e usarle come “parole magiche”. L’acquisizione di queste regole tuttavia è un processo lungo che in genere si conclude all’inizio della scuola materna.

E i NO dei genitori?

 

I NO dei bambini che iniziano verso i due anni sono esplosivi, spesso stremanti per genitori, ma sono costruttivi perché rappresentano il loro modo di affermare se stessi.

I NO degli adulti, tuttavia, non sono sempre positivi e promotori di “forza vitale”, soprattutto se smentiti dai comportamenti reali. Il genitore, cioè, che prima proibisce al figlio di fare qualcosa e poco dopo lo fa lui stesso, non è da esempio al bambino perché non lo aiuta a crescere. I NO utili ed evolutivi, invece, sono quelli coerenti che permettono ai bambini di sentire che le regole appartenenti al proprio codice familiare sono protettive e rassicuranti. Mi raccomando genitori: anche i vostri NO contano!