E le parolacce?..

Già come la mettiamo con le parolacce? Come comportarsi se a pronunciarle sono i piccoli? Capita a volte di sentire dei bambini tra i 24 e 36 mesi che ripetono le parolacce a scopo puramente imitativo. Ovviamente non comprendono il significato ma intuiscono il senso trasgressivo che la parola può dare. In questo caso invitiamo l’adulto a far finta di niente, senza dare importanza e valutare se questo gesto svanisce presto oppure no. Cerchiamo di limitare e controllare anche il nostro lessico quando parliamo o siamo alla guida..Se invece a dire parolacce sono i bambini più grandi o preadolescenti il discorso cambia ed è giusto intervenire in modo incisivo facendo capire loro che non sembrano più grandi se dicono le parolacce casomai appaiono più fragili e insicuri: una persona sicura non ha bisogno di esprimersi con parolacce o di riempirsi la bocca con termini aggressivi e offensivi. Non limitiamoci a riprendere i ragazzi ma spieghiamo loro il senso per far sì che possano condividere e capire senza fare finta di nulla.

Troppa ansia…

Essere genitori non è un ruolo semplice soprattutto di questi tempi. Immaginare di lasciare il proprio bambino in posti nuovi o con altre persone suscita sempre delle domande interiori molto forti del tipo:” riusciranno gli altri ad intuire ciò di cui avrà bisogno?” “Ce la farà a stare senza di me?”. Sono tutti pensieri che un genitore (spesso la madre) fa inevitabilmente. L’aspetto importante è cercare di contenere l’ansia e non farla trasparire quando non è necessario. A volte basta ascoltarsi quando parliamo con i bambini e capire quanta ansia trapela dalle nostre ripetizioni..Ricordiamo che ai piccoli servono gli esempi e i gesti concreti dei genitori che valgono più di mille parole e che si porteranno con sé da adulti.

Proviamoci insieme.

 

“Curare con l’educazione”: non mancate

Siamo molto contente di tornare a parlare del Centro Psicopedagogico per la Pace di Piacenza diretto da Daniele Novara. Il Centro propone un Convegno molto interessante dal titolo: “Curare con l’educazione”. “Prima di cercare nei bambini sempre più piccoli presunte malattie neuro-emotive e tentare diagnosi sempre più precise, occorre avere il buon senso di verificare se la loro educazione è corrispondente all’età e ai bisogni della loro crescita.”  Sarà una giornata dedicata alla riflessione e al confronto educativo molto importante per tutti i professionisti del settore ma anche aperto a tutti i genitori interessati.

Vi aspettiamo numerosissimi Sabato 8 Aprile a Milano.

per info e dettagli: info@cppp.it

Diamo voce ai Papà! #PianoC

Vi raccontiamo l’ultimo sondaggio partito dal mitico Coworking di Milano PianoC che abbiamo visto crescere in questi anni. “Diamo voce ai papà” è una Campagna Nazionale lanciata da PianoC in collaborazione con Maam – Maternity as a Master per dare voce ai sogni, ai desideri, alle aspirazioni e alle paure dei Papà italiani. PianoC e Alley Oop-il Sole24ore hanno lanciato un sondaggio nazionale che indagherà la gestione di vita lavorativa e i modelli e i desideri dei papà italiani. “La paternità? è una rivoluzione: cambia la persona, il suo posizionamento, la sua visione del mondo e le priorità. Un’esperienza dirompente, che regala maggior fiducia e autostima e cambia il rapporto con le emozioni. Il 40% degli uomini intervistati associa alla paternità un affinamento delle competenze e delle capacità organizzative e una maggior consapevolezza. La paternità cambia il rapporto con il lavoro. Per il 70% dei padri intervistati questo cambiamento riguarda il ‘tempo del lavoro’, il lavoro quindi si ridimensiona. Ma questo cambiamento profondo della persona non viene notato e valorizzato. Seguite con noi l’evolversi della Campagna (che verrà presentata alla Camera dei Deputati il 15 Marzo) e partecipate nel frattempo al sondaggio. Ci sembra una valida occasione per condividere e conoscere il punto di vista dei papà e sostenerli nel processo di crescita dei loro bambini.

