A Casa e al Nido: i bambini sono diversi

 

Perché a casa è ingestibile e al nido invece mi dicono che è andato tutto bene? Capita spesso che i genitori si trovino in una situazione simile vediamo il perché.  Intanto i bambini a casa sono diversi semplicemente perché sono con i genitori. Quindi percepiscono una certa libertà e possibilità di esternare certi atteggiamenti per i quali magari al nido non osano ancora. Quando sono a casa è come se rivendicassero la vostra esclusività per cui sarà difficile fare molte cose perché i piccoli vogliono stare a tutti i costi con voi. Se però li prepariamo nel tempo e gli facciamo capire che è possibile stare insieme facendo anche giochi e cose differenti allora comprendono meglio anche il vostro atteggiamento. Provate a casa ad allestire due zone una di gioco del piccolo e una vostra. Al nido anche solo per il fatto che vi sono più bambini ci sarà sempre qualcuno più vivace del vostro e poi è più facile distrarsi e perdersi tra le conquiste dei pari. I bambini hanno più da fare anche solo visivamente. Sono più impegnati nella vita comunitaria invece a casa sentono fin da piccolissimi che siamo lì a completa disposizione e questo non va sempre bene! È giusto che sentano che possiamo giocare insieme così come in modo autonomo ognuno come può per poi ritrovarsi e fare di nuovo un gioco e una canzone insieme o preparare la cena. 

 

Quarantena con i bambini

Un pensiero di solidarietà va a tutte le famiglie con bambini soprattutto piccoli rinchiuse in casa per via delle infinite quarantene che si ripetono inevitabilmente nei nidi ,scuole dell’infanzia e nelle altre realtà educative per i più grandi. Non è facile accettare questo momento e poi farlo accettare ai bambini che spesso chiedono quando potranno uscire e poter tornare a salutare i loro amici e le maestre. E poi ancora: come trascorrere le lunghe giornate a casa senza perdere la pazienza e cercare di mantenere i nervi saldi nonostante tutto? Facile a dirsi ma quando ci si trova coinvolti si iniziano a contare i giorni…anche se spesso il tempo in queste situazioni sembra non passare mai….laddove è possibile cercate di limitare l’utilizzo di smartphone/TV piuttosto proponete tante micro attività. Si sa, con i bambini piccoli il tempo di concentrazione è sempre ai minimi termini, quindi occorre costruire delle nuove routine e passare dal costruire una torre, all’impastare biscotti o pasta di pane, al collage, ma anche lavare semplicemente delle ciotoline può essere un ottimo passatempo! Cercate di non dare loro l’idea di non sapere cosa fare ma anzi di avere sempre pronta un’alternativa da sfoderare! Fare insieme un planning della giornata è un modo per trasmettere il senso dell’organizzazione necessario per dare e darsi un certo metodo nel trascorrere il tempo. Nel primo mattino proponete attivita’ più di concentrazione (esempio i travasi con la pasta o i legumi/pittura/collage con diversi materiali) e poi verso il finire della mattina invece un libro o delle canzoncine da ascoltare mentre si prepara il pranzo. Nel pomeriggio invece la preparazione di una torta o biscotti o di pasta di sale semplice può essere un buon rituale per diverse fasce d’età. Se avete dei travestimenti o vecchi indumenti metteteli a disposizione per inventare storie: in queste lunghe giornate casalinghe i bambini hanno più che mai bisogno di evadere e creare mondi nuovi mediante la loro capacità del pensiero magico. Quando poi la storia o la scena creata gli piace, tendono a ricrearla infinite volte aggiungendo dei dettagli qua e là. La forza del gioco imitativo è davvero sempre grandiosa e affascinante. Lasciateli giocare e osservateli (ma senza interrompere il loro gioco..onde evitare di bloccarli).. sperando sia trascorso nel frattempo un po’ di tempo…Fate capire loro che vi sono dei momenti in cui anche i genitori sono impegnati in altro (un dettaglio tra tutti il lavoro?!) e che poi vi ritrovate in un punto specifico della casa per raccontarvi come è andata!.

