Dito sempre in bocca?

Non preoccupatevi: non siete né i primi, né gli ultimi genitori alle prese con un figlio con il dito perennemente in bocca. E’ giusto però che ad un certo punto decidiate che questa abitudine sta  diventando eccessiva e rischia di rovinare la struttura dei denti del vostro bambino. Come fare per toglierlo definitivamente? Come diciamo sempre non esiste una soluzione magica che vada bene per tutti i bambini , ma si possono fare diversi tentativi per provare a superare il problema. Abbiamo notato che mettere sul ditino peperoncino o altri gusti o odori fastidiosi non porta a molto, se non far arrabbiare il bambino che si sente preso in giro dall’adulto. Anche le spiegazioni razionali non funzionano molto perchè i bambini sono troppo piccoli e sono troppo legati al gesto di succhiare il dito in quanto rappresenta una coccola per loro, un’abitudine che rassicura e contiene le ansie. Provate a spostare la necessità di contenimento con l’utilizzo di un peluche, una bambola o un nuovo giochino al quale il bambino possa affezionarsi. Inventate una storia che parla di un bambino tanto legato al suo ditino che non riusciva a fare a meno di ciucciarlo in ogni situazione e che poi con l’aiuto di una fatina o di un nanetto del bosco impara a non usarlo più. Attraverso le fiabe i bambini si immedesimano nel protagonista e colgono molti aspetti che li riguardano senza però coinvolgersi troppo emotivamente. Anche la lettura dei libri può essere un valido aiuto per superare alcuni “inspiegabili attaccamenti” , ad esempio “Anna e il dito in bocca”, “La principessa con il dito in bocca”…Vedrete poi che con il tempo il bambino crescerà e non avrà più la stessa necessità di trovare un contenimento, ma sposterà l’interesse su molte altre cose (socializzazione, giochi, libri, disegni…).

Bambini al ristorante: come passare una piacevole serata?

 

Portare bambini, specialmente se piccoli, in posti affollati, rumorosi e “da grandi”, si sa, non è sempre facile. Innanzittutto è bene immedesimarsi nel bambino: per lui è faticosissimo stare fermo e composto in un posto sconosciuto, con tante persone e dove magari i genitori non hanno l’attenzione catalizzata su di lui. Organizziamoci portando (oltre a bavaglina e la sua acqua) dei fogli per disegnare o della plastilina (rilassa e interessa molto), il suo peluche preferito ed un giochino che possa intrattenerlo tra una portata e l’altra. Si può anche pensare di fargli fare dei giretti in sala per non imporgli di stare troppo fermo per un tempo intollerabile per un bimbo. Non pretendiamo un comportamento da damerino: il fracasso e la folla eccitano anche il figlio più educato!

p.s.: diamo per scontato che il ristorante fornisca dei seggioloni, un fasciatoio per cambiare i pannolini e abbia un menù adatto ai più piccoli… all’estero è la norma, perchè in Italia ancora no??!

Aiuto! Mio figlio piccolo parla da solo…

 

Meno male!! vuol dire che sta giocando (il mestiere di ogni bambino sano) con la fantasia e la creatività. Se non si isola per troppo tempo, se quando lo chiamiamo col suo nome ci risponde o si volta e se instaura relazioni con adulti e altri bambini, non c’è proprio da preoccuparsi. Da piccoli i bambini devono avere la possibilità di imparare e sperimentarsi in uno spazio particolare, a metà tra fantasia e realtà: il cosiddetto: “spazio transizionale”. Il bambino è in grado di riconoscere, ad esempio, che il suo pupazzo a cui è così tanto è affezionato, è solo un peluche inanimato, ma in fantasia lo rassicura trattarlo come fosse vero.

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento sugggeriamo di leggere un classico dello psicoanalista inglese D. Winnicott: “Gioco e realtà”.

Mamma, che sonno!! (parte II)

 

Perché il momento della buonanotte è sempre una lotta? Verso i due-tre anni i bambini incominciano a rifiutarsi di andare a letto anche se sono visibilmente stanchi. L’addormentamento per un bambino equivale ad una separazione dal mondo esterno, ma soprattutto dai suoi genitori. Oltre al timore di rimanere da solo al buio mentre la vita fuori dalla sua cameretta continua, c’è una paura più inconsapevole e profonda di non ritrovare al risveglio più nulla del suo mondo familiare. Come si può aiutare un bambino ad addormentarsi e a fronteggiare queste ansie? Raccontare una favola (che poi imparerete a memoria a furia di leggerla!) e dedicare qualche minuto al momento della buonanotte. Ma anche accendere una lucina accanto al letto, un carillon o un cd rilassante, lasciargli un peluche a cui è molto affezionato possono essere dei semplici suggerimenti per aiutarlo.