La domanda di oggi è: “Come parlare ai bambini piccoli?”
La risposta, come confermano gli esperti del settore, è semplice e ferma: “Bisogna iniziare fin da piccoli a trasmettere al bambino un linguaggio ricco e articolato”, evitando quindi di imitare e copiare le sue paroline, piuttosto insegnargli e proporgli quelle corrette; col tempo inizierà ad utilizzarle. Spesso ai genitori piace ripetere le parole del bambino per comunicare con lui, ma così facendo non si contribuisce all’arricchimento del suo vocabolario linguistico.
Quindi niente più brum brum, totò, titta, pappa, ninna,’tello e così via…ma se proprio non riusciamo a farne a meno, riduciamone drasticamente l’uso e iniziamo a pensare che utilizzando una corretta proprietà di linguaggio contribuiremo a favorire l’ampliamento del bagaglio linguistico dei nostri bambini, sviluppando in loro forte curiosità. Verbalizziamo ogni nostro e suo gesto, diamo spazio a libri, racconti e storie e vedrete che..come per magia il vostro bambino parlerà sempre meglio!
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Mutismo selettivo: di cosa si tratta?
Il mutismo selettivo (o elettivo) è un disturbo d’ansia che talvolta si sviluppa nei bambini che hanno una buona capacità linguistica, ma che non riescono a parlare in alcune situazioni sociali specifiche, come a scuola, ad esempio. I bambini, infatti, pur volendo parlare, non riescono perché bloccati da ansie e paure che nemmeno loro riescono a capire. In genere la diagnosi si fa dopo sei mesi continuativi di impossibilità a parlare in alcuni specifici contesti.
Da cosa dipende questa condizione? Da un disagio emotivo molto forte che necessita un intervento “di squadra” a scuola e a casa.
Cosa possono le maestre? Sicuramente non avere come primo obiettivo quello di far parlare il bambino, ma dargli tempo perchè possa sentirsi a suo agio in una situazione il più possibile distesa e familiare. Se il bambino sente l’ansia degli adulti la paura di deludere le loro aspettative non fa altro che aumentare il disagio e quindi il sintomo. Qualora il bambino dovesse parlare è importante fare finta di niente, non reagire come fosse una gran novità. Inoltre si possono mettere in atto delle strategie educative per favorire la comunicazione non verbale (uso di gesti e simboli) e per lavorare sul movimento e la corporeità per rinforzare l’autostima.
Cosa possono fare i genitori? Senz’altro provare a capire da cosa derivi l’ansia del figlio parlandone in modo empatico e sensibile, rinforzarlo e rassicurarlo, ma anche rivolgersi ad uno psicologo infantile che possa aiutare il bambino da un punto di vista professionale. I tempi per risolvere queste difficoltà possono essere lunghi, ma è necessario avere pazienza e fiducia nel bambino e nelle sue risorse. Come sempre prima si interviene, meglio è!
Siamo a disposizione per ulteriori suggerimenti a riguardo.
Come comunicare con i bambini? Ecco cinque consigli da seguire
Sembra facile, ma non lo è per niente. Comunicare con i bambini al fine di educarli, crescerli nel migliore dei modi senza ledere la loro autostima e intensificando il legame relazionale è molto faticoso. Vediamo insieme cinque consigli basici molto utili:
- Dire sempre la verità, con parole semplici e adatte, ma autentiche e sincere.
- Evitare di dare troppe regole e divieti. Meglio usare la frase in senso positivo piuttosto che girarla in negativo (“Non fare così…”)
- Essere coerenti tra quello che si dice e quello che si fa per evitare di confonderli
- Non negare le proprie emozioni, ma esprimerle
- Non buttare addosso i propri problemi trattandoli da adulti confidenti
Cosa ne pensate? Riuscite a mettere in pratica i nostri suggerimenti? Quali sono le fatiche maggiori che riscontrate?
I libri possono aiutare?
Noi di MammeCheFatica ne siamo pienamente convinte. E infatti li usiamo spesso sia in consultazione con i bambini, sia come strumento da suggerire ai genitori (o nonni, educatrici, baby-sitter..) per agevolare una comunicazione difficile. Se, ad esempio, vogliamo spiegare ai bambini che la mamma e il papà si sono separati e non vivranno più insieme, consigliamo un bel libro: “Le mie due case. Dalla mamma e dal papà” di Melanie Walsh, ed. Motta Junior.
Di cosa si tratta: di un bel libro illustrato, semplice e molto sincero
Perchè ne parliamo: pensiamo che non sia corretto, nè rispettoso pensare che un bambino non capisca quello che sta succedendo all’interno della coppia genitoriale, ma sappiamo che si tratta di un tema molto delicato, difficile da affrontare con le “giuste” parole.
MammeCheFatica lo consiglia perchè: un semplice libro può aiutare a trovare il modo più chiaro e diretto per spiegare qualcosa che noi grandi spesso non riusciamo a comprendere, nè a comunicare senza farci travolgere dalle emozioni.
Buona Giornata a tutti i papà!
Mammechefatica augura a tutti i papà una buona giornata e un buon festeggiamento con i loro bambini.
Forza papà, continuate così, fate giocare e ridere i vostri bambini, prendeteli in aria, fategli fare tutte le pazzie che le mamme non farebbero mai!
Ma…date loro forza,coraggio e determinazione..siate autorevoli piuttosto che autoritari, insistete sul rispetto da dare e avere…a tutte le età..
e poi ancora…parlate, dialogate e interagite sempre, anche durante e (soprattutto) le fasi pre- adolescenziali dove i vostri figli hanno tanto bisogno di voi.
Il papà è il modello da seguire, è un esempio significativo a cui ogni figlio fa riferimento (implicito o esplicito). Raccontate la vostra vita, la vostra storia ma sappiate accettare quella dei vostri figli…
Forza Papà!