Fratelli e rivalità

Perché è così frequente che dei fratelli passino dall’affetto all’odio in pochi secondi? Le gelosie, le lotte, l’aggressività e il risentimento sono emozioni naturali tra fratelli. Non bisogna dimenticare, infatti, che il loro legame nasce a partire dalla lotta per la difesa del proprio posto in famiglia. Una volta cresciuti, potranno allearsi e andare d’accordo, ma talvolta saranno ancora rivali o invidiosi. Questi comportamenti si possono spiegare in termini di “sopravvivenza”. I fratelli, cioè, hanno a disposizione le stesse “risorse”, dunque devono imparare da subito a condividere non solo l’amore dei propri genitori, ma anche i giochi e la casa. È come se lottassero per non avere niente in meno dell’altro figlio. Diversamente dall’apparenza, la continua alternanza tra amore e odio è molto utile per imparare che i sentimenti si trasformano e si evolvono. Non è dunque necessario sentirsi in colpa per i propri sentimenti ostili perché il legame col fratello sopravvive nonostante tutto.

Conta la quantità o la qualità?

Quanti genitori incontriamo in difficoltà rispetto a ciò che si sentono dire da altri (amici, colleghi, parenti..) su come stanno con i loro bambini. Il giudizio degli altri, anche se in buona fede, è in grado di ferire molto i genitori più fragili. Ci teniamo a ribadire che il senso di colpa dei genitori che lavorano tanto nei confronti dei loro bambini non aiuta il legame con loro, anzi, rischia di fare qualche danno. Certo, più ore si trascorrono insieme, più la relazione si rafforza, ma se anche il tempo fosse poco, è importante che sia di qualità. Con questo termine intendiamo dire che non bastano tante ore per dire di aver creato un buon legame o di essere un buon genitore, ma dipende tanto da cosa si fa insieme, da come si sta. Passare le ore davanti ad una Tv o un tablet è ben diverso dal fare un gioco insieme, leggere una storia, fare una passeggiata o la pasta per la pizza. Senza pretendere di fare grandi cose, né di spendere soldi, un piccolo gioco condiviso in cui anche l’adulto davvero si diverte e torna un po’ bambino è un gran regalo che potete fare a vostro figlio e a voi stessi!

Oggetti transizionali

linusForse qualcuno di voi ha sentito più volte il termine: “oggetto transizionale”, ma davvero sappiamo cosa significhi? Si tratta della famosa copertina di Linus, un oggetto, non necessariamente bello, ma con un valore simbolico importante. Un orsacchiotto, una pezza, una bambolina o un ciuccio hanno infatti il significato di rappresentare la figura primaria. Il pediatra e psicoanalista inglese D. Winnicott ha teorizzato questo fenomeno tipico della prima infanzia per cui i bambini considerano quell’oggetto concreto inanimato come un simbolo del rapporto con la madre, quindi ricco di affetti. Per questo motivo possiamo comprendere l’importanza attribuita a tali oggetti dai bambini; proviamo ad empatizzare con la loro reazione che a noi può parere esagerata quando l’ oggetto si rompe, o si è perso o la mamma ha deciso di metterlo in lavatrice! Rispettiamo il significato che viene attribuito a questi oggetti, e, anzi, valorizziamoli al fine di rendere i bambini gradualmente più autonomi dagli adulti.

Figlio di sua madre

libro

Non abbiamo ancora parlato di questo libro uscito un annetto fa: “Figlio di suo madre-Il legame speciale tra madre e figlio maschio e le sue distorsioni”

di Vèronique Moraldi (Feltrinelli, 17€)

Di cosa tratta: tratta della relazione madre-figlio maschio, le sue dinamiche sane e quelle più problematiche. L’autrice prova a rispondere ad alcune domande cruciali sull’influenza che una madre ha sulla crescita del proprio figlio.

Perchè ne parliamo: è un tema che coinvolge moltissime donne e naturalmente i loro figli. Affronta più aspetti di questo ricco legame cogliendo dei profili tipici in cui ci si può o meno ritrovare.

MammeCheFatica lo consiglia perchè: è un libro da cui trarre degli spunti interessanti senza evitare di incorrere nel “famigerato” senso di colpa materno. Inoltre è ricco di consigli pedagogici concreti.

 

Ci si deve preoccupare della gelosia tra fratelli?

 

MammeCheFatica consiglia ai genitori di stare attenti quando il figlio maggiore si mostra troppo premuroso nei confronti del piccolino. Quando, ad esempio, accorre per consolarlo prima della mamma o se chiede con insistenza di tenerlo in braccio e coccolarlo: questi sono sì moti di affetto, ma che celano una certa gelosia (basti notare i denti stretti del bambino mentre fanno i “mammi”!). Attenzione quindi ai morsi, alle cadute intenzionali e ai vari piccoli dispetti che possono mettere in atto. Con questo non vogliamo spaventare nessuno: la gelosia è un’emozione assolutamente normale, che non deve essere punita. Sgridando il bambino in modo eccessivo, infatti, non si fa altro che aumentarla. E’ importante invece che la possa esprimere a parole o nei giochi senza che sia repressa. Lasciamogli la libertà di maltrattare il suo orsacchiotto/bambolotto, strattonarlo e sgridarlo, basta che non faccia lo stesso con il piccolino ancora così indifeso! Cerchiamo di comprendere la sua sofferenza e non consideriamo la gelosia come un difetto da correggere. Infine non pretendiamo che voglia bene al nuovo arrivato, ma piuttosto confermiamogli il nostro affetto per lui. Il più grande deve capire che il legame con i genitori non è svanito, ma che la tenerezza e l’amore sono rimasti intatti.