Smettere di allattare..

 

Smettere di allattare è da sempre una scelta complessa e poco condivisibile, dipende dalla figura materna, dal rapporto con il suo bambino e il suo corpo,e non ultimo deve fare i conti con il senso di colpa che ogni figura femminile vive in modo differente. Un suggerimento che spesso diamo è quello di concentrarsi su come il rapporto madre-bambino migliorerà nel tempo senza pensare al non dover dare più il seno e quindi privarlo di qualcosa. Essendo molto difficile imporsi di smettere e decidere che é arrivato il momento per invitiamo le mamme a pensarci a lungo ed essere supportate dalla figura paterna al fine di essere coerenti con la decisione presa. Dovrebbe essere un movimento il più naturale possibile in particolare quando di tratta di bambini oltre i 12 mesi. Non possiamo chiedere ai bambini di crescere e diventare grandi se poi gli offriamo ancora il seno e implicitamente li trattiamo da piccoli. Ragioniamo sempre su questo punto e se dovessimo riscontrare disaccordo da parte del bambino è proprio in questo specifico momento che occorre andare avanti e mantenere la coerenza. Facciamogli capire che il rapporto si evolve e cresce come noi.

Come trasmettere ai figli un buon rapporto con la lettura?

E’ iniziato da poco il nuovo anno scolastico e MammeCheFatica ha pensato di dare piccoli suggerimenti ai genitori (ed educatori) per aiutare i bambini (dalla scuola d’infanzia in su, ma anche in età da nido non fa male, anzi!) ad impostare un buon rapporto con i libri:
1. Dimostrare ai bambini che gli adulti in primis sono amanti della lettura
2. Permettere loro di scegliere autonomamente i libri senza dare giudizi di valore
3. Non costringerli a leggere
4. Considerare la lettura come un gioco piacevole e divertente
5. Non contrapporre il libro alla TV o al PC
La lettura ad alta voce ai piccolissimi, tra l’altro, non solo favorisce lo sviluppo cognitivo e la relazione affettiva con gli adulti di riferimento, ma anche calma molto il bambino.
Buona lettura a tutti!!

Quando torni?…

Post dedicato a tutte le famiglie che conosciamo e non che hanno mamma o papà che lavorano lontano e devono assentarsi da casa per uno o più giorni. Partire non è mai facile in particolare partire per lavoro e dover lasciare a casa un pezzo di famiglia. A seconda dell’età del bambino suggeriamo sempre di inventare un rituale che aiuti il piccolo a capire di che momento si tratta,per fare in modo che non si senta solo,abbandonato o tantomeno tradito. Sappiamo che è difficile ma se potete evitate di promettere regalini e sorprese, il miglior regalo è il tempo trascorso insieme (tra un’andata e un ritorno) utile per immaginarne un altro e un altro ancora. Per i piccoli è importante la stessa canzoncina o filastrocca mentre invece per i più grandi un libro che affronta il tema del distacco e un cartellone (fatto insieme costituisce un prezioso ricordo) con un orologio o immagini che scandiscono il tempo. Non preoccupatevi se non volessero partecipare alle videochiamate, è un momento intenso di emozioni difficile da gestire. Al ritorno andategli incontro e raccontategli quanto vi sono mancati!!!.

Calmare un bambino? Vietato il cellulare…

Sembra uno scherzo o un paradosso ma assistiamo quotidianamente ormai a scene di vita ordinaria dove l’adulto offre lo smartphone al bambino per fare in modo che non si agiti/si calmi subito.  Questo gesto a lungo andare risulta essere fortemente dannoso poiché non aiuta il piccolo a calmarsi da solo, attraverso le sue risorse. La funzione consolatoria è una funzione relazionale: non può essere delegata ad un oggetto. Il bambino ha bisogno di una persona, che gli spieghi,lo rassicuri se necessario, in grado di contenere quest’ultimo anche in braccio se serve. Non rassegniamoci a questi comportamenti perché è proprio in momenti come questi che il bambino ha bisogno di un adulto deciso in grado di dargli un limite o una conferma e non un oggetto che lo distragga. Se piange, se fosse insofferente, se fosse arrabbiato consolatelo con le parole,con un abbraccio, con una canzoncina: sono gesti umani che valgono molto di più di un video sullo smartphone.