Serata dedicata alla Famiglia..

 MammeCheFatica vi aspetta Venerdì 17 Febbraio alle 20.30 a Badia di Calavena (Verona) per una serata gratuita dedicata alla Famiglia presso la Scuola dell’ Infanzia “Principe di Piemonte” e l’Asilo nido integrato “Raggio di Luce” in collaborazione con il Comune di Badia di Calavena.

Si parlerà del ruolo genitoriale, delle differenze tra il ruolo materno e paterno, della difficoltà di dare i primi limiti al proprio bambino (dicendo loro No) e del ruolo dei nonni che sono da sempre una risorsa molto preziosa.

Vi aspettiamo numerosi per un’ occasione di confronto e condivisione per non sentirsi mai soli nella crescita del proprio bambino o nipotino. 

Conduce: Marta Stella Bruzzone, Pedagogista

Ecco la locandina dell’incontro: Comune di Badia Calavena

a venerdi sera!

Per informazioni il contatto della struttura è: 045/7810513

L’inglese?! Con il Metodo Berlitz!

Ancora a parlare dell’ importanza della lingua inglese fin da piccoli. Gli studi e le ricerche confermano che se l’apprendimento avviene nella prima infanzia in forma ludica e in modo non competitivo il bambino avrà una maggiore possibilità di acquisire un giusto “accent” e di mantenerlo da grande. Poter imparare una lingua straniera in tenera età permette al bambino di non fare fatica e di avere quella naturalezza e spontaneità che non ha di certo un adulto alle prese con una nuova lingua. Il Metodo Berlitz offre diverse proposte per i kids e i teens, dopo la scuola, per ampliare i propri orizzonti, conoscere e fare nuove amicizie e ascoltare e cantare in inglese. Potete iniziare anche nella seconda parte dell’ anno e fare un regalo speciale ai vostri bambini!

Vi aspettiamo!

Quando arriva il secondo figlio

L’arrivo del secondo figlio è un’ulteriore esplosione di felicità: si rivivono momenti di gioia indescrivibile, anche se è sempre diverso. Non solo perché i figli sono diversi, ma anche perché i genitori stessi sono diversi. Cambiati, cresciuti, più consapevoli e sicuri di sé. La famiglia si allarga e l ‘affetto, invece di dimezzarsi, si amplifica. Eppure non è così semplice la nascita di un secondo bambino. Subentrano le gelosie del primo e le conseguenti ansie dei genitori su come comportarsi. “Cosa posso fare per non far sentire ignorato il maggiore?” “Mi odierà perché tengo sempre in braccio il neonato?” oppure “Sarò una brava madre per tutte e due?”. Sono domande che più o meno si fanno tutti e scatenano grossi dubbi e sensi di colpa. MammeCheFatica suggerisce di contare sempre sul partner per dividersi i compiti e sostenersi l’un l’altro. E’ importante ritagliarsi degli spazi individuali con entrambi i figli e far sentire “speciale” con piccoli accorgimenti il più grande. Un’attività pensata solo per lui, una piccola sorpresa possono rendere più sereno il figlio maggiore sentendosi sempre nella mente di mamma e papà. I comportamenti di gelosia saranno comunque presenti, è normale, ma potranno essere più gestibili. In bocca a l lupo! E, per qualsiasi cosa, noi ci siamo!

Moms! al Teatro della Cometa a Roma!

