Regali di Natale: quali scegliere?

 

Natale è ormai alle porte: se siete indecisi su che regali fare, vi suggeriamo dei giochi creativi che possano aiutare a sviluppare la fantasia e la capacità di comunicare ed esprimersi al meglio.. il gioco imitativo ad esempio è uno tra questi: la cucinetta per imitare e organizzare piatti succulenti, l’ asse da stiro, il gioco della parrucchiera o del dottore, la fattoria, un garage, un lettino per mettere a nanna bambole e pupazzi, passeggino ecc…per i lattanti invece oggetti sonori preferibilmente in legno, cubi per fare le torri, libretti tattili. Se sono più grandi invece puzzle, treno da costruire, gioco dell’ oca, chiodini e ovviamente non possono mancare dei bei libri o albi illustrati da leggere insieme. Ci piace anche l’ idea di regalare un’esperienza: una gita, un’ attività al museo, un viaggio: un modo diverso per creare memorie e vissuti.

 

 

Se la babysitter sta a casa e c’è anche il genitore

  • Come fare ad ottimizzare al meglio il tempo quando in casa arriva la Babysitter ma la figura genitoriale deve restare in casa a lavorare/fare altro? Come aiutare il bambino a fidarsi e quindi a stare con lei in modo sereno e naturale senza per questo doversi aggrappare (letteralmente) alla mamma/papà? Non è una dinamica scontata anche perché non è mai semplice rompere certi equilibri e vedere il bambino/i  piangere o comunque non sereno/i. Ai genitori suggeriamo:
  • di creare un’alleanza implicita con la nuova figura educativa, spiegando al bambino chi arriva/quanti giochi nuovi potranno fare insieme
  • di supportare prima e dopo l’arrivo della Babysitter raccontando ai piccoli come sarà divertente conoscere anche un’altra persona e mostrarle i giochi, la cameretta, la casa
  • Alla Babysitter: a seconda dell’età dei bambini è sempre utile proporre delle attività in grado di incuriosire e lasciare una memoria storica della nostra presenza
  • Presentatevi con bottigliette sonore per i piccoli, delle canzoncine, materiale di recupero per collage dai 24-36 mesi e oltre, sagome da colorare con varie tecniche e rotoli di carta igienica da trasformare, storie da leggere o inventare insieme ai vostri nuovi amici
  • Fidatevi: entrare nelle case con delle piccole idee creative è un modo per attirare l’attenzione dei bambini (giustamente anche diffidenti o non vogliosi di conoscervi e staccarsi dalle figure genitoriali) e nel contempo di offrire la massima sicurezza e fiducia al genitore che vi lascia ciò che di più caro ha al mondo. Se siete consapevoli di questo allora ogni nuova famiglia sarà una nuova avventura in grado di consolidare la vostra capacità senza perdere l’entusiasmo e la freschezza
  • Sarà di conseguenza più semplice accettare la presenza di un’estranea anche solo per il pomeriggio o la sera e anche il genitore stesso potrà veramente godere a pieno di questo tempo sfruttandolo al massimo altrimenti non nascondiamo che è veramente difficile mediare e se si sta col bambino la babysitter stessa è sprecata e risulta essere una presenza alquanto inutile…quindi parliamone sempre prima con lei per metterla nelle migliori condizioni e aiutarci ad aiutare il piccolo!

Che regali fare ai bambini..

 

“Che regali fare al mio bambino?” È una delle domande più frequenti di questo periodo che ci viene fatta dai genitori ma anche da nonni e amici interessati. Ovviamente a seconda dell’età offriamo le relative proposte. Se si tratta di bambini piccoli pensate a regali che possano offrire uno spunto sensoriale adatto come ad esempio i giochi in legno, i libretti tattili, gli incastri, le costruzioni, ovvero giochi che conservano e migliorano la capacità creativa del bambino. Se hanno già un’età compresa tra i 15 e 24 mesi anche una semplice cucinetta per imitare i genitori che cucinano e sfamare bambole e orsacchiotti rappresenta da sempre un’opzione molto gradita. Oppure un treno con binari in legno da montare. Se si tratta di bambini dai 36 mesi in su, l’idea di un tavolino con seggiolina per disegnare e ‘lavorare’ è molto importante anche laddove non si ha a disposizione molto spazio. Il tavolino come la scrivania da adolescenti rappresenta uno spazio mentale per divagare,costruire mondi paralleli, e poter inventare storie. Un libro resta dal nostro punto di vista psicopedagogico un regalo sempre valido e utile per tutte le età, sia per chi ne è appassionato sia per i più pigri che fanno fatica! In ogni caso facciamo sempre emergere il pensiero che sta dietro al regalo: l’aspetto più importante da conservare e da non buttare con la carta che lo avvolge!

