Prepariamo i piccoli, avanti!

 

Prepariamoci a preparare. Già perché come abbiamo ripetuto più volte, occorre prepararsi tutti al possibile ritorno tra asilo,scuole dell’infanzia o centri estivi. I bambini devono prepararsi, ma anche gli adulti: come genitori e come educatori i quali avranno delle responsabilità elevate, perché questo giro il fattore sicurezza dovrà essere messo al primo posto, attorno al quale ruoterà l’atmosfera educativa. Quindi si tratterà di una vera catena di passaggi: i genitori che mandano i piccoli, le strutture che accolgono, sanificano, e cercheranno di lavorare (contenendo al meglio le ansie..questa sarà la grande sfida che ci tocca). Si, siamo pronti, con il cuore che batte, le regole da seguire, gli spunti da prendere dagli altri paesi, una nuova metodologia, ma soprattutto con la capacità di non far pesare questa situazione ai bambini. Perché anche loro hanno delle aspettative nel tornare a giocare. Quindi dovremo essere più creativi e flessibili di prima. Due caratteristiche fondamentali per chi si occupa di educazione!. Educare tra l’altro significa anche ‘sapersi aprire al nuovo’ quindi crediamo possa essere l’occasione giusta per dimostrarlo.

Avanti bambini arriviamo!

Si riparte? Come?

Segnali di ripresa che ci fanno ben sperare ma attenzione a non trascurare il discorso sicurezza attorno al quale deve girare tutto il resto. Se le scuole dell’infanzia e gli asili nido dovessero riaprire occorre necessariamente pensare in modo pratico e funzionale a come potrebbe svolgersi la vita quotidiana con i bambini piccoli. In questa fase di incertezza è importante pensare di avere regole e limiti chiari entro i quali muoversi e far muovere di conseguenza i piccoli, non potendo dimenticare il senso di responsabilità che deve sempre essere al primo posto. Ahimè prima del valore del gioco e di tutto il resto!. Chi lavora in questo campo è dotato di coraggio e di ottimismo ma non bastano come ingredienti ad infondere quel senso di sicurezza e fiducia che i genitori e i bambini vanno cercando. Occorre ripensare ad un nuovo modo di giocare ed educare in grado di conciliarsi con questa situazione. Deve essere un’occasione unica per portare dei cambiamenti anche nelle prospettive educative e fare spazio a nuovi modi di essere e di fare. Non solo con i bambini ma anche nell’alleanza insegnanti-genitori. Che dite siamo pronti?!

“Lo sfogo del bimbo” @Repubblica.it

Avrete visto anche voi il video su Repubblica.it di ieri (mercoledì 8 Aprile) “lo sfogo del bimbo“. Il piccolo sperimenta una rabbia mista a tristezza (che poi coincide perfettamente con quella di tutti noi, in questo periodo piccoli o grandi che siamo). Rappresenta perfettamente sentimenti con cui stiamo facendo i conti tutti: lo sforzo di accettare e rispettare le regole che lo stare a casa comporta: insofferenza e preoccupazione scandiscono le nostre lunghe giornate. Cosa rispondere ai bambini che come il piccolo Claudio ci chiedono di uscire e di preparare la valigia “perché proprio non ce la fanno più”? Proviamo, nonostante le difficoltà, a valorizzare ciò che possiamo fare in casa, puntando costantemente l’accento sulle conquiste e i traguardi che dobbiamo ancora raggiungere. Evitiamo di dare risposte come “non si può” sono molto frustranti in questo periodo. Cerchiamo invece di utilizzare il canale ludico per offrire una parentesi leggera e di svago dove ogni bambino può dimenticarsi del limite di stare a casa e spaziare con la propria  fantasia e immaginazione. Perché non preparare anche noi una valigia e immaginare di partire per un nuovo lungo meraviglioso viaggio?!

 

 

A tutti gli operatori socio sanitari che lasciano a casa i loro bambini

A Tutti gli Operatori Sociosanitari (Medici, Infermieri, operatori sanitari senza escludere nessuno) impegnati in prima linea in questa emergenza sanitaria oggi va il nostro pensiero. E cioè, più nello specifico, immaginando la loro quotidianità stravolta, i turni che non esistono più, la vita familiare rimasta in sospeso, i figli che inevitabilmente non incontrano da giorni per tutelarli al massimo. Proviamo ad immaginare i pensieri, la fatica, il senso di colpa, di morte, che si portano nei loro camici. Proviamo a pensare cosa possono dire ai loro figli (magari anche piccoli) e giustificare la loro assenza. “Mamma/Papà quando torni? Ma vai sempre in Ospedale? Ma i malati non guariscono mai, uffa?! Perché non stai qui con me?”. Queste domande sono quelle più difficili a cui rispondere perché fanno i conti col senso di colpa e del dovere a cui si è sottoposti. Togliere a se stessi per dare agli altri.