 

 

 

 

 

Se la babysitter sta a casa e c’è anche il genitore

  • Come fare ad ottimizzare al meglio il tempo quando in casa arriva la Babysitter ma la figura genitoriale deve restare in casa a lavorare/fare altro? Come aiutare il bambino a fidarsi e quindi a stare con lei in modo sereno e naturale senza per questo doversi aggrappare (letteralmente) alla mamma/papà? Non è una dinamica scontata anche perché non è mai semplice rompere certi equilibri e vedere il bambino/i  piangere o comunque non sereno/i. Ai genitori suggeriamo:
  • di creare un’alleanza implicita con la nuova figura educativa, spiegando al bambino chi arriva/quanti giochi nuovi potranno fare insieme
  • di supportare prima e dopo l’arrivo della Babysitter raccontando ai piccoli come sarà divertente conoscere anche un’altra persona e mostrarle i giochi, la cameretta, la casa
  • Alla Babysitter: a seconda dell’età dei bambini è sempre utile proporre delle attività in grado di incuriosire e lasciare una memoria storica della nostra presenza
  • Presentatevi con bottigliette sonore per i piccoli, delle canzoncine, materiale di recupero per collage dai 24-36 mesi e oltre, sagome da colorare con varie tecniche e rotoli di carta igienica da trasformare, storie da leggere o inventare insieme ai vostri nuovi amici
  • Fidatevi: entrare nelle case con delle piccole idee creative è un modo per attirare l’attenzione dei bambini (giustamente anche diffidenti o non vogliosi di conoscervi e staccarsi dalle figure genitoriali) e nel contempo di offrire la massima sicurezza e fiducia al genitore che vi lascia ciò che di più caro ha al mondo. Se siete consapevoli di questo allora ogni nuova famiglia sarà una nuova avventura in grado di consolidare la vostra capacità senza perdere l’entusiasmo e la freschezza
  • Sarà di conseguenza più semplice accettare la presenza di un’estranea anche solo per il pomeriggio o la sera e anche il genitore stesso potrà veramente godere a pieno di questo tempo sfruttandolo al massimo altrimenti non nascondiamo che è veramente difficile mediare e se si sta col bambino la babysitter stessa è sprecata e risulta essere una presenza alquanto inutile…quindi parliamone sempre prima con lei per metterla nelle migliori condizioni e aiutarci ad aiutare il piccolo!

In casa: gestione del tempo con un bambino piccolo

Come gestire al meglio il tempo in casa? Perché vuole stare sempre con me? Perché non riesco a combinare nulla? Queste sono alcune delle vostre domande delle consultazioni online di questa lunga settimana. Vediamo di analizzarle insieme.

  • Stiamo parlando di bambini piccoli, e molto piccoli per cui è scontato che abbiano bisogno delle nostre continue attenzioni e cure
  • Il tempo in casa è ben diverso dal mondo la’ fuori. Le case solitamente sono piccole, poco spazio,tanti stimoli, per cui non è sempre facile e immediato che il bambino giochi. Perché di solito il bambino piccolo preferisce noi al gioco in sé: occorre tempo e costanza perché si abitui e perché trovi anche una certa soddisfazione che gli permette di allungare i tempi di concentrazione
  • Se però lo abituiamo e predisponiamo lo spazio con lo stretto indispensabile (un tappetino come ci ha insegnato la Montessori per delimitare e contenere lo spazio, delle ciotoline o vasetti yogurt, dei tappi degli omogeneizzati o di sughero, un collage ecc.) non appena il piccolo entra in quel nuovo contesto sarà attratto dal gioco e noi potremo dedicarci ad altro chiamandolo di tanto in tanto per supportare la sua attività
  • così facendo anche la nostra energia fisica e mentale è diversa: non siamo noi a “correre dietro” al bambino ma possiamo interagire con lui anche facendo altre cose
  • di tanto in tanto con la voce proviamo a sorprenderlo, a supportarlo, a fargli capire che ci siamo anche se stiamo facendo un’altra cosa
  • se mantenete questo atteggiamento vi accorgerete che il bambino riuscirà a vivere lo spazio in modo meno ansiogeno e riuscirà anche tra una vostra conferma e l’altra a ritagliarsi dei brevi spazi di autonomia indispensabili per crescere
  • Fateci sapere come va a casa!