Gelosia tra fratelli & sorelle

La gelosia tra fratelli e sorelle rappresenta un classico argomento che ci portano i genitori in studio e nelle consulenze presso i vari asili. Non è sempre facile accettare un comportamento di gelosia o invidia nei confronti dei due fratelli, nonostante venga offerto loro un trattamento uguale e  senza preferenze. Cio’ capita spesso quando vi è poca differenza di età tra i fratelli. Cosa può fare il genitore in questa situazione? La Mamma e il Papà possono, attraverso una modalità empatica trasmettere il senso di parità rendendo però unico il rapporto con il proprio figlio. Testimoniare il fatto che si vuole molto bene a entrambi, ma che con ognuno è giusto avere un rapporto differente. Saper valorizzare il legame con ognuno e il rapporto tra loro diventa fondamentale per costruire un valore duraturo e inossidabile nel tempo. Provate ad offrire del tempo per ciascuno, e del tempo per loro. Provate a fare in modo che quando siete con un figlio, pensate e preparate insieme qualcosa anche per l’altro, per il piacere di creare una piccola sorpresa. Di solito sgridare in continuazione non porta mai a grandi risultati, piuttosto leggete un libro insieme che affronta il tema della gelosia facendo in modo che entrambi i fratelli possano immedesimarsi o cogliere ciò che è necessario. Datevi e date loro il giusto tempo pero’.

Imparare l’inglese fin da piccoli..

 

È giusto o sbagliato apprendere una seconda lingua? I bambini fanno confusione poi? Rispondiamo ad un quesito di alcuni genitori e lo condividiamo. In primis, l’apprendimento della seconda lingua non è obbligatorio ma dal nostro punto di vista può essere un valore aggiunto; Studi confermano le capacità del cervello di un bambino piccolo di imparare con una maggiore facilità e naturalezza rispetto ad un adulto. Pensiamo poi ad un bambino bilingue che ascolta fin dalla nascita due suoni e due lingue. E’ importante piuttosto fare in modo che si possa imparare ma in chiave ludica. Quindi all’interno di un corso specifico, oppure utilizzando la musica e una serie di libri colorati pronti a incuriosire. I genitori spesso però nutrono forti aspettative. E’ bene dar loro tempo, non importa se rispondono o meno e poi come per tutte le cose l’esercizio quotidiano fa la differenza! Loro sanno e capiscono che può esistere anche un’altra lingua per comunicare anche se probabilmente non la classificano come inglese. Crediamo non sia mai nè troppo presto né tardi per una nuova lingua, anzi! Rappresenta un’occasione di scoperta e di arricchimento a qualunque età! Fate sempre in modo che sia un gioco assolutamente non competitivo e non riprendete il piccolo mentre prova ad esprimersi. La correzione nel caso va fatta in modo dolce e naturale.

 

L’importanza della cena: insieme

È molto importante riuscire a cenare insieme ai vostri figli. Se sono piccoli, la cena rappresenta un momento di unione. Pensate che vi hanno aspettato per tutto il giorno! Saranno ben contenti di vedervi a tavola e poter anche assaggiare qualche cibo nuovo dal vostro piatto! Se sono più grandi quindi più autonomi sarà significativo il racconto della giornata per tutti. A scuola come al lavoro per imparare a capire i vari punti di vista e le diverse esigenze. Di solito durante il momento della cena ci si concentra sull’aspetto della convivialità (aiuta anche a mangiare con più facilità e interesse) senza dover ricorrere alla TV che inevitabilmente distrae. Per i bambini più timidi e poco propensi a parlare proponetegli di farvi una serie di domande su cosa avete fatto di preciso e se è stata una buona giornata per voi. (Anziché fare domande a loro, provate a responsabilizzarli in questo modo!). E’ un valido esercizio per migliorare le proprie capacità linguistiche e imparare ad attirare l’attenzione di tutti, sperimentando in famiglia senza quindi sentirsi a disagio o intimoriti.

 

 

 

Perché è importante fare un viaggio senza genitori..