  • Cercate, come potete, di mantenere un contatto con i vostri bambini.
  • Raccontategli la verità: hanno bisogno di non sentirsi traditi da voi
  • Lasciategli (a seconda dell’età) un qualcosa da fare: un gioco, una costruzione, una canzoncina, un indovinello, una piccola caccia al tesoro. È un modo di essere pensati e tenuti in mente quando non è possibile stare vicini fisicamente.
  • Dite a chi si sta prendendo cura di loro (partner,nonni,tate,familiari) di parlare di voi di tanto in tanto, in modo solare (evitando il tono malinconico che non è di certo d’aiuto) per fare in modo che il bambino specialmente piccolo capisca che la sua mamma/papà lo pensa sempre anche se ora sta lavorando e non è lì a giocare con lui.
  • Cercate quando entrate in contatto con i vostri bambini di concentrarvi sulle loro specifiche esigenze (mettendo da parte momentaneamente) tutta la stanchezza psicofisica a cui ora siete sottoposti.
  • L’altra parte quella dei pensieri pesanti lasciatela a noi. Per qualsiasi cosa siamo a disposizione, scriveteci in privato e ci organizziamo a seconda dei vostri turni.
  • Info@mammechefatica.it
  • Dott.sse Marta Stella e Sara Luna Bruzzone, Pedagogista e Psicoterapeuta

Distanziamento sociale per il bene di tutti

Gli epidemiologi ci dicono in modo molto chiaro di imparare velocemente ad acquisire un nuovo stile di vita e mettere in atto il distanziamento sociale. Tenere le distanze di almeno un metro, è un concetto che deve essere applicato da tutti noi aldilà della zona rossa o meno. Si tratta di mettere in atto delle semplici modalità di convivenza che diventano fondamentali non solo per tutelare noi stessi ma anche gli altri. Per quanto riguarda i piccoli, evitate di portare al parco e sui giochi in mezzo a tanta altra gente, anche se ci si trova all’aria aperta. Anche se i bambini sembrano meno esposti rispetto ad altre fasce di età vanno prese delle precauzioni ovunque, semplicemente per fare in modo che il virus diminuisca la velocità di circolazione. Rispettiamoci e rispettiamo e anche i piccoli ci imiteranno naturalmente. 

Come passare il tempo con un bambino

 

Il tempo con un bambino piccolo è di solito un tempo lungo, dilatato per tutta una serie di ritmi scanditi dalle sue esigenze specifiche. Sta alla capacità dell’adulto proporre stimoli differenti, attività brevi ma ripetute come ad esempio il canto e la lettura fin dai primi mesi. Se è la mamma ad occuparsi principalmente del piccolo suggeriamo di frequentare i consultori che da sempre rappresentano un riferimento per il neo genitore, uno spazio per condividere con altre mamme, le stesse preoccupazioni e gli stessi dubbi sulla crescita dei loro bambini. Frequentare i Tempi per  le Famiglie, lezioni di musica, babynuoto o babyenglish rappresenta sempre un’occasione di incontro e confronto non solo per i bambini ma anche per le figure di riferimento. Ogni città riserva offerte e proposte diverse ma ci sembra una giusta occasione per evitare l’isolamento e aprirsi al mondo circostante, conoscere nuove realtà e modi di fare, e fare nuove amicizie: in poche parole per non sentirsi sole. 

Coronavirus: non generalizziamo

Se possiamo offrire un suggerimento in questa situazione seppur di emergenza globale da quello che sentiamo e leggiamo quotidianamente è: non generalizziamo, non cediamo alla paura e all’ansia che inevitabilmente poi trasmettiamo e riportiamo sui più piccoli e fragili. I bambini ascoltano, fanno domande, estrapolano concetti, e ripetono. Evitiamo di far assorbire loro ansia e panico inutili. Spieghiamo loro, in modo rassicurante, che purtroppo in Cina la situazione non è facile, che tanti bambini sono costretti a stare a casa, non possono andare a scuola (ma non è proprio bello stare chiusi in casa per giorni). Non ha senso avere paura, ha più senso essere informati e mantenere certe norme di igiene valide sempre peraltro. (Lavarsi bene le mani, per almeno 20 secondi). Ricordiamoci che i bambini imparano a gestire e contenere l’ansia e l’imprevisto dagli adulti che li circondano. Un buon motivo per essere d’esempio per tutti quelli che come noi frequentano asili e scuole e realtà educative di ogni genere.

Scegliere il nido e la scuola giusta:

 

In questo periodo di Open Day e Iscrizioni, immaginiamo che la scelta del nido o della scuola dell’infanzia “giusta” possa essere fonte di ansia e perplessità. Vi garantiamo che la scuola diventa quella giusta quando:

-percepite di essere accolti come genitori

-osservate intorno a voi uno spazio (fisico e mentale) che possa essere d’aiuto anche alle esigenze e alla crescita del vostro bambino. Non esiste la scuola perfetta, ma esistono strutture (pubbliche e private in tutta Italia) che lavorano con metodo, professionalità e umanità alla continua ricerca di una preziosa alleanza scuola-famiglia che sta alla base di ogni percorso educativo che si rispetti. Potete trovare spazi allestiti e pensati in modo meraviglioso, ricchi di materiali stimolanti ma l’importante è che possiate trovare persone autentiche e preparate in grado di intuire e lavorare sulle specifiche esigenze del vostro bambino e del gruppo-classe in cui è inserito, in grado di promuovere una cultura dell’infanzia varia e priva di stereotipi,con la voglia di giocare e di mettersi in continua ricerca attraverso formazioni e conoscenze che possano ampliare il loro modo di essere e sentirsi educatori.

Vi auguriamo di cuore di trovare tutto ciò. 

 

 

Buon 2020 a tutti!

Buon 2020 a tutti! Che sia un anno il più possibile sereno e di pace. Auguriamo a tutti voi grandi e piccoli nuove conquiste e obbiettivi da raggiungere per cercare di renderci persone migliori. Più empatiche e attente agli altri, più fresche e dinamiche con una mentalità aperta e flessibile capaci di stare un po’ con tutti senza scappare da noi stessi. Che sia un buon anno fatto di buon tempo (non tanto in senso metereologico) piuttosto dedicato alle relazioni, alla capacità di creare legami nuovi e di saper trascorrere dei giorni pieni con i vostri bambini: per fare in modo che possano trasformarsi un giorno in ricordi e vissuti forti da tenere con sè.

Semplicemente Buon Anno!