 

Speciale Primi Mesi

 

Torna lo Speciale Primi Mesi dedicato ai futuri neogenitori. Oggi parliamo di un oggetto molto conosciuto e utilizzato: la Cuddle Band di Koala Babycare, la fascia che può essere utilizzata fin dai primi giorni e mesi di vita del neonato che ha la possibilità di sentirsi ben avvolto e protetto respirando il vostro calore e la vostra energia. Probabilmente in generale si tende ad associare la fascia alle prime passeggiate, quindi al contesto outdoor anche se dal nostro punto di vista psicopedagogico la consigliamo vivamente anche per l’ambiente domestico: consente al piccolo di mantenere la sensazione di continuo contenimento e ai neogenitori di avere sotto controllo il loro bebè, e nel frattempo di avere le mani libere e poter comunque sbrigare qualche faccenda domestica (che non è poco!).  Anche solo passeggiare in casa, canticchiando una ninna nanna rappresenta un’occasione importante per la relazione madre/bambino. Inoltre confermiamo il fatto che il piccolo che sperimenta questo prodotto tende a piangere meno e ad avere meno episodi di insofferenza perché sufficientemente avvolto e protetto, cuore a cuore con il proprio genitore. Provatela e diteci come vi trovate (è facile da indossare, l’abbiamo provata per voi! Ha un supporto per la schiena dell’adulto pensato ad hoc per sostenere il peso del piccolo senza troppi sforzi).  Oppure può essere un’ottima idea regalo davvero funzionale e in grado di migliorare il processo di sintonizzazione con l’ambiente così delicato nel primissimo periodo di vita.

 

 

Chiedere scusa anche ai figli

Saper chiedere scusa è un gesto d’onore anche nei confronti dei bambini o dei propri figli. E’ importante saper ammettere i propri limiti o sbagli anche di fronte ai piccoli. Significa dare loro l’idea che anche i grandi ogni tanto possono perdere la pazienza. Ne parliamo proprio in questi giorni poiché con le scuole e asili chiusi immaginiamo non sia facile la gestione a casa tra lavoro e figli e di conseguenza è più facile innervosirsi, arrabbiarsi, far pesare la situazione. Per questo motivo se si ha la percezione di aver esagerato e perso la pazienza occorre sapersi fermare e chiedere scusa anche ai bambini, avendo la forza e il coraggio di spiegarne il motivo, cercando di far capire quanto sia difficile tenere tutto insieme e pensare all’organizzazione di tutto.  Attenzione però, va spiegato senza far sentire il peso delle difficoltà, e senza dare colpe a nessuno. I bambini devono fare i bambini e, per questo,non devono assorbire il nostro senso di colpa o lo stress adulto troppo presto.

 

Come affrontare il distacco a casa (parte II)

Nel post precedente si parlava di come affrontare il distacco a casa in particolar modo dalla figura materna. Come può interagire invece la figura paterna/ i nonni ecc..? Sappiamo quanto sia difficile entrare in gioco, specie se il piccolo preferisce stare tra le braccia della mamma, ma talvolta può essere necessario. Quando prendete voi in mano la situazione fate capire che non siete da meno, sottolineando sempre che la mamma arriva, (evitando di distrarre senza spiegarne il reale motivo). 

  • E’ importante che il bambino senta e percepisca la vostra sicurezza.
  • Proporre una canzoncina o un rituale già conosciuto aiuta inevitabilmente ad entrare più velocemente in sintonia (come ad esempio il gioco del cucù, le bolle di sapone)
  • Il bambino non ha bisogno di premi o regalini o biscotti:  ha bisogno di un adulto sicuro e rassicurante in grado di contenere anche il probabile pianto
  • Quando piange e piange forte occorre tenere duro e non andare in pezzi altrimenti il piccolo lo sente e piangerà ancora di più
  • Mai dire: “Basta piangere”. Piuttosto saper accogliere e accettare il pianto e riuscire a tradurlo in parole: se un bambino piange, un motivo c’è sempre. Va capito e aiutato a passare dalla dimensione malinconica ad uno stato di maggior fiducia e serenità anche in casa: provando a giocare e trascorrere del tempo insieme pur aspettando la propria mamma.

