“Quando arriva la mia mamma?”

“Quando arriva la mia mamma?” non è solo la frase che sentiamo di più in questo inizio d’anno nei tanti asili che seguiamo, ma è anche un piacevole libretto che prova a descrivere lo scorrere del tempo gli occhi di un bambino. Per un bambino piccolo infatti un minuto o due ore possono equivalersi soprattutto se in quell’istante sta sperimentando la distanza dalla mamma o da una figura di forte riferimento emotivo per lui. Ci sembra una buona occasione per leggerlo e sfogliarlo insieme, e nel contempo rivedere insieme tutti quei gesti e rituali che compongono la routine di ogni bambino all’asilo. Letto in compagnia della mamma o del papà è ancora più incoraggiante.  Settembre e Metà Ottobre sono dei mesi emotivamente intensi per chi inizia il nido o affronta il passaggio alla Scuola dell’Infanzia. Come tutti i cambiamenti hanno bisogno di tempo per essere metabolizzati.

Quando arriva la mia mamma?, scritto da Isabella Paglia, Ed. Arka

a  Ed. Arka

 

 

Dito sempre in bocca?

Non preoccupatevi: non siete né i primi, né gli ultimi genitori alle prese con un figlio con il dito perennemente in bocca. E’ giusto però che ad un certo punto decidiate che questa abitudine sta  diventando eccessiva e rischia di rovinare la struttura dei denti del vostro bambino. Come fare per toglierlo definitivamente? Come diciamo sempre non esiste una soluzione magica che vada bene per tutti i bambini , ma si possono fare diversi tentativi per provare a superare il problema. Abbiamo notato che mettere sul ditino peperoncino o altri gusti o odori fastidiosi non porta a molto, se non far arrabbiare il bambino che si sente preso in giro dall’adulto. Anche le spiegazioni razionali non funzionano molto perchè i bambini sono troppo piccoli e sono troppo legati al gesto di succhiare il dito in quanto rappresenta una coccola per loro, un’abitudine che rassicura e contiene le ansie. Provate a spostare la necessità di contenimento con l’utilizzo di un peluche, una bambola o un nuovo giochino al quale il bambino possa affezionarsi. Inventate una storia che parla di un bambino tanto legato al suo ditino che non riusciva a fare a meno di ciucciarlo in ogni situazione e che poi con l’aiuto di una fatina o di un nanetto del bosco impara a non usarlo più. Attraverso le fiabe i bambini si immedesimano nel protagonista e colgono molti aspetti che li riguardano senza però coinvolgersi troppo emotivamente. Anche la lettura dei libri può essere un valido aiuto per superare alcuni “inspiegabili attaccamenti” , ad esempio “Anna e il dito in bocca”, “La principessa con il dito in bocca”…Vedrete poi che con il tempo il bambino crescerà e non avrà più la stessa necessità di trovare un contenimento, ma sposterà l’interesse su molte altre cose (socializzazione, giochi, libri, disegni…).

Papà a Milano!

Aspettiamo Tutti i Papà per un incontro sulla funzione paterna in cui affronteremo il ruolo padre nel percorso di crescita dei propri figli e vedremo insieme come sono cambiati i Papà di oggi e quanto sono importanti all’interno del nucleo familiare. Si tratta di un incontro gratuito in stretta collaborazione con Piano C (che ha condotto il sondaggio nazionale sui papà) Berlitz Milano. Giovedì 28 Settembre presso la Scuola Dada’ in Corso Italia 66, Milano ore 18.30. Vi aspettiamo dopo il lavoro per un fine giornata un po’ diverso dal solito.  Avanti Papà!

Vaccinazioni: perché sono importanti

L’anno educativo è iniziato ed è già caos per quanto riguarda la tematica dei vaccini. Mammechefatica sostiene in modo fermo e convinto l’importanza delle vaccinazioni nei bambini piccoli come forma di tutela e rispetto di sé stesso e della comunità.  Invitiamo i genitori fortemente in dubbio a confrontarsi per avere una visione più completa anche dal punto di vista pratico. Ci dispiace leggere le notizie di cronaca di questi giorni e constatare tristemente che alla fine chi ne paga le conseguenze sono i bambini. Sono loro che non possono frequentare strutture educative e poter compiere le prime esperienze di socializzazione condivisa cosi’ importanti per la loro crescita. Fino a che punto è giusto essere così drastici? Possiamo proteggere i bambini in una campana di vetro? Come si sentiranno i bambini respinti che non potranno continuare a giocare all’asilo perché non vaccinati?Non si tratta di essere buoni o cattivi, si tratta di scegliere di proteggere il proprio figlio e di conseguenza anche il gruppo dei pari di cui fa parte. Ci interessa il vostro punto di vista in merito come genitori o educatrici.

 

Scuola dell’infanzia: il difficile passaggio

Questo post è dedicato specialmente ai piccoli (che però si sentono grandi ma entrando nella nuova scuola di nuovo piccoli) e alle loro mamme che insieme devono affrontare un forte cambiamento: l’ingresso e l’ambientamento in una nuova scuola: completamente diversa dal nido, con spazi molto grandi in cui è facile perdere l’orientamento e il controllo della situazione. Come fare dunque ad affrontare al meglio l’inserimento? Vediamolo insieme.In primo luogo raccontate e verbalizzate al bambino la sua giornata. “Ti ricordi stamattina? C’erano tanti bimbi che come te non volevano entrare in classe e staccarsi dalla mamma. Poi però abbiamo osservato insieme i più grandi che giocavano, sai che anche loro hanno pianto tanto quando erano nuovi? Poi col passare dei giorni hanno pianto un po’ meno e poi ancora meno e poi solo una lacrima e poi tanti sorrisi e poi nuove lacrime ma diverse perché piene di fiducia e non più di paura”.

