Come stanno le educatrici?

 

Ci chiediamo questa volta come stanno le educatrici, che pensieri hanno, come procedono gli ambientamenti e che tipo di stanchezza avvertono. Perché è fondamentale trovare dei momenti di ascolto, di condivisione delle fatiche educative. Fatevi aiutare, anche perché serve per crescere e migliorarsi. Se le attività di formazione e supervisione vengono svolte in modo sistematico ne giovano tutti: gli staff educativi, l’atmosfera del gruppo classe, i bambini e le famiglie. Non ci sono controindicazioni anzi!!!!!!! Che ne pensate?

 

Stanchezza Educativa…

 

Questo post è dedicato e pensato agli operatori del settore educativo che più che mai quest’anno hanno incassato un livello di stanchezza e pesantezza notevole. Siamo ormai alla fine di un anno educativo davvero strano e faticosissimo dal quale abbiamo imparato comunque tanto. Quando ci si sente in queste condizioni è fondamentale automonitorarsi e nel caso non temere di chiedere aiuto. Purtroppo il limite e il confine dalla forte stanchezza mentale al fatidico burnout è davvero sottile. E molte volte ci si cade dentro senza neanche accorgersene. In questi casi prendete le distanze e iniziate ad osservare il vostro comportamento al lavoro e il livello di insofferenza e nervosismo con i bambini che talvolta scatta ed emerge per un nonnulla. La consapevolezza e la maturità nel saper dire “devo saper condividere e non tenermi tutto dentro prima di esplodere” e’ un gesto significativo che fa sempre la differenza, partendo dal presupposto che può capitare a tutti, e che è bene affrontarlo in modo preventivo onde evitare di stare peggio. Il meccanismo di Supervisione quindi di un occhio esterno che ascolta,accoglie,prende in carico e non giudica è una modalità corretta per crescere e ampliare la propria professionalità. 

Vi aspettiamo con nuove proposte personalizzate e collettive.

 

“E’ tutto mio!”: esercizi di condivisione

“E’ mio!” Quante volte sentiamo questa frase se siamo a contatto con i bambini piccoli, in particolare tra i 16-24 mesi. Questa fase è assolutamente comprensibile, per un bambino che vuole indicare il senso di appartenenza e di possesso. È possibile aiutare in modo concreto il piccolo a gestire questa forte emozione?

  • Certamente il nostro sostegno si concretizza nell’esempio e nel gesto. (È mio! È tutto mio! = Proviamo, mantenendo un tono e una modalità scherzosa, a prendere il gioco tanto conteso e a ripetere le sue parole.)
  • Spiegare durante la giornata,in un momento tranquillo, che i giochi anche se nostri, possiamo prestarli per un po’ di tempo. Provate a dividere i giochi insieme, messi infila sul tappeto. Devono visualizzare in modo pratico quello che stiamo dicendo.
  • E’ molto difficile accettare di giocare insieme e accettare queste regole un po’ da grandi e non ancora metabolizzate del tutto.
  • Non serve punire o minacciare (se si continuasse a verificare questa situazione). Piuttosto è più efficace una chiaccherata veloce e sintetica.(I bambini non hanno mai tempo per i discorsi dei grandi!).

Non demoralizzatevi, capita a tutti i bambini. L’importante è dare loro un limite per aiutarli a gestire meglio questa nuova sensazione. Tra le tante proposte citiamo il libro “E’ mio!” di Leo Lionni ed.Fatatrac che piace molto ai piccoli lettori. Per garantirvi che anche le rane probabilmente hanno questi problemi!

La formazione continua..

Alle Educatrici e Maestre che ci seguono, a tutti coloro che vivono e frequentano bambini nonché giovani adulti del Domani, ricordiamo l’importanza della formazione: da giovani per acquisire maggiori competenze e dimistichezza con questo mestiere così difficile (lavorare con le emozioni non è immediato e richiede tempo). Ma il percorso formativo deve continuare anche quando si è raggiunta una certa esperienza, perché davvero “più sai e più sai di non sapere”. La formazione poi in questo periodo storico così fragile diventa un must poiché ci consente di:

– confrontare le nostre opinioni

– ampliare il nostro sguardo educativo

– ridimensionare il nostro ego (in campo educativo si pensa sempre di essere nel giusto e di fare al meglio invece non ci si deve mai dimenticare di rivedersi, riascoltarsi e provare ad attivare sempre nuove strategie educative)

Vi aspettiamo Sabato 14 Aprile a Milano  in occasione del Convegno Nazionale “La lezione non serve” organizzato dal Centro Psicopedagogico per l’Educazione e la  Gestione dei Conflitti di Piacenza per condividere una giornata altamente pedagogica.

Fare i compiti…

 

Fare i compiti si sa non è mai stato piacevole, non tanto per i compiti in se’ ma piuttosto per l’obbligo che rappresentano. Talvolta però ricevere l’aiuto di una persona esterna, puo’ essere un valido aiuto e magari diventare anche un punto di riferimento per i giovanissimi. Quando il momento dei compiti diventa difficile da gestire occorre responsabilizzare i bambini verso quello e’ il loro ‘lavoro’. La possibilità di condividere del tempo con dei ragazzi più grandi che aiutano i più piccoli può essere un momento trainante, dove si apprendono modalità diverse da quelle degli adulti e quindi sembra essere tutto più’ facile e perche’ no divertente!. Da adulti però possiamo coinvolgere i ragazzi in modo attivo senza quasi intervenire nella loro gestione del tempo. Non e’ la mamma che deve guardare nello zaino per intendersi, ma è il ragazzo stesso che aggiorna in casa ciò’ che è accaduto in classe e quello che dovra’ preparare a scuola. Questo perché non possiamo pretendere che diventi grande, quindi autonomo, se non facciamo un passo indietro creando lo spazio e il senso di libertà necessaria che la crescita comporta.