 

Come affrontare il distacco anche a casa (I parte)

Si parla spesso di distacco riferito all’ambiente nido, quando il genitore (nella maggior parte dei casi, la figura materna) saluta e si congeda dal suo bambino. Questa dinamica però avviene anche a casa e non è sempre facile da gestire. In primo luogo salutarsi e doversi staccare dal proprio bambino piccolo (0-24mesi) non è mai un’impresa semplice ed è un qualcosa che sfugge ad ogni possibile calcolo prevedibile. Talvolta diventa difficile e complicato anche spostarsi in un’altra stanza, andare in bagno, fare una telefonata o accettare l’altra figura genitoriale. Cosa fare in queste situazioni?

  1. Sicuramente può essere utile sul piano pratico, oltre a raccontare al piccolo che la mamma o il papà tornano sempre, focalizzarsi sul gioco del cucù. Nascondersi e riapparire è forse il gioco relazionale più antico e potente che, se ripetuto più e più volte al giorno, ha una funzione protettiva e rassicurante.
  2. Anche leggere insieme delle storie brevi che affrontano il tema del distacco dalla figura materna è sempre utile.
  3. Accettare questa fase spiegando al piccolo e valorizzando sempre i momenti in cui si sta insieme, ma nello stesso tempo saper dare molta importanza e attenzione anche al tempo che il bambino trascorre con le altre figure (papà,nonni,nido,tata) affinché possa accettare la distanza, vivendola al meglio nel frattempo.

(Fine parte prima)

La magia del Natale? Dipende da noi!

 

Quest’ anno il Natale ha un significato diverso rispetto agli anni scorsi.. ma e’ anche vero che la magia del Natale dipende da noi. Proviamo a valorizzare ciò che abbiamo a disposizione senza dover rimarcare necessariamente ciò che non possiamo fare. Questo atteggiamento costruttivo è fondamentale da offrire ai bambini come dimostrazione del fatto che nonostante tutto si può comunque tentare di stare bene, festeggiare anche stando in casa rispettando le regole per la salute di tutti. Dedichiamoci in questi ultimi giorni alla preparazione e costruiamo con i bambini il senso dell’attesa..Se sono più grandi possono contribuire a preparare ed allestire la tavola o cucinare con voi qualcosa di facile. Scegliete la musica natalizia che più vi ispira e che la giornata abbia inizio!. Preparate una caccia al tesoro, una tombolata versione ridotta o un gioco che possa per un attimo coinvolgere tutta la casa e raggiungere le case di chi è lontano da noi: non importa quanti saremo ma l’atmosfera che riusciremo a creare insieme… sarà un Natale in videochiamata ma pur sempre Natale!  Avanti Grandi applicatevi!

Che cosa gli faccio fare??

 

 

“Che cosa gli faccio fare ora?”. Alzi la mano chi non abbia mai pensato questa domanda con un bambino (specie se piccolo..). Dover trascorrere tanto tempo in casa per vari motivi con un bambino può diventare una sfida impegnativa. L’aspetto più importante è quello di cercare di non proiettare troppo le nostre frustrazioni sul bambino che inevitabilmente assorbe e percepisce il disagio e l’insofferenza dell’adulto coinvolto nella relazione. Il bambino piccolo ha bisogno di un contesto il più armonico possibile all’interno del quale poter sperimentare la propria curiosità. Se è vero che basta poco è anche vero che quel poco va continuamente rivisto e rielaborato per fare in modo che sappia rispondere ai propri bisogni. Sicuramente tra le tante attività proponiamo:

  • il canto di filastrocche e canzoncine ripetuto durante il giorno (aiuta a riconoscere le varie routine e scandire il tempo)
  • la lettura ad alta voce di storie brevi
  • Sono attività fondamentali (a costo zero!) per stimolare il linguaggio e l’ascolto attivo e per consolidare il rapporto e la relazione con il piccolo. Vanno ripetute quotidianamente e più volte al giorno per permettere anche al bambino di riconoscere i suoni e le parole nel tempo. Meglio se condotte su un tappeto o all’interno di uno spazio ben delimitato senza altri giochi o materiali per aumentare la capacità di concentrazione: siete voi in quell’istante il gioco con cui giocare e dal quale tirare fuori risorse preziose.