Giochiamo insieme? Sì ma a patto che..

Giochiamo insieme? Sì ma a patto che..

  • nessuno si faccia male
  • non si rompano gli oggetti
  • non si giochi “per dovere” (il bello è proprio condividere la gioia di questi momenti: se si è troppo stanchi o nervosi, meglio rimandare!)
  • non si insista nel rendere ogni attività esclusivamente “didattica” sottolineando continuamente le regole
  • non si imponga al bambino un modo di giocare, ma seguirli nelle loro idee, anche se a noi sembrano senza senso
  • non si tenga la tv accesa durante il gioco

Quando si parla di gioco, non ci si riferisce solo ad un’esperienza ma come scrive Bateson, “è un modo di fare le cose e una cornice (frame) dentro cui leggiamo gli eventi” quindi non è tanto l’azione in sè che definisce che cosa sia gioco e che cosa non lo sia, ma il segnale che i giocatori si scambiano.

Il gioco (parte I)

Cos’è il gioco? Per i bambini è tutto. Rappresenta una modalità di apprendimento, di sviluppo della fantasia e della creatività, ma favorisce anche le relazioni. Certamente un bambino può giocare da solo, ma se in compagnia di un adulto può sfruttare l’occasione per sperimentare nuovi ruoli, soluzioni ai conflitti e modi di comunicare con gli altri. Inoltre il momento del gioco costituisce anche uno scambio affettivo, motivo per cui si sente spesso dire che non importa la quantità di tempo di un genitore dedicata al gioco, ma la qualità del tempo stesso. MammeCheFatica è d’accordo con questa affermazione, purchè non si sminuiscano le esigenze di base di ogni bambino di poter trascorrere qualche ora con i propri genitori, lavoro permettendo. Come può comportarsi un adulto? Le uniche regole da rispettare sono:

  • ricordarsi delle emozioni infantili
  • lasciarsi trasportare dalla fantasia
  • divertirsi autenticamente condividendone la gioia (i bambini se ne accorgono se non siete coinvolti dal gioco e vi state annoiando!)

Perché per mio figlio tutto “è mio!” ?

 

Da un anno in poi i bambini incominciano a pretendere che tutto ciò che li circonda sia soltanto di loro proprietà perché pensano davvero di essere i “padroni del mondo”. Questa fase di onnipotenza viene attraversata da tutti perciò è inutile preoccuparsi. Più avanti, invece, il motivo di questa frequente esclamazione si riferisce alla necessità, anche questa fisiologica e vitale, di affermarsi e di sperimentare la propria forza distinguendo se stessi dagli altri.
Come si possono comportare gli adulti? Senz’altro dando un esempio concreto e positivo di altruismo e condivisione. Ma anche spiegando con parole semplici e non colpevolizzanti che non può essere tutto loro, che si deve dire “Per favore” e “Grazie” e usarle come “parole magiche”. L’acquisizione di queste regole tuttavia è un processo lungo che in genere si conclude all’inizio della scuola materna.

Cari Papà….

 

Mammechefatica, non è solo rivolto alle mamme, ma anche ai loro papà, e oggi è giunto il momento di parlare un po’ anche del loro ruolo, importantissimo e fondamentale per garantire un sano equilibrio tra la madre e il figlio. La funzione del padre nella crescita dei figli riveste una dimensione socio-affettiva veramente significativa.

Al giorno d’oggi assistiamo ad un  codice paterno condiviso (con la figura materna) poichè i papà moderni sono più presenti e collaborativi rispetto ad una volta. Li vediamo in sala parto, mentre spingono il passeggino, mentre partecipano all’inserimento al nido…ma anche se i papà sembrano essere molto più autonomi la figura paterna è colui che impersonifica la regola e inizia a dare dei limiti.

Abbiamo bisogno di PAPA’ AUTOREVOLI NON AUTORITARI, che sappiano offrire ai loro bimbi dei No, in modo coerente e fermo, senza il timore di ferirli, poichè sono fondamentali per il loro percorso di crescita.

Il genitore il cui figlio decide tutto lui, è un ‘finto’ genitore, che non è in grado di ‘contenere’ il proprio bambino mediante dei limiti e ha probabilmente paura di essere rifiutato.

Non è una missione semplice, il ruolo paterno deve essere in armonia e fare da trait d’union con quello materno e sicuramente la routine, i ritmi di lavoro intensi e il periodo storico in cui viviamo  non aiutano..però potremmo iniziare con le vacanze ad acquisire nuovi punti di vista…

Forza papà!

p. s. Anche se le mamme magari non lo ammettono, i papà sono fondamentali, e contribuiscono a creare quella giusta atmosfera giocosa tra i figli e la mamma…insomma un’ ottima risorsa da utilizzare al meglio.

E i NO dei genitori?

 

I NO dei bambini che iniziano verso i due anni sono esplosivi, spesso stremanti per genitori, ma sono costruttivi perché rappresentano il loro modo di affermare se stessi.

I NO degli adulti, tuttavia, non sono sempre positivi e promotori di “forza vitale”, soprattutto se smentiti dai comportamenti reali. Il genitore, cioè, che prima proibisce al figlio di fare qualcosa e poco dopo lo fa lui stesso, non è da esempio al bambino perché non lo aiuta a crescere. I NO utili ed evolutivi, invece, sono quelli coerenti che permettono ai bambini di sentire che le regole appartenenti al proprio codice familiare sono protettive e rassicuranti. Mi raccomando genitori: anche i vostri NO contano!