 

Meeting Operatori 0-6 a Rovigo: MammeCheFatica media partner!

Mammechefatica vi aspetta a Rovigo il 27 e 28 Gennaio in occasione del Meeting Nazionale dei Nidi e degli operatori del settore Prima Infanzia. Si tratta di un evento importante che si svolge ogni anno per discutere ,ascoltare e conoscere nuove idee e prospettive all’interno dell’ambito educativo. Ne parliamo e promuoviamo l’evento poiché CREDIAMO FORTEMENTE nel valore della FORMAZIONE degli operatori del settore (Educatrici, Coordinatrici e Titolari. È un’occasione davvero unica potersi tovare TUTTI INSIEME e confrontarsi a livello educativo. Da queste esperienze si torna a casa sempre arricchiti e soprattutto ci si sente (per una volta) CAPITI. Poiché si parla lo stesso linguaggio metacomunicativo, e ci si sente rassicurati del fatto che “i miei problemi, sono i problemi di tante strutture”. Se volete farvi un bel regalo di Natale Pedagogicamente Corretto Iscrivitevi!!!!

Per info e dettagli potete contattare: www.associanimazione.org/meeting zero-sei

Vi aspettiamo!!!!

il pranzo condiviso..

bambiniAl di là del catering o della cucina interna del nido o della struttura da voi frequentata, suggeriamo di incentrare l’ attenzione sul significato del pranzo condiviso con il gruppo dei pari che acquista un valore dal punto di vista sociale.

È importantissimo per i bambini, fin da piccoli, poter mangiare insieme ad altri, e scoprire il vero senso della socializzazione. Per esperienza garantiamo che di solito in Asilo anche i bambini inappetenti imparano col tempo ad apprezzare i vari cibi proposti (verdure incluse). Perché? Due sono i fattori che contribuiscono ad alimentare l’appetito e la voglia di mangiare:

1. la forza del gruppo (vedere tanti bambini che mangiano contribuisce a far apprezzare il pasto)

2. il menù non prevede alternative! Questo aiuta il bambino a concentrarsi sul pasto proposto senza dover fantasticare alternative (“questo no, voglio quello”).

Provate anche voi a casa a seguire questa piccola regola e vedrete che anche la gestione del pranzo sarà più fluida e disinvolta.

Genitori Single: crescere un figlio da sola…

genitore-singleSono sempre più numerosi anche in Italia, i genitori single che crescono un figlio da soli. Cerchiamo di capire nel concreto come riuscire ad organizzarsi il tempo. Il tempo con i figli, il tempo del lavoro, quello per sè e quello per tutti gli imprevisti che la crescita di un bambino comporta…Dal nostro punto di vista psicopedagogico è importante sapersi organizzare, ma anche saper delegare e saper chiedere aiuto. Questi aspetti sono fondamentali per capire che non si può “strafare”, altrimenti a lungo termine si rischia di non stare bene, nè con sé stessi, né con il proprio bambino. Crearsi una rete di amicizie e contatti con i quali condividere esperienze (anche simili alle proprie) onde evitare di sentire troppo tutto il peso e le responsabilità sulle proprie spalle e soprattutto onde evitare di proiettare sul figlio paure e timori di cui non deve farsi carico. Con i bambini piccoli invitiamo a condividere e leggere insieme vari libri che raccontano storie simili alla propria senza doversi sentire strani o diversi dagli altri. Vi invitiamo sempre al dialogo e a spiegare in modo tranquillo (anche se doloroso) il motivo della crescita con un solo genitore creando una buona forma di collaborazione e condivisione valida per tutte le età per cercare in tutti i modi di stare bene, recuperando uno stato di serenità senza essere in preda a sensi di colpa.

Il tempo con i Nonni…

MammeCheFatica dedica questo post ai Nonni. Al loro tempo trascorso con i loro nipotini. A tutti quei momenti preziosi in cui riescono magicamente a venire in aiuto. I nonni, rappresentano un valore fondamentale per la famiglia. Hanno il compito di tramandare le proprie origini e di raccontare così il tempo vissuto in una modalita’ tutta loro che i nipoti sanno apprezzare e condividere implicitamente.

I nonni di solito non hanno la funzione educativa e di conseguenza trascorrono il tempo con i nipoti in modo più rilassato rispetto ai loro figli ad esempio, anche se suggeriamo sempre di porre dei limiti e delle regole condivise per fare in modo che i piccoli non se ne approfittino! Ogni tanto è giusto sgarrare, ma solitamente è importante ascoltare e farsi rispettare reciprocamente dal proprio nipotino, indipendentemente dall’età. (Tanti nonni fanno i salti mortali per assecondare il piccolo, non farlo piangere, e cercare in tutti i modi di offrigli tutto ciò che desidera..) Per stare bene e trascorrere insieme un buon tempo crediamo sia fondamentale sintonizzarsi sui bisogni del piccolo osservandolo e contribuendo in modo attivo alla sua crescita.