Come capire se mio figlio è iperattivo? (parte I)

 

La diagnosi di iperattività, emessa non prima dei 7 anni, naturalmente tocca ad un esperto (psicologo o neuropsichiatra infantile). Il genitore tuttavia può capire se i suoi timori sono fondati o no e dunque procedere con una valutazione psicodiagnostica affidando il proprio bambino nelle mani di un professionista. L’iperattività non è solo una questione di vivacità, ma è un disturbo dall’esordio precoce (intorno ai 5 anni) caratterizzato da una tendenza a cambiare di continuo attività senza terminarla mostrando quindi un’incapacità a perseverare in quei compiti che implicano un impegno cognitivo. I bambini iperattivi inoltre spesso mettono in atto azioni poco regolate ed organizzate caratterizzate da impulsività e imprudenza. Più che disobbedienti si può dire che non si soffermino abbastanza prima di commettere una qualche infrazione perciò vengono spesso ripresi. Per queste caratteristiche vengono talvolta isolati dai loro coetanei, cosa che non fa che peggiorare la loro giò scarsa autostima.

 

Neonati prematuri? Che fatica capirli!

 

Chi ha visto nascere il suo bimbo prima del previsto lo sa bene: l’immaturità del piccolo complica ancor di più la capacità di decifrare il suo comportamento. Ma perché?
Spesso gli strilli dei prematuri sono più acuti, passano con rapidità dallo stato di sonno a quello di veglia e i movimenti sono irregolari rendendo difficile capire le loro necessità. Le madri, dal canto loro, aumentano il livello delle sollecitazioni quasi per compensare la mancanza di attività dei bimbi. Infatti oltre a preoccuparsi dell’aspetto fisico, mostrano spesso un atteggiamento iperattivo, tuttavia hanno quasi timore di toccarli per la sensazione di fragilità e delicatezza che trasmettono.
Forza Mamme, non demordete..siamo con voi!

E i NO dei genitori?

 

I NO dei bambini che iniziano verso i due anni sono esplosivi, spesso stremanti per genitori, ma sono costruttivi perché rappresentano il loro modo di affermare se stessi.

I NO degli adulti, tuttavia, non sono sempre positivi e promotori di “forza vitale”, soprattutto se smentiti dai comportamenti reali. Il genitore, cioè, che prima proibisce al figlio di fare qualcosa e poco dopo lo fa lui stesso, non è da esempio al bambino perché non lo aiuta a crescere. I NO utili ed evolutivi, invece, sono quelli coerenti che permettono ai bambini di sentire che le regole appartenenti al proprio codice familiare sono protettive e rassicuranti. Mi raccomando genitori: anche i vostri NO contano!

Sculacciate si o no?

 

Cari followers di MammeCheFatica oggi affrontiamo un tema sempre delicato e difficile da giudicare: le sculacciate, servono?

Dunque possiamo garantire, per quanto riguarda i bambini piccoli (12-24 mesi), che non sono efficaci nè utili, poichè spaventano il bambino e non gli permettono comunque di capire dove e perchè ha esagerato.

Piuttosto è corretto riprendere il bambino, fermarlo con tono serio e spiegargli che sta esagerando. Anche se il rimedio più efficace,quando sono così piccoli, consiste nel ripetere loro più volte al giorno ciò che è successo (il tono di voce deve essere calmo e tranquillo) soprattutto quando il bambino è in un momento di ‘calma emotiva’ così capirà meglio ciò che gli viene detto.

Considerazione importante: se ritenete utile sgridare il bambino cercate di mantenere un comportamento coerente. Quanti di voi dopo si lasciano prendere dal senso di colpa e li consolano con dei baci?

 

Come far crescere il proprio bambino con un buon livello di autostima?

 

Essenziale, innanzitutto, è il modello che il genitore trasmette, anche inconsapevolmente, al figlio. Provate a ragionare se dal vostro comportamento emerge insicurezza, eccessiva competizione e richieste di performance troppo elevate. In secondo luogo cercate di evitare il più possibile frasi che trasmettono involontariamente un messaggio negativo al bambino e che, se ripetute numerose volte nel corso della crescita, gli comunicano un senso di inadeguatezza ed insicurezza. Facili esempi potrebbero essere:

-“Lo sapevo che sarebbe finita così”!

– “Sei un disastro”!

-“Ma non riesci mai a combinare qualcosa di giusto”?

-“Lascia fare a me, che tu…”

-“Sei sempre il solito”!