I quaranta giorni del puerperio

40 giorni, sono la durata media del puerperio, di quella fase, cioè, delicatissima, che tutte le mamme devono affrontare dopo il parto. In questo primo mese e mezzo si stima che mamma e bebè inizino a conoscersi e trovare gradualmente il loro equilibrio. Sono giorni lunghi, caratterizzati da stanchezza, debolezza fisica, ma soprattutto dubbi, paure e ansie. Benchè qualcuno l’abbia definito “Luna di miele”, è un periodo che mette alla prova la diade madre-bambino, ma non solo, anche i papà e talvolta i nonni. Si tratta infatti di concentrarsi totalmente sul nuovo arrivato, ristabilire delle priorità e imparare nuove dinamiche. Tra tutte le mamme che abbiamo conosciuto finora, non ne abbiamo sentita nessuno dire che sia stata una passeggiata; in particolare il tema dell’allattamento è sembrato quello più duro da affrontare. Come mai? Allattare può sembrare apparentemente un’azione molto naturale, ma in realtà non è così. Infatti non solo bisogna essere fortunate ad avere la giusta quantità di latte, ma è necessario imparare ad attaccare correttamente il neonato e gestire le eventuali ragadi/ingorghi mammari ecc… Il consiglio spassionato che ci sentiamo di dare a chi deve affrontare questo delicato momento è quello di farsi aiutare: da sole è impossibile da gestire. Chiedete quindi aiuto al vostro partner, alla vostra famiglia e naturalmente ai professionisti (puericultrici, ostetriche, medici..) ma di questi seguite solo la persona che vi dà più fiducia e non chiedete lo stesso parere a persone diverse perché avrete altrettante risposte che vi manderanno solo in confusione!

Convegno CPP: Né buoni né cattivi

 

Carissimi, torniamo a parlare del prossimo Convegno Nazionale a Milano, promosso dal Centro psicopedagogico per la gestione dei conflitti di Piacenza, diretto da Daniele Novara.

Si tratta di un’esperienza molto formativa sia come educatori o insegnanti sia come genitori.

“Per essere cittadini non basta conoscere le regole del gioco e gli articoli della Costituzione. Occorre saper giocare anche quando ci sono gli imprevisti, le contrarietà,i conflitti. Una società fatta di individui sempre più permalosi e suscettibili invade ogni spazio. I bambini e i ragazzi appaiono più esposti e possono facilmente andare in crisi.”

Vi aspettiamo numerosi per condividere una nuova giornata ricca di stimoli ed emozioni e avere la possibilità di avere nuovi chiavi di lettura dal punto di vista psicopedagogico.

Grazie Nonni!

I nonni sono una una preziosa risorsa. Come tutte le risorse vere però bisogna poterli utilizzare al meglio e saper mettere loro nelle migliori condizioni. I nonni piacciono e sono amati dai bambini perché: hanno un ruolo diverso da quello genitoriale, sono importanti per tramandare ai nipoti la storia della propria famiglia. Sono dei testimoni del tempo passato che ci insegnano tante nuove cose. I nonni possono anche un po’ viziare..i bambini fin da piccoli capiscono che si tratta di un qualcosa di speciale dedicato solo a loro!. Se possibile, è bene, nonostante si occupino dei nipoti,lasciare del tempo libero anche a loro, perché stare con i bambini è faticoso e prende tante energie!. Oltre ad essere piacevole stare con loro e ascoltare storie ed aneddoti del passato sono anche un valido risparmio da un punto di vista economico. Abbiate cura di loro, e aiutatevi reciprocamente!