  • Anziché spronarlo a tutti i costi ad inserirsi nel gruppo, accogliete il suo bisogno di stare in braccio e dopo un po’ sarà lui a sentirsi più sicuro ad affrontare il distacco da voi
  • Cercate di mantenere un atteggiamento coerente (sappiamo bene quanto sia difficile in questi momenti) ma è fondamentale se vogliamo essere d’aiuto al nostro bambino.
  • Osservate col passare dei giorni insieme alle Maestre se vi sono anche solo dei piccoli miglioramenti e condivideteli col vostro bambino.
  • Fidatevi e date tempo a tutti: alle nuove maestre, al vostro piccolo e a voi stessi. Lentamente e insieme alla ricerca di un nuovo equilibrio.

 

 

 

Senso di colpa? No grazie!

Il senso di colpa è un sentimento diffuso che accomuna in diversa misura la maggior parte dei genitori di bambini (in particolare madri di bambini piccoli) costretti ad andare a lavorare. Stare poche ore al giorno con il proprio bambino e non vedere i progressi che fa nel corso del tempo, mette a dura prova l’autostima di mamma e papà. Tutto ciò è comprensibile, ma non pensiate che l’esperienza di distacco e di inserimento all’asilo, piuttosto che la condivisione di momenti con nonni o baby-sitter siano tempo sprecato per vostro figlio. Al contrario, sono momenti di socializzazione e di relazione extra familiare che aiutano a crescere. Certo, il contatto quotidiano (soprattutto con la mamma) è fondamentale, ma si può sfruttare adeguatamente il tempo a disposizione per stare al meglio. Vivete a pieno le poche ore dopo il lavoro per stare davvero bene con i bambini, divertitevi con loro, trasmettete affetto senza preoccupazioni. Non è detto che avere tanto tempo per stare con i bambini sia sempre positivo. Ci sono situazioni di donne che hanno rinunciato ad un lavoro a cui erano appassionate per stare a casa, ma che con il tempo si sono pentite della scelta e, inconsciamente hanno proiettato la loro frustrazione sul figlio. E’ la qualità del tempo a fare la differenza: se dovete lavorare non è colpa di nessuno, ma se riuscite a stare bene al ritorno a casa, i figli avvertiranno l’autentica serenità della mamma.

Inserimento: cinque da cose da sapere prima di iniziarlo

E’ tempo di inserimenti al nido e alla scuola d’infanzia e sappiamo bene le emozioni che può scatenare questo periodo. Dunque abbiamo deciso di darvi 5 informazioni che noi riteniamo basilari per affrontare al meglio questo momento.

  1. Il distacco dalle figure genitoriali è un momento importante, delicato e molto soggettivo quindi non lasciatevi influenzare dai commenti degli altri. Voi e il vostro bambino siete diversi da tutti gli altri e potreste avere reazioni diverse: è inutile fare confronti (anche tra fratelli!).
  2. Alla base di tutto ci dev’essere fiducia nel servizio, nelle educatrici, in chi lo coordina, ma anche nelle risorse del vostro piccolo: se ci credete davvero, ce la farà!
  3. Fate tutte le domande possibili a chi si prende cura del vostro bambino: meglio non trattenere nulla ed essere confortate, se necessario.
  4. Non abbiate fretta, ci vuole tempo. Meglio seguire i suggerimenti delle educatrici, rispettando i tempi del bambino per evitare che dopo mesi si debba tornare al punto di partenza.
  5. Il pianto del bambino al momento del distacco è una reazione assolutamente sana che spiega un normale legame di attaccamento.

In bocca al lupo!!!!

Come togliere il pannolino prima dell’asilo..


Il problema si  ripresenta ogni anno per molti bambini che devono compiere il passaggio dal nido alla scuola dell’infanzia: come fare a togliere definitivamente il pannolino? E se avesse bisogno di più tempo verrà accettato anche con il pannolino? In generale i bambini dovrebbero essere autonomi e in grado di regolare le proprie funzioni ma qualora ci fossero ancora delle difficoltà suggeriamo sempre di parlarne con le maestre, per fare in modo che siano preparate. Dobbiamo anche tenere presente che i primi mesi della “scuola dei grandi” come direbbero i bambini, potrebbero essere un po’ impegnativi e stancanti emotivamente. Ambientarsi in uno spazio grande, con nuove maestre e gestire il distacco dalla figura primaria non sono operazioni automatiche ma richiedono tempo. Quindi si tratta di una doppia preparazione: quella dei genitori sui figli e dei figli nel nuovo ambiente. Armatevi di pazienza e buon senso:

– portate dei cambi anche all’Asilo

– accompagnate il piccolo nel nuovo bagno, mostrandogli tutti i dettagli utili (carta igienica, waterino etc)

– non sgridatelo, non arrabbiatevi. “Hai fatto pipì? Vieni che ci cambiamo subito! Non ci vedra’ nessuno!”

– ricordate a voi stessi e al piccolo che ogni cambiamento deve avere il tempo di essere elaborato