Perché è importante fare un viaggio senza genitori? Si tratta di un’esperienza fondamentale nella vita di un bambino, in quanto gli consente di vivere fuori da casa e scoprire nuove abitudini e rituali magari fino a prima sconosciuti e inoltre può essere un momento importante per fare nuove amicizie. In questi momenti il gruppo dei pari assume un valore assoluto, e ha anche un forte potere consolatorio nei confronti di chi si sente un po’ nostalgico e vorrebbe tornare a casa. Nella vacanza organizzata senza genitori il bambino vive una nuova routine, nuove regole di convivenza e mette alla prova la sua autonomia: non è facile fare tutto da soli (dal vestirsi al lavarsi etc). In ogni caso l’esperienza fuori casa è sempre utile come momento di crescita e di confronto con gli altri.

Siamo amici? No, genitori e figli, grazie

Una tendenza molto diffusa ultimamente è quella di trattare i propri figli alla stregua di amici, stando sullo stesso piano, raccontando loro cose da adulti e pretendendo da loro un comportamento da persone mature. Ma i figli non possono essere nostri amici. Avere con loro un rapporto simmetrico non significa essere migliori genitori, così come vestirsi uguali, parlare come loro o confidarsi su tematiche personali. Si è genitori “sufficientemente buoni” (e non perfetti, perché la perfezione non una caratteristica di nessun essere umano) se ci si relaziona con loro mantenendo una “giusta distanza“, cioè non troppo vicina, né troppo lontana. Spiegare loro per filo e per segno, con una “pappardella” di 10 minuti perché un comportamento è più giusto di un altro è un errore da non fare: i bambini hanno una bassa soglia di attenzione e, a seconda della loro età, possono addirittura non capire alcuni termini. E’ importante invece essere concisi e determinati nel dire un “NO” in quanto adulti responsabili che sanno cosa è bene e cosa è male per loro. Non c’è negoziazione che tenga. E questo non è un danno per i bambini, ma, anzi, un aiuto che si dà loro per imparare a crescere con un senso di contenimento rassicurante.

Guerre, terremoti, attentati o altri eventi traumatici: che parole usare con i bambini?

Siamo purtroppo ancora in tempi di guerra, attentati, incidenti e catastrofi naturali. Può capitare che i bambini anche in età prescolare vedano accidentalmente immagini forti in tv o dal pc, non filtrate dagli adulti. Come tamponare eventuali preoccupazioni? Come rispondere di fronte a domande molto chiare?

Chiaramente non si può mentire ai bambini fingendo che vada tutto bene, ma, prima di spiegare è opportuno chiedere cosa sa lui/lei. “Come mai mi fai questa domanda?”, può essere infatti che il bambino abbia già delle informazioni da altri e non è il caso di confonderlo.

Inoltre si deve dare una risposta semplice, coerente e rassicurante aggiungendo il fatto che certe cose accadono lontano da noi, che, ad esempio, la maggior parte delle persone vuole la pace e che si sta lavorando per questo. Riportare al qui ed ora “Comunque adesso noi siamo qui insieme e ne stiamo parlando”.. per riorientare al presente.

Altra cosa fondamentale è quella di riconoscere ed accogliere lo stato emotivo proprio e del bambino, senza negare. Infine è essenziale mantenere la possibilità in futuro di poter tornare sull’argomento se il piccolo ne avrà desiderio, mantenere con lui una vicinanza fisica autentica e mantenere una routine normale perchè rassicurante.

Il tuo bimbo non parla ancora?…

“Non parla ancora, come posso fare?” Sono numerose le email che riceviamo a questo proposito. In primo luogo diciamo sempre che ogni bambino, come del resto ognuno di noi, ha la sua storia e i suoi tempi. Inutile forzarlo o disperarsi piuttosto cercare e individuare le possibili cause e affrontarle insieme utilizzando gli strumenti giusti. La parola e l’atto di comunicare sono sempre il prodotto di una serie di meccanismi interni che vanno stimolati col tempo anche nei più piccoli attraverso il dialogo, la relazione, la lettura e le canzoncine ad esempio. Si tratta di gesti semplici che rappresentano un forte aiuto nel processo comunicativo.

La maggior parte delle volte è l’adulto che ripete e si sostituisce al bambino nel dialogo oppure storpia le parole (e la voce) insegnando e rinforzando al bambino diminutivi e termini non corretti. (“Vuoi la ciccia?!” per chiedere: “Vuoi la carne?”, tanto per fare un esempio). Quante volte anticipiamo la risposta del bambino (con la parola o con i gesti)?

Proviamo a stimolare i piccoli in modo corretto senza fretta e senza ansia da prestazione. Non guardiamo i figli degli altri ed evitiamo il classico paragone col fratello maggiore.

Approfittiamo della lunga estate per trascorrere del buon tempo con loro.