Dopo il successo americano arriva a Roma Moms (Mom’s the word nel titolo originale) , il primo spettacolo sulla maternità che ovviamente non potevamo perderci!. Mammechefatica suggerisce alle mamme, neomamme, e genitori di Roma di non perdersi questa occasione, poiché lo spettacolo è veramente frizzante e piacevole. Ironizza sulla maternità, quel periodo in cui TUTTE le mamme si perdono un po’ tra pannolini, pappe e notti insonni.. “col cervello in pappa” e smarrite si riconoscono tra altre simili con le quali si sentono capite e accettate. Il mondo intanto va avanti…non curante dei piccoli o grandi problemi che abbiamo e così ogni mamma, con le sue fatiche, si sforza di crescere la sua creatura. Tra canzoni e balli (scritti da Stefano Fresi e Toni Fornari) le quattro attrici bravissime della Compagnia Tacchi Misti  (Carla Ferrero, Valentina Martino Ghiglia, Laura Mazzi e Silvia Siravo) con la regia di Ferdinando Ceriani vi faranno rievocare certi ricordi tra una risata e un sorriso!.

Moms è al Teatro della Cometa (tra il Campidoglio e Teatro Marcello) ed è in scena fino al 19 Febbraio a Roma.

Per una serata in centro con le amiche o col marito Moms! Vi restituirà una bella energia e una grande dose di ironia da riproporre ai vostri “mostriciattoli” a casa!

Se un genitore lavora lontano da casa..

Può capitare, anzi capita sempre più spesso, che un genitore (di solito è il padre, ma conosciamo anche delle madri) si debba assentare da casa per lavoro per un lungo periodo oppure debba stravolgere la routine e concentrare la sua presenza solo in poche ore durante la settimana prima di ripartire. Per alcuni è sempre stato così, per altri rappresenta un forte cambiamento all’interno del menage familiare.

Mammechefatica invita i genitori coinvolti a trovare una soluzione sia dal punto di vista organizzativo, sia emotivo. Spiegate ai vostri bambini anche se piccoli ciò che sta accadendo in modo sempre rassicurante. Anticipate la possibile assenza del genitore, non aspettate che sia il bambino a chiedere. Raccontate e spiegate in modo calmo e tranquillo (anche se non lo siete, imponetevelo!) che la mamma o il papà tornano presto e realizzate qualcosa di concreto (un lavoretto,un disegno) che aiuti a scandire il tempo dell’attesa. Ad ogni partenza, consigliamo di inventare un rituale che vi aiuti a salutarvi. Ai bambini più grandi una piccola caccia al tesoro in casa è sempre gradita, ad esempio! Per fortuna in questo senso la tecnologia è di grande aiuto e diminuisce le distanze. Col tempo troverete un giusto equilibrio che vi consentirà di stare con i vostri bambini e con la famiglia anche se lontano da casa e sembrerà tutto quasi normale.

Buon viaggio a tutti i genitori in giro per il mondo che ci seguono!

 

 

Bambini tech: c’è da preoccuparsi?

Ormai, si sa, tutti i bambini, anche piccolissimi sono più esperti di noi adulti con i devices…Sono abilissimi nell’utilizzare smartphone e tablet per giocare, inviare messaggi, fotografare ecc..C’è chi considera questa  un fenomeno preoccupante e nocivo, una nuova dipendenza patologica da evitare. Altri invece lo ritengono un normale adattamento ai tempi moderni. Noi pensiamo sia un fenomeno da osservare attentamente per valutare i pro e i contro, ma non da demonizzare a prescindere. Senz’altro ci teniamo a sottolineare alcuni capisaldi per noi imprescindibili:

-si sconsiglia fortemente l’utilizzo fino ai 5 anni di età

-gli adulti devono monitorare il tempo trascorso dai figli nell’utilizzo

-mamma e papà devono anche impegnarsi a controllare cosa stia effettivamente facendo il bambino

-mai sostituire il “tempo affettivo” da trascorrere con il proprio bambino con l’uso di cellulari, pc ecc..

-diamo il buon esempio non mostrandoci dipendenti da telefonini & Co. !

Cosa ne pensate? Si tratta di semplici “regole base” da approfondire in un discorso più ampio andando a considerare gli effetti negativi (e, se ce ne sono, anche positivi) a lungo termine sui bambini nativi digitali.