Quarantena con i bambini: quattro errori da evitare

Quattro errori da evitare in questo momento così complicato, anche per i nostri bambini:

  1. Cercare di negare l’evidenza, raccontando loro che non sta succedendo nulla. Ovviamente, anche i bambini più piccoli avvertono i cambiamenti e il clima emotivo in casa, dunque è importante sempre essere onesti, usando però le parole giuste in base all’età
  2.  Raccontare ogni singolo dettaglio e scendere in descrizioni troppo accurate di quello che sta succedendo. Al contrario di quanto detto prima, è importate non sottolineare l’aspetto drammatico di questa emergenza, cercando comunque di trasmettere ottimismo e speranza verso il futuro
  3.  Permettere ai bambini di cambiare le loro abitudini sul sonno, sull’alimentazione ecc..anche se non ci sono più gli obblighi scolastici, una certa routine va mantenuta per rassicurarli. I “confini educativi” sugli orari e sulle regole vanno mantenuti anche in questo momento
  4. Permettere ai bambini di utilizzare eccessivamente gli schermi. Anche se è difficile spesso coinvolgere i bambini tutto il giorno, lasciarli in balìa di tv, tablet e cellulari non è una buona soluzione!

Spannolinamento a casa..

Potrebbe essere utile e funzionale approfittare di questo lungo periodo a casa per iniziare a togliere il famigerato pannolino e prendere confidenza con un nuovo (e talvolta temuto) oggetto: il water. Per fare ciò occorre: una quasi infinita dose di pazienza, caratteristica fondamentale per affrontare questo passaggio che per i piccoli  è molto significativo. In questi giorni potete:

  • raccontare al bambino questa nuova attività per prepararlo mentalmente (la lettura di un libro che affronta questa tematica può essere molto utile)
  • togliere (10 min- 20 min e via via si aumenta) il pannolino, giocare, e poi andare in bagno e prendere confidenza con il water/vasino.
  • anche se il bambino sta sul water/vasino senza fare pipì sarà comunque una prima occasione per imitarvi e sentirsi grande (leggendo un libro,giocando con bambole o orsacchiotti ecc.)
  • evitiamo di sgridare o sminuire il bambino in caso di pipì addosso anche se ciò dovesse avvenire in modo ripetuto
  • evitiamo di chiedere continuamente al bambino “ti scappa la pipì?”. È molto difficile riuscire a controllare il processo sfinterico soprattutto nel primo periodo
  • raccontare che anche noi da piccoli abbiamo tolto il pannolino – abbiamo sbagliato parecchie volte e poi abbiamo capito – è rassicurante per chi invece è disorientato
  • a noi piace il vasino educativo di Nuby. Lo conoscete? Si tratta di un vasino che è studiato appositamente per offrire un passaggio più graduale dal pannolino al water. È apprezzato dai piccoli perché assomiglia al water dei grandi ma non essendo così grande, non trasmette ansia o paura. È utile per iniziare il passaggio in modo divertente, evitando di entrare in soggezione con un oggetto che talvolta intimorisce.

 

 

Asilo e scuola a distanza: le difficoltà dei piccoli

Questo periodo di emergenza sociosanitaria ci porta ad una serie di cambiamenti, non tutti semplici ed immediati da accettare. Non è facile per noi,figuriamoci per i piccoli. Immaginiamo non sia tutto rose e fiori, non ultimo il contatto video con educatrici ed insegnanti. Già, perché se da un lato la tecnologia aiuta, dall’altro può trovare anche un possibile rifiuto da parte di alcuni bambini, che non accettano questo tipo di contatto e che preferiscono separare determinate realtà: a scuola si incontra la maestra, a casa i genitori. Suggeriamo di proporre ai piccoli degli esempi concreti, di far capire loro che la maestra ad esempio ci propone un gioco,una canzone e che è il suo modo per salutare tutti i suoi bambini, dato che anche lei deve stare a casa. Non obblighiamo i bambini a partecipare ai saluti via web, piuttosto diamogli tempo per capire. Non è semplice per loro capire il motivo di tutto ciò, proponiamo loro un’alternativa: “perché non facciamo un disegno per tutti i compagni e lo mostriamo domattina? Faremo vedere il lavoro, noi saremo nascosti dietro”. Oppure: diamo loro qualcosa da preparare per il prossimo saluto, un piccolo scherzo, un indovinello, in sostanza qualcosa che sposti l’attenzione dal video ma non dall’idea del gruppo-classe,senza sensi di colpa o di imbarazzo,senza chiedere loro:” perché tu non vuoi, vedi tutti gli altri che partecipano?”. Si può essere parte anche senza partecipare in modo attivo. Rassicuriamo i piccoli in questo delicato periodo che si tratta di un momento e che poi le scuole e gli uffici verranno riaperti. Cerchiamo in ogni caso di valorizzare tutte le cose che possiamo fare in casa insieme, senza dimenticarci della vita di scuola: elencare i compagni,le maestre, ricordare a voce le azioni e i saluti che eravamo abituati a compiere. Sono dettagli significativi per i nostri bambini in cerca di un significato. 

Coronavirus e resilienza

Adattamento e resilienza sono le due parole d’ordine che dobbiamo ripeterci in continuazione in questo momento di forte stress, angoscia e preoccupazione. L’emergenza ormai è diffusa, ci ha colpiti all’improvviso e noi dobbiamo sfoderare tutte le nostre armi per fronteggiarla. Questa capacità si chiama resilienza e va stimolata di giorno in giorno per evitare che il virus ci faccia sentire impotenti e depressi. Ad esempio, un aiuto può essere quello di concentrarsi sugli aspetti positivi che questa situazione inaspettata ci sta portando:

-tempo: anche se siamo in smartworking senz’altro abbiamo più tempo per fare cose che prima non potevamo fare. Pensiamo alla cucina, al riordino, alle pulizie a quei piccoli lavoretti domestici sempre rimandati, ma soprattutto a giocare di più (e forse meglio con un tempo più rallentato) con i nostri bambini

-relazione: sebbene siamo lontani fisicamente il numero di videochiamate e telefonate e contatti vari è senz’altro aumentato. Sfruttiamo questo momento particolare per rafforzare tutte le relazioni: da quelle in famiglia a quelle esterne

-solidarietà: siamo tutti sulla stessa barca, ma qualcuno sta sicuramente peggio di noi. Tutti coloro che stanno lavorando che immensi sforzi per curare, aiutare e far sì che le città continuino a vivere, vengono sostenuti a distanza da tutti, ognuno a suo modo. Un disegno colorato o una pizza regalata, un pensiero o una donazione concreta sono gesti di grande umanità e solidarietà che riempie il cuore

-consapevolezza delle nostre emozioni: le paure e le ansie sono emozioni assolutamente sane, necessarie per sopravvivere da un punto di vista evoluzionistico, ma vanno controllate e regolate per non lasciarci sopraffare dall’emergenza traumatica che stiamo affrontando…insieme senz’altro ce la faremo!!

A tutti gli operatori socio sanitari che lasciano a casa i loro bambini

A Tutti gli Operatori Sociosanitari (Medici, Infermieri, operatori sanitari senza escludere nessuno) impegnati in prima linea in questa emergenza sanitaria oggi va il nostro pensiero. E cioè, più nello specifico, immaginando la loro quotidianità stravolta, i turni che non esistono più, la vita familiare rimasta in sospeso, i figli che inevitabilmente non incontrano da giorni per tutelarli al massimo. Proviamo ad immaginare i pensieri, la fatica, il senso di colpa, di morte, che si portano nei loro camici. Proviamo a pensare cosa possono dire ai loro figli (magari anche piccoli) e giustificare la loro assenza. “Mamma/Papà quando torni? Ma vai sempre in Ospedale? Ma i malati non guariscono mai, uffa?! Perché non stai qui con me?”. Queste domande sono quelle più difficili a cui rispondere perché fanno i conti col senso di colpa e del dovere a cui si è sottoposti. Togliere a se stessi per dare agli altri.

  • Cercate, come potete, di mantenere un contatto con i vostri bambini.
  • Raccontategli la verità: hanno bisogno di non sentirsi traditi da voi
  • Lasciategli (a seconda dell’età) un qualcosa da fare: un gioco, una costruzione, una canzoncina, un indovinello, una piccola caccia al tesoro. È un modo di essere pensati e tenuti in mente quando non è possibile stare vicini fisicamente.
  • Dite a chi si sta prendendo cura di loro (partner,nonni,tate,familiari) di parlare di voi di tanto in tanto, in modo solare (evitando il tono malinconico che non è di certo d’aiuto) per fare in modo che il bambino specialmente piccolo capisca che la sua mamma/papà lo pensa sempre anche se ora sta lavorando e non è lì a giocare con lui.
  • Cercate quando entrate in contatto con i vostri bambini di concentrarvi sulle loro specifiche esigenze (mettendo da parte momentaneamente) tutta la stanchezza psicofisica a cui ora siete sottoposti.
  • L’altra parte quella dei pensieri pesanti lasciatela a noi. Per qualsiasi cosa siamo a disposizione, scriveteci in privato e ci organizziamo a seconda dei vostri turni.
  • Info@mammechefatica.it
  • Dott.sse Marta Stella e Sara Luna Bruzzone, Pedagogista e Psicoterapeuta

Distanziamento sociale per il bene di tutti

Gli epidemiologi ci dicono in modo molto chiaro di imparare velocemente ad acquisire un nuovo stile di vita e mettere in atto il distanziamento sociale. Tenere le distanze di almeno un metro, è un concetto che deve essere applicato da tutti noi aldilà della zona rossa o meno. Si tratta di mettere in atto delle semplici modalità di convivenza che diventano fondamentali non solo per tutelare noi stessi ma anche gli altri. Per quanto riguarda i piccoli, evitate di portare al parco e sui giochi in mezzo a tanta altra gente, anche se ci si trova all’aria aperta. Anche se i bambini sembrano meno esposti rispetto ad altre fasce di età vanno prese delle precauzioni ovunque, semplicemente per fare in modo che il virus diminuisca la velocità di circolazione. Rispettiamoci e rispettiamo e anche i piccoli ci imiteranno